Prevedere il futuro è da sempre uno dei sogni dell’uomo. Dagli aruspici degli antichi romani ai big data oggi, il sogno si è trasformato e "modernizzato", ma non è mai passato di moda. Nel secondo numero di Futuri, la rivista trimestrale di approfondimento dell’Italian Institute for the Future dedicata agli scenari di lungo termine e ai futures studies, la disciplina che studia i diversi, possibili futuri, si parla proprio di “prevedere il futuro”. Utopia ancora oggi, certo, ma con qualche passo avanti.

Roberto Poli, docente di previsione sociale all’Università di Trento, usa per esempio il termine anticipatory governance per suggerire una strategia di anticipazione del futuro in grado di rendere più resilienti i nostri sistemi politici; Carolina Facioni, sociologia all’Istat, s’interroga su come i futures studies possano incrociarsi con i nuovi indicatori del benessere sociale per elaborare politiche della “felicità”; Peter Turchin dell’Università del Connecticut utilizza la sua teoria della cliodinamica per prevedere un futuro periodo di caos politico negli Stati Uniti; Adolfo Fattori dell’Università di Napoli si chiede come mai non fu possibile prevedere la Grande Guerra; gli economisti dell’Università di Roma “Tor Vergata”, Lorenzo Pecchi e Gustavo Piga, riprendono un saggio poco noto di John Maynard Keynes su come vivremo nel 2030; e lo scrittore Nunziante Albano ci accompagna per mano alla scoperta di come la scienza immaginaria della psicostoria inventata da Isaac Asimov abbia ispirato matematici, fisici ed economisti.

Ma c’è spazio anche per molto altro nel secondo numero di FUTURI. Nelle rubriche “Osservatori”, a cura degli esperti dell’Italian Institute for the Future, si parla di rivoluzione energetica, discariche, slum e cambiamento climatico, sistemi complessi, sharing economy, politiche di sviluppo economico sostenibile e spazio europeo difesa.

Tra le firme degli articoli ospitati nella sezione “Scenari” ci sono Leonardo Becchetti (Le agende politiche, l’orizzonte e il bene comune), Cosimo Abbate (La legge dello zero), Emilio Di Lorenzo (Energia del vento: obiettivo 2030), Fabio Di Nunno (Cybercrimine: nuove sfide e minacce in evoluzione), Bruno Lenzi (Biomedica 2.1: protesi low-cost e open-source con la stampante 3D) e Filppo Zuliani (I limiti dello sviluppo: un’analisi del rapporto al Club di Roma).

L’articolo ospitato nella rubrica “Strategie”, vetrina per le realtà innovative del Mezzogiorno italiano, è dedicato al Polo Tecnologico della Città della Scienza di Napoli. Mentre il racconto lungo della sezione che chiude il numero, “Narrazioni”, s’intitola Due Mondi ed è una visione della Terra del remoto futuro stravolta dall’apocalisse ecologica firmata dal pluripremiato scrittore Francesco Verso (Premio Italia 2014 con il romanzo Livido).

Futuri n. 2 è acquistabile in versione cartacea (68 pp., 4,90 €) sul sito www.instituteforthefuture.it e su Amazon.it; in versione digitale (2,99 €) su tutte le librerie on-line.