Nel 2610 l'umanità ha colonizzato diverse centinaia di pianeti, muovendosi tra le stelle grazie all'utilizzo di wormholes generati artificialmente. Il genere umano è diviso in Adamisti, contrari alle biotecnologie, ed Edenisti, che grazie all'ingegneria genetica hanno sviluppato habitat e navi interstellari viventi. Le due culture, insieme con alcune civiltà aliene, fanno parte della Confederazione, incaricata di far rispettare le leggi e soprattutto di evitare che l'antimateria sia usata come arma.

L'amministrazione di Lalonde tenta di arrestare l'invasione per mezzo di un'esercito mercenario, reclutando uomini e mezzi. Uno dei volontari è Joshua Calvert. Combattere non rientra certo nelle sue priorità, ma il suo redditizio commercio di legno di mayope, originario di Lalonde, cesserà se il pianeta viene conquistato. Anche la Confederazione, preoccupata dalle capacità dimostrate dai coloni asserviti, ha inviato una propria flotta. Lalonde li attende, muto: da alcuni giorni nessuna trasmissione è stata inviata dalla superficie. Tutti i satelliti in orbita sono scomparsi. Nuvole rosse e luminose ricoprono il continente colonizzato dagli umani, nascondendo la superficie ad ogni tipo di analisi. Le truppe d'assalto sono pronte a sbarcare sul pianeta, ma c'è ancora qualcuno da salvare su Lalonde?

Su Tranquillity intanto la Dottoressa Mzu decide, dopo ventisei anni di tranquilla permanenza sull'habitat, di darsi alla fuga. Facendolo in un modo che nessuno aveva mai osato tentare prima. L'ideatrice del misterioso Alchimista, un'arma temuta da tutti, è fuggita dalla sua gabbia dorata. Perché proprio adesso, dopo tutto questo tempo? La sua fuga ha qualche rapporto con l'invasione?

E perché i Tyrathca, una delle due razze aliene che fanno parte della Confederazione, sono così spaventati dall'invasione di Lalonde da aver deciso di risvegliare il loro Dio Dormiente?

Un finale all'insegna dell'azione per La Crisi della Realtà: battaglie nello spazio, sulla superficie di Lalonde, all'interno delle astronavi. Ancora una volta Hamilton utilizza le sue conoscenze scientifiche per descrivere in maniera realistica -plausibile, se non altro- uno scontro tra astronavi armate. Niente a che vedere con i duelli spettacolari, ma poco credibili, di Star Trek o Guerre Stellari, senza per questo togliere nulla alla drammaticità e alla tensione. Ogni uomo dell'equipaggio sa che, intorno a loro, si sta svolgendo un balletto mortale, guidato dai computer. Gli esseri umani si limitano ad essere spettatori. O vittime. Hamilton ricrea le atmosfere della guerra sui mari e dei duelli mortali tra sottomarini e incrociatori. Sulla superficie di Lalonde, invece, la guerra assume un carattere più personale, ma sempre altamente tecnologico. Laser, fucili gauss, sensori di mira computerizzati, routines di fuoco automatico: uno qualsiasi dei mercenari di Hamilton potrebbe prendere un Terminator (un modello a scelta, fate voi) e usarlo come fermacarte. Le scene d'azione sono il terreno su cui si innesta il tema fondamentale di questo volume, ovvero la definizione di essere umano. Chi si può definire tale? I mercenari, alcuni così radicalmente trasformati da essere più simili a macchine o gli asserviti, ancora umani nell'aspetto ma totalmente amorali?

Peter F. Hamilton ha creato, tra il 1996 e il 1998 una delle più vaste e spettacolari trilogie di fantascienza degli ultimi tempi. Nota come il ciclo de L'Alba della Notte si compone di La crisi della Realtà, The Neutronium Alchemist e The Naked God. Gli ultimi due romanzi sono ancora inediti in Italia. Nel 2000 ha pubblicato The Confederation Handbook, una sorta di guida all'universo de L'Alba della Notte.