Dopo circa due settimane di trepidazione i neozelandesi (e per la verità non solo loro) hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Il rischio che la produzione di Lo Hobbit fosse spostata in qualche altra parte del mondo è stato scongiurato e dunque il prologo del Signore degli Anelli verrà realizzato negli stessi luoghi della famosa trilogia fantasy diretta da Peter Jackson.

Finora il percorso verso il grande schermo del romanzo che Tolkien scrisse nel 1937 è stato piuttosto movimentato. L’annuncio della realizzazione del progetto risale al dicembre 2007: due film, da girare uno di seguito all’altro, puntando alla distribuzione mondiale del primo per il Natale 2010. Poi le incertezze legate al futuro assetto finanziario della Metro Goldwyn Mayer hanno scombussolato tutto, al punto che anche il prossimo film su 007 è ancora sospeso. Guillermo Del Toro, che avrebbe dovuto dirigere i due film, a giugno ha gettato la spugna e dopo due anni di preproduzione a causa dei ritardi è tornato a malincuore negli Stati Uniti per dedicarsi ad altri progetti, non potendo tergiversare oltre.

Il 15 ottobre la situazione si sblocca e dalla New Line/Warner Bros annunciano che Peter Jackson stesso, oltre a essere il co-produttore e co-sceneggiatore, dirigerà i due film, che saranno girati in 3D con distribuzione nelle sale rispettivamente nel dicembre 2012 e dicembre 2013.

A questo punto però una disputa innescata dal sindacato degli attori australiano Actor’s Equity ha messo a repentaglio la permanenza del progetto in Nuova Zelanda. La divisione neozelandese del sindacato annuncia riunioni da tenersi ad Auckland e Wellington al fine di discutere come migliorare gli standard per gli attori aderenti coinvolti nel film, che nel frattempo era stato inserito in una lista nera che avrebbe impedito ai propri iscritti di parteciparvi, causando seri problemi durante la lavorazione. Approfittando di questo ostacolo imprevisto, altri paesi si sono prontamente mossi offrendo alla produzione consistenti vantaggi fiscali se il film fosse stato realizzato nei loro confini. Il 20 ottobre dilaga il panico e i principali quotidiani neozelandesi riportano che la produzione del film è seriamente a rischio di trasferta, con Irlanda e Regno Unito in prima fila per subentrare alla Nuova Zelanda.

Per i neozelandesi non solo si tratta di una questione di orgoglio nazionale ma anche di una possibile clamorosa perdita dal punto di vista economico e lavorativo. Non bisogna infatti dimenticare che la Nuova Zelanda, una superficie più o meno grande quanto l’Italia, ha solo quattro milioni di abitanti. La notizia che il ‘ban’ sul film è stato rimosso sembra tardiva. "Il danno – commenta Peter Jackson – è già stato fatto." Helen Kelly, presidente del consiglio dei sindacati dei lavoratori, non ci sta e controbatte dicendo che in realtà il fatto è che altri paesi stanno offrendo sconti fiscali doppi rispetto a quelli locali e che la Warner sta cercando di approfittare economicamente della situazione che si è venuta a creare.

In varie città neozelandesi si svolgono marce e manifestazioni di fan che chiedono che la produzione non venga spostata altrove. Una pagina su Facebook per far rimanere il film in Nuova Zelanda supera nel giro di 48 ore i diecimila iscritti. Il 21 ottobre Peter Jackson dice il destino del film è ormai fuori dalle sue mani e che il governo dovrebbe intervenire. Di lì a poco il primo ministro John Key dichiara di essere pronto a incontrare i rappresentanti della Warner, portando dunque le trattative ai massimi livelli. Il week end passa tra altre manifestazioni pubbliche legate alla campagna "La Terra di Mezzo siamo noi".

Ieri avviene il tanto atteso incontro con gli executive arrivati da Hollywood, al termine del quale un orgoglioso John Key dichiara che il film rimarrà nella terra dei Kiwi. La produzione ha ottenuto sgravi fiscali per quindici milioni di dollari, oltre ai quarantacinque milioni già pattuiti in precedenza. Per la Nuova Zelanda la soddisfazione di vedere investiti sul proprio terreno circa cinquecento milioni di dollari e l’accordo per materiale turistico da insersi nella versione DVD e Blue Ray.

Per quanto riguarda il cast l’inglese, Martin Freeman (già Arthur Dent nella Guida galattica per autostoppisti) vestirà i panni del personaggio principale, Bilbo Baggins. A Richard Armitage (anche nel cast di Captain America: The First Avenger) è andata la parte di Thorin Scudodiquercia, leader della Compagnia dei Nani, mentre l’ex Doctor Who Sylvester McCoy si è aggiudicato il ruolo del mago Radagast. Per quanto riguarda altri personaggi già apparsi nella precedente trilogia, Andy Serkis e Ian McKellen torneranno quasi sicuramente a interpretare rispettivamente Gollum e Gandalf, ma non hanno ancora firmato i contratti.