Figlio del progressivo incontro tra l'emozionante stile visivo del cinema di Hong Kong e i temi delle pellicole d'azione hollywoodiane, Romeo deve morire è una contaminazione e al tempo stesso una celebrazione di un nuovo modo di fare cinema. I temi ­ come quello di questa pellicola in cui un ex poliziotto viene in America dall'ex colonia britannica per vendicare il fratello morto ­ sono propri della cinematografia orientale. Onore, lealtà, coraggio e nobiltà d'animo sono protagoniste, infatti, di un film dove i singoli vengono schiacciati dagli interessi economici di un'oligarchia mafiosa che tenta di ripulirsi e fare dimenticare il passato. Romeo deve morire è un film in cui le inevitabili tensioni razziali tra i cosiddetti 'neri' e i 'gialli' fatalmente avversari tra loro, vengono sfumate in favore di una più romantica attenzione ad una riedizione modernista e all'acqua di rose del tema immortale di Giulietta e Romeo. Incentrato sulla recitazione elegante dell'attore Jet Li (già apprezzato come nemico di Mel Gibson in Arma Letale 4) Romeo deve morire è una pellicola forse un po' troppo lunga, ma certamente emozionante in molti suoi punti. Non ultimi quelli legati alle animazioni degli effetti letali dei colpi proibiti delle discipline marziali orientali. In più la musica rap, le forme sinuose della cantante Aliyah e lo stile visivo tipico della MTV generation trasformano Romeo deve morire in un'interessante pellicola d'azione, nonostante le tantissime incertezze narrative che tendono a seguire una strada già battuta (forse per certi versi anche meglio) negli originali già prodotti nel passato nell'ex colonia britannica da autori del talento e dal calibro stilistico come John Woo.