Sulla sovracopertina si legge l'etichetta "Thriller", ma il romanzo scritto da Juris Jurjevics dal titolo Occhi vuoti è anche un romanzo di fantascienza con connotazioni horror.L’autore è nato in Lettonia e dopo aver vissuto per cinque anni, con la famiglia, in vari campi profughi è riuscito a emigrare negli Stati Uniti. Rientrato a New York, dopo aver partecipato alla guerra in Vietnam, ha lavorato in campo editoriale e verso la metà degli anni ’80 ha contribuito a fondare la casa editrice Soho Press che tuttora dirige. Occhi vuoti è il suo romanzo d’esordio come scrittore, un romanzo che è stato accostato dalla stampa a Stato di paura di Michael Crichton, dove l’autore crea un mix tra politica, militari, scienziati e possibile catastrofe ambientale.

Si parte con due fatti apparentemente slegati: la morte inspiegabile di alcuni scienziati in una base artica e la scomparsa di un sottomarino atomico russo mentre si trovava in acque norvegesi. Due fatti che porteranno in lettore a scoprire che è in atto una seria minaccia all’umanità.

Dalla quarta di copertina: Polo Nord, settore canadese, 20 ottobre. Inizio dell’inverno artico: il sole è appena tramontato e per sei mesi non sorgerà più. All’avveniristico centro di ricerca Trudeau cinque scienziati di fama internazionale spariscono all’improvviso. Muniti di torce per fendere il buio, i soccorritori si precipitano a perlustrare il pack e rinvengono tre cadaveri con gli arti non ancora congelati. Giacciono in pose innaturali, come contorsionisti del circo, e hanno gli occhi vuoti, misteriosamente privi di pupilla e iride. Nello stesso momento, non lontano da lì, il quarto scienziato si toglie il casco e, incurante del gelo che gli morde i polmoni, si spoglia, strato dopo strato. Poi si stende sul ghiaccio e, avviato il motore del suo gatto delle nevi, lo osserva scomparire inghiottito dalle tenebre. E si lascia morire.

Mosca, qualche giorno dopo. L’ammiraglio in pensione Rudenko viene incaricato dal ministro della Difesa di rintracciare il sottomarino Vladivostok scomparso da alcune ore in acque norvegesi, abissi che lui conosce meglio di chiunque altro. A bordo ci sono più di novanta persone e, dopo la sciagura del Kursk, le autorità russe non possono certo permettersi di comunicare all’opinione pubblica un altro affondamento. Prima di interrompere i segnali, il Vladivostok aveva prelevato dal pack artico una scienziata russa che sarebbe dovuta rientrare in patria.

Mare della Norvegia, alcune ore più tardi. I sommozzatori guidati dall’ammiraglio Rudenko individuano il Vladivostok sul fondo del mare, incagliato in un fiordo. Quando riescono a forzare uno dei portelloni, la luce delle torce materializza una scena assurda e terrificante: decine di corpi che fluttuano con gli arti contorti, in posizioni non certo da affogati. E hanno gli occhi privi di pupilla e iride, vuoti. Centro Trudeau, nello stesso momento. Su ordine del governo canadese, la giovane epidemiologa californiana Jessie Hanley, conosciuta tanto per il suo talento quanto per la sua scarsa ortodossia, viene paracadutata in assoluto segreto sulla base. Ha la delicatissima missione di scoprire, prima che ci siano nuove vittime, le cause della morte con gli occhi vuoti. Ma l’intero centro è paralizzato dal sospetto e dall’omertà... Thriller d’atmosfera tutto giocato sul registro dell’angoscia e della paura, Occhi vuoti va a scavare nella pericolosa area in cui scienza e politica entrano in collisione, con risultati talvolta disastrosi.

Occhi vuoti di Juris Jurjevics (The Trudeau Vector, 2005), traduzione di Vittorio Curtoni, Sonzogno, collana I Romanzi Sonzogno, pag. 402, euro 18,50.