Questo è il primo editoriale del dopo Vic.

Sul numero scorso, uscito poco dopo la scomparsa del nostro grande direttore, ha fatto molta impressione il suo ultimo editoriale. Avevamo deciso di pubblicarlo ugualmente, una decisione apprezzata da molti, anche se la lettura di quelle righe così cariche di voglia di fare e di vivere era emotivamente difficile da sostenere. In novembre a Piacenza abbiamo organizzato, insieme alla vedova Lucia e alla libreria Fahrenheit 451, un ricordo-saluto che è stato per tutti i partecipanti un’esperienza bella, commovente ma col sorriso sulle labbra. Abbiamo ricordato un amico, un grande uomo, le cose belle che ha fatto e che ci ha lasciato; hanno parlato le persone chiamate sul palco ma anche molti tra il pubblico, portando aneddoti e ricordi personali, per concludere poi la giornata, con la certezza della sua approvazione, con una grande e affollatissima cena.

Come avrete forse notato, da questo numero abbiamo deciso di aggiungere in copertina la frase “rivista di fantascienza fondata da Vittorio Curtoni”. L’eredità del grande Vic per noi sarà sempre sacra e non sarà difficile seguire le sue orme, visto che è stato lui a insegnarci a camminare. Come ho apertamente riconosciuto anche durante l’evento di Piacenza ogni volta che mi sono trovato a dirigere una rivista, che fosse una rivista amatoriale come ai tempi del liceo o una rivista online come Delos Science Fiction, la mia fonte di ispirazione erano Robot e Aliens, dalle quali avevo ricevuto l’imprinting fin dalle mie prime letture di fantascienza. Negli ultimi anni poi lavorando fianco a fianco a Vic su Robot l’esperienza si è aggiunta all’ispirazione.

 Da questo numero però cambia anche, per forza di cose, il nome del curatore della rivista. Anche se è vero che negli ultimi due anni l’apporto di Vic era abbastanza ridotto e la rivista veniva portata avanti soprattutto da me e da Francesco Lato, il nome nel colophon mi dà qualche responsabilità in più. Robot in modo automatico, seguendo il sentiero ormai tracciato e sicuro che percorriamo ormai da 25 numeri. Ho voglia di cambiare, di sperimentare; o forse, più che di fare qualcosa di diverso, direi che il mio obiettivo è quello di prendere meglio la mira, affilare la punta, rendere più forte e caratterizzata questa rivista.

Robot andrà incontro a qualche cambiamento. Sarà una cosa graduale e potranno essere fatti dei tentativi che magari non funzioneranno e ci costringeranno a tornare sui nostri passi. I dettagli li vedremo nell’arco di qualche numero, per il momento mi sento di fare più che altro una dichiarazione di intenti.

Il concetto generale è quello di rafforzare il carattere della rivista. Vorrei che Robot diventasse un po’ più cattiva. Che proponesse idee, opinioni, discussioni, magari anche forti, magari anche non condivise dalla redazione. Un rinnovamento che credo sia perfettamente nel solco della rivista originale, che aveva un piglio forte, deciso, che nella nuova versione forse si era un po’ attenuato.

Già in questo numero ho voluto mettere in pratica un’idea che avevo da un po’ di tempo, quella di far rivivere la rubrica Polemiche che è probabilmente la sezione della Robot originale più famosa (famigerata?). La rubrica ospiterà su ogni numero un opinionista diverso, nelle intenzioni (ma non vogliamo impiccarci su regole fisse) persone che non fanno parte della redazione. Apriamo con Luisa Iori perché appena ho pensato la parola “polemiche” mi è venuto in mente il suo nome, viste le ampie e aspre discussioni che i suoi articoli su Fantascienza.com suscitano regolarmente.

All’epoca della Robot originale la discussione poi continuava tramite lettera. Un lettore mi ha chiesto di riprendere la rubrica delle lettere, ma la cosa è impossibile: le lettere, semplicemente, non arrivano più. Non che oggi non si discuta, anzi forse non si è mai discusso tanto come oggi, ma ovviamente usando altri mezzi: forum, mailing list, blog, Twitter, Facebook e via così. Entro quest’anno una cosa che conto di fare è portare un po’ di più la community di Robot sulla rete, con un sito dedicato (attraverso il quale magari vendere anche le copie di Robot in versione digitale, già disponibili su UltimaBooks e altri siti) dove dibattere, dare voti ai racconti, scrivere commenti, leggere anteprime, twittare e sharare e tutti gli altri verbi della socialità del ventunesimo secolo.

Altre idee. Continueremo a seguire le ultime novità internazionali, i vincitori dei premi Hugo e Nebula, ma ci piacerebbe cominciare a proporre anche qualche classico o qualche racconto poco conosciuto di autori del passato. Senza eccedere: ci sembra già di vedere i nostri lettori più scafati che si preoccupano dell’arrivo di ristampe… ma i nuovi lettori, i giovani, come farebbero altrimenti a scoprire capolavori che è sempre più difficile trovare?