È stato pubblicato per la prima volta nel 1924, più di vent'anni prima di 1984. Noi, in russo Мы, è un caposaldo del genere distopico e attacca – anche in forma satirica – il totalitarismo dell'Unione Sovietica. Il romanzo infatti uscì in traduzione inglese, mentre in Russia non vide la luce se non a glasnost’ inoltrata, nel 1988. Vanta il primato di essere stato il primo romanzo a essere messo al bando dall'ente russo per la censura. Orwell lo lesse in francese nel 1946, e ne fu molto influenzato durante la stesura di 1984, ma la sua influenza è presente anche nel Mondo nuovo di Huxley e in Anthem di Ayn Rand.

Evgenij Ivanovič Zamjatin, nato nel 1884, passò dei guai quando Noi, vietato in Russia, fu pubblicato a sua insaputa in cecoslovacchia. Lasciò la Russia nel 1931, su concessione di Stalin, e visse a Parigi fino ala morte nel 1937.

Il libro

La storia è raccontata in prima persona dal suo protagonista, D-503, sotto forma di un diario che raccoglie sia le sue osservazioni di lavoro come ingegnere che le sue disavventure con un gruppo di resistenti noto come Mefi (dal nome Mefistofele). Il diario ha lo scopo di raccontare la felicità finalmente conseguita dai cittadini dello Stato Unico e di presentarla alle civiltà extraterrestri che la nave spaziale alla cui costruzione D-503 sovrintende, l’Integrale, incontrerà nel suo viaggio. L’innovativa visione futuristica di Zamjatin comprende abitazioni (e qualsiasi altro oggetto) costruite esclusivamente in vetro e materiali trasparenti, così che chiunque sia visibile in ogni momento.

L'autore

Evgenij Ivanovič Zamjatin, nato a Lebedjan’ nel 1884, ingegnere navale di professione, esordì nel 1909 con il racconto Odin (‘Uno’). Seguirono il romanzo breve In capo al mondo (1914) che gli costò un processo per “antimilitarismo e idee sovversive”, i racconti Gli isolani (1917) e Il pescatore di uomini (1921), nei quali l’ambientazione riflette le esperienze di un soggiorno in Inghilterra dopo la rivoluzione. La pubblicazione del romanzo Noi, uscito in Inghilterra nel 1924 e su un giornale di emigrati a Praga nel 1927, accentuò l’ostilità già creatasi intorno a Zamjatin per la sua posizione di intellettuale comunista lontano dalle forme di dogmatismo. Nel 1932, grazie all’intervento di Maksim Gor’kij presso Stalin, riuscì a lasciare la Russia e si stabilì a Parigi con la moglie dove morì nel 1937. Tra le altre opere ricordiamo A casa del diavolo (1913), Ics e altri racconti (1926), la gustosissima commedia Blocha (‘La pulce’) (1925) tratta da un racconto di N.S. Leskov, e la tragedia Atilla (‘Attila’) (1928).

Evgenij Ivanovič Zamjatin, Noi, traduzione di Alessandro Cifariello, Piccola biblioteca del fantasy, Fanucci 2021, pagg. 224, euro 10, ebook euro 7,99.