E' in libreria il n. 3 di Carmilla, rivista diretta da Valerio Evangelisti. Un insieme di contrattempi - legati al precedente editore e alla vecchia distribuzione - hanno provocato un lungo ritardo, per cui il fascicolo esce a un anno di distanza dal n. 2. Ma ora gli intoppi sembrano definitivamente superati.

Credo non sia inutile, in premessa, spendere qualche parola sulla genesi e il significato di questa pubblicazione. Il n. 1 (prima serie) di Carmilla apparve nel 1995, come supplemento di Progetto Memoria. Questa si autodefiniva "rivista di storia dell'antagonismo sociale" e presentava ogni volta una raccolta di saggi e analisi, acuti e documentati, su temi socio-politici di attualità. Ne uscirono diciotto numeri nell'arco di un decennio (1988/98). Nel 1990 Progetto Memoria aveva ospitato nelle sue pagine anche un "dossier fantascienza"; e accenni a testi e scrittori fantascientifici apparivano talora negli articoli del Direttore responsabile, Valerio Evangelisti. Segno insomma che la science fiction, e in genere la letteratura fantastica, avevano, a giudizio di chi portava avanti quella rivista, la capacità di entrare in risonanza con le tematiche-chiave del mondo odierno.

Non sorprende quindi il successivo passo verso Carmilla. Della "prima serie" uscirono quattro numeri, che incontrarono un incoraggiante riscontro. Si pensò pertanto di ampliare il discorso, fondando una rivista con caratteristiche proprie. Unitamente allo "zoccolo duro" dei vecchi redattori provenienti da Progetto Memoria (Giorgio Tinelli, Nico Maccentelli, Wainer Marchesini, Tiziano Cardetti, e qualcun altro, oltre ovviamente allo stesso Evangelisti) furono invitati a collaborare altri nomi. Attualmente lo staff include anche - in ordine alfabetico - Danilo Arona, Claudio Asciuti, Franco Clun, Vittorio Curtoni, Sandrone Dazieri, Angelo Filippini, Domenico Gallo, Andrea Marti, Luca Masali, Emiliano e Francesco Mattioli, Silverio Novelli (Direttore responsabile), Valentina Paggi, Pierangelo "Hobo" Rosati, Francesco Scalone, Roberto Sturm, Nicoletta Vallorani, il sottoscritto; altri collaboratori variano (stavolta troviamo anche Fabio Giovannini e Riccardo Valla. La copertina è di Andrea Abita. Illustrazioni interne di Francesco D'Erminio, Giuliano Giunta, Cristian Lanzoni, Luca Marconi, Francesco Mattioli, Alessandro Semeghini).

Carmilla si pone quindi - per genesi e propositi - come pubblicazione diversa, imperniata sulla fantascienza e sulla letteratura fantastica ma aperta ad altri generi narrativi "popolari", nonché all'analisi di fenomeni di attualità. Una commistione inscindibile di reale e fantastico, si potrebbe dire, e il motivo è presto detto.

Questo n. 3 si apre con l'editoriale Il Signore degli anelli di fumo, in cui Evangelisti evidenzia - con la sua consueta amalgama di ironia e di puntuali riferimenti - il vuoto politico, scientifico, culturale, che rischia di soffocarci, e conclude: "Ma, si chiederanno in tanti, tutto ciò cosa ha a che vedere con la fantascienza, l'horror, il noir, eccetera? (...) Be', nei momenti in cui la letteratura alta stava in ginocchio, è sempre stata quella bassa a parlare chiaro e forte, approfittando della sua maggiore libertà."

Le letterature "basse", e segnatamente la science fiction, sono oggi - potrebbe sembrare un paradosso - le uniche a possedere strumenti idonei per rappresentare e indagare i temi tecnologici e sociali che stanno sconvolgendo - nel bene ma più spesso nel male, o almeno in modo ambiguo - le coordinate biologiche, di lavoro, economiche, industriali, ambientali, e dei rapporti, umani su tutto il pianeta.

Il fascicolo contiene, per quanto riguarda la narrativa: un racconto inedito di Paul Di Filippo (lo scrittore statunitense teorico e cultore dello steampunk; traduzione di Piergiorgio Nicolazzini), e storie di Stefano Caronia, Francesco E. Mattioli, Claire e Robert Belmas, Jacques Barbéri (la rivista continua a presentare autori stranieri non di lingua inglese), e l'ultimo episodio di un romanzo a puntate di Nico Maccentelli. Le rubriche riguardano: cinema (un articolo sul film Malpertuis), recensioni; uno speciale dedicato alla presunta "morte della fantascienza". Infine interventi sulle controculture digitali, sulla "fantascienza dei non fantascientisti", su certi risvolti della globalizzazione e della new economy, eccetera.

Infine: perché il nome "Carmilla"?

E' ancora Evangelisti a illustrarcelo, nell'editoriale del primo numero: "Carmilla di Karnstein è diversa. Seducente e trasgressiva, non teme affatto la luce del sole e non ama dormire troppo a lungo nei sepolcri. Dracula è un vampiro notturno, Carmilla è un vampiro lunare. Quando sceglie come terreno d'azione la notte, lo fa alla stessa maniera di Diana, Ecate, Persefone, Iside. Divinità femminili e liberatrici che guidavano la corsa sfrenata di legioni di donne alla luce suadente della luna, in conformità a ritmi biologici antichi e segreti. (...) In quest'epoca di sinistre virtuali e non reali, ci piace pensare a una sinistra che di Carmilla condivida il potere seduttivo, trasgressivo, lunare e libertario; capace di soggiogare, ma in virtù dell'intelligenza..."