Hanno praticamente inventato un genere, quello dei tie-in Lego. Una sorta di simpatico intruglio a metà tra Mel Brooks e Buster Keaton. Scary Movie, Shrek e Charlie Chaplin. Le gag del cinema muto e la comicità irriverente della parodia contemporanea, ma assolutamente edulcorata, in versione politically correct, come licenza impone.

Dopo i successi delle trasposizioni digitali dell'esalogia di Star Wars e della trilogia di Indiana Jones, la macchina da presa dalla soft.co inglese Traveller's Tale, passata sotto l'ala del colosso Warner, si sposta a Gotham per raccontare le avventure tutte da ridere del dinamico duo Batman e Robin. Anche se Lego Batman si può giocare tranquillamente da soli, alternandosi ai comandi della coppia con l'intelligenza artificiale, i livelli del gioco sono studiati per divertirsi al massimo in modalità cooperativa, suddividendosi i compiti, caso tipico un figlio col suo papà. Oppure due amici che vogliono trascorrere una serata in allegria. Per la filosofia della serie, che non contempla game over tendendo sempre una mano al giocatore, tutti possono raggiungere la fine della sfida senza faticare troppo. Collezionare ogni segreto è invece un'impresa capace di solleticare anche il palato dei più esperti, catapultati in un videogame citazionista non semplicemente sul piano narrativo. Dai classici a piattaforme ai picchiaduro a scorrimento di una volta, ingredienti principali – magari non formalmente perfetti, ma genuini - di un cocktail analcolico sospeso tra tradizionalismo, semplicità e un pizzico di nostalgia.

La trama, a differenza dei precedenti titoli legati ai film, è originale, pur concedendosi qualche eco cinematografica pre-Nolan, e introduce la doppia prospettiva sulla storia, vista prima con gli occhi degli eroi e poi con quelli degli antagonisti, una ricca carrellata di vecchie conoscenze del Cavaliere oscuro. Enigmista, Pinguino e Joker sono scappati coi loro compari dal manicomio di Arkham. A Batman e Robin il compito di riacciuffarli, sfruttando i fantastici poteri del proprio guardaroba (ogni costume sblocca una curiosa abilità), mentre giocando nei panni dei cattivi si scoprono i retroscena dei progetti criminali, alla base dei tre episodi in cui è ripartito il videogame. Nei filmati nessuno parla, la recitazione degli omini è tutta impostata sulla fisicità pasticciona delle figuracce.

Analizzato tecnicamente, Lego Batman è probabilmente il miglior titolo della serie Lego. La ricetta è stata raffinata, le varie componenti approfondite e gli sviluppatori hanno saputo, di nuovo, fare tesoro dell'universo al centro della loro parodia, costruendo un microcosmo a mattoncini curatissimo nel quale si sono sbizzarriti soprattutto a tradurre in maniera ironica i diversi poteri e manie dell'ampio cast di personaggi Dc. Ma, per contro, la formula non ha più la freschezza degli esordi.