Abituiamoci al termine esopianeti, finora poco usato nella fantascienza e ancora meno nella vita di tutti i giorni. Eppure un giorno, chissà, potrebbe diventare uno dei termini più importanti per la sopravvivenza della nostra specie.
Gli esopianeti sono i pianeti scoperti in sistemi solari diverso dal nostro. Un tempo molto difficili da scoprire; un'anomalia orbitale, una macchia sul disco di una stella. Oggi, in particolare grazie alla sonda Keplero, appositamente lanciata nello spazio per trovare delle "nuove terre", sempre più facile.
Il 15 giugno il team di Keplero ha annunciato che nel primo mese di operatività la sonda aveva già catalogato oltre 300 possibili pianeti extrasolari.
Di particolare interesse inoltre è il gruppo di circa 400 stelle che vengono considerate i migliori candidati a ospitare nel loro sistema pianeti di tipo terrestre.
Almeno una dozzina tra gli oggetti trovati da Keplero è di dimensioni comparabili a Corot 7b, l'esopianeta più piccolo mai scoperto, di diametro circa 1,6 volte quello della Terra. Stiamo parlando quindi di pianeti di tipo terrestre, non dei giganti gassosi simili a Giove, più facili da vedere ma assolutamente inadatti a ospitare la vita.
Le variabili da soddisfare nella formula di Drake rimangono ancora diverse, ma certamente i pianeti di tipo terrestre sono molto promettenti. Basti pensare che nel nostro sistema un pianeta di tipo terrestre su quattro ospita effettivamente la vita, e un altro - Marte - potrebbe essere compatibile almeno a livello teorico.
Keplero ha anche osservato per la prima volta più di un pianeta nello stesso sistema stellare. Si tratta di osservazioni fondamentali per farsi un'idea su un aspetto dell'astronomia sul quale c'erano diversi dubbi: quanto sono diffusi i sistemi stellari con molti pianeti come il nostro? Le osservazioni di Keplero danno una base su cui lavorare.
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