Dopo l'adesione di Julianne Moore, anche Jessica Biel si è unita al cast di Next, ennesimo adattamento cinematografico di un'idea dickiana. La sorte di Philip K. Dick, dopo la sua riscoperta editoriale (purtroppo postuma), è stata davvero bizzarra: negli ultimi anni, ormai, si è perso il conto delle pellicole ispirate, in misura più o meno diretta, ai temi della sua opera. Dopo aver tenacemente inseguito il progetto di una trasposizione di Ubik (il regista francese Jean-Pierre Gorin, già collaboratore di Jean-Luc Godard, gli aveva affidato la cura della sceneggiatura prima che il progetto naufragasse a causa delle sue cattive condizioni di salute), dopo aver fatto appena in tempo a visionare con Ridley Scott una versione semidefinitiva di Blade Runner, il film dickiano per antonomasia, con gli anni Novanta il grande scrittore californiano sembra essere entrato in una sorta di primavera eterna. Dopo il muscolare Atto di Forza di Paul Verhoeven e lo spartano Screamers - Urla dallo Spazio di Christian Duguay, è stata la volta del deludente Impostor di Gary Fleder e dell'altalenante Paycheck, di John Woo. Meglio di Steven Spielberg, che con Minority Report ha confezionato un ibrido di generi che nella complessità della struttura noir finisce per smarrire le istanze morali del racconto da cui è tratto, sembra essere riuscito a fare Peter Weir nel suo eccezionale The Truman Show (complice anche una straordinaria interpretazione di Jim Carrey e Ed Harris). E se i fratelli Wachowsky hanno confezionato con Matrix una sorta di compendio, oltre che del cyberpunk, soprattutto delle più cupe ossessioni dickiane, una grande aspettativa si è venuta a creare, in questi ultimi anni, intorno all'ambizioso progetto di Richard Linklater di adattare lo stupendo Scrutare nel buio in un film di animazione, interpretato, tra gli altri, da Keanu Reeves (sempre più icona del cinema cyberpunk) e Winona Ryder: A Scanner Darkly, in uscita per questa estate, già si preannuncia come uno degli eventi dell'anno.

Dopo tanto parlare, si appresta ad entrare nel vivo anche la produzione

Nicolas Cage, alla sua prima interpretazione SF doc, sarà "The Golden Man".
Nicolas Cage, alla sua prima interpretazione SF doc, sarà "The Golden Man".
di Next, per la regia di Lee Tamahori. Il regista neozelandese, dopo l'impegno degli esordi (ricordiamo Once Were Warriors, sulle difficoltà d'integrazione e la lenta scomparsa della cultura dei maori), ha ripiegato da qualche anno su più redditizi progetti commerciali (007 La morte può attendere, xXx 2: The Next Level). Su di lui è infine ricaduta la scelta dei Revolution Studios per portare sullo schermo la sceneggiatura che il veterano Gary Goldman (già sceneggiatore di Atto di forza e produttore esecutivo di Minority Report) ha tratto dal racconto The Golden Man, tradotto in Italia negli anni Ottanta da Urania in un'antologia dickiana dal titolo Piccola Città. Il volto del protagonista, ormai scelto da tempo, sarà quello di Nicolas Cage, che vestirà i panni di un uomo capace di prevedere il futuro e così mutare il corso degli eventi. Braccato dall'FBI che vuole servirsi delle sue straordinarie capacità nella lotta al terrorismo, "the golden man" si troverà infine a scegliere tra i destini del mondo e la sua sorte. Jessica Biel (Non aprite quella porta, Blade: Trinity, Stealth - Arma Suprema) sarà Liz, la donna amata da Cage e a rischio di vita per un attentato terroristico. Così snocciolata, la trama offre almeno qualche spunto di interesse per quel che concerne i contatti con la nostra sempre più cupa attualità. E c'è da confidare che la professionalità di Goldman, che sarà anche produttore esecutivo del film, renderà un buon servigio al prodotto finale. Le riprese del film dovrebbero cominciare tra qualche settimana, in vista di un'uscita annunciata per il 2007.

Julianne Moore, dopo Il mondo perduto, Evolution e The Forgotten, è ormai una veterana del cinema di fantascienza.
Julianne Moore, dopo Il mondo perduto, Evolution e The Forgotten, è ormai una veterana del cinema di fantascienza.
Stando alle circostanze, sembra quasi che Hollywood, più che innamorarsi di Dick, abbia contratto una vera e propria dipendenza. Visti certi risultati, infatti, pare che il continuo afflusso di denaro sonante dalle major, oltre che a gonfiare i budget per gli immancabili baracconi degli effetti speciali, serva anche per annacquare la potente carica filosofica, etica e metafisica che sorregge le opere dickiane. In perenne crisi di idee, i creativi degli studios hanno probabilmente trovato nella bibliografia di questo grande del Novecento un el Dorado da saccheggiare senza farsi troppi scrupoli. Speriamo che proprio con Next e con A Scanner Darkly, gli ultimi due titoli che si annunciano in ordine di tempo, avremo una smentita a questa paranoica sensazione.