C'è stata un'epoca in cui nel mondo della fantascienza esistevano le riviste ed esistevano le fanzine. Le fanzine erano cose stampate malino, in ciclostile o in fotocopia, in bianco e nero, in piccole tirature. Oggi le fanzine sono stampate benissimo o sono elettroniche, e le riviste hanno comunque piccole tirature, quindi le differenze sono puramente tecniche e difficili da dirimere.
Stampata in ciclostile quando è nata negli anni Settanta, Un'Ambigua Utopia è sempre stata un progetto molto particolare, che si ricava facilmente dal nome – derivato dal romanzo di Ursula Le Guin I reietti dell'altro pianeta – e soprattutto dal sottotitolo, Rivista di critica Marx/z/iana. Una rivista insomma che studia la fantascienza da un punto di vista politico.
48 anni dopo Un'Ambigua Utopia, che negli ultimi anni ha ripreso pubblicando diversi numeri, fa il salto e diventa una rivista pubblicata da un editore, Kipple.
Il primo numero di questa nuova vita esce in questi giorni e include una monografia sull'intelligenza artificiale.
La rivista
Una monografia sulla Intelligenza Artificiale. La fantascienza è sempre coscienza critica del reale e, senza farsi catturare dalle sirene mediatiche, sa tener conto del contesto socio-economico e politico, in cui questo strumento nasce, si sviluppa e definisce i propri scopi. Articoli, racconti, illustrazioni su questo tema così attuale.
Un'Ambigua Utopia 15, Kipple, pagg. 128, euro 15.












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