Vittorio Vandelli, insegnante e scrittore, ci propone il romanzo Dark City (2013), una sua personale, ma certo non impossibile, visione del mondo come potrebbe evolversi nell'arco di non più di 70/80 anni. Il romanzo è quasi un incubo: racconta come potrebbe essere un futuro non troppo lontano se l'umanità dovesse continuare a percorrere la strada cieca che ha imboccato e che la porterà verso un autoritarismo mediatico.

Esisteranno due blocchi contrapposti. Da una parte il megastato di Euroamerica con le sue immense megalopoli inquinate, dove vige una democrazia che tutto è tranne che vera democrazia, per contro nell'altro blocco, quello degli Emirati Islamici Orientali Uniti, vi sono tutti gli ex stati mussulmani. È uno stato integralista il cui unico scopo è la distruzione dello stato degli "infedeli".

Emiliopolis è una immensa città di Euroamerica. Le autorità hanno notizia di un possibile devastante attacco terroristico e per questo hanno messo in allarme le loro forze dell'ordine, ma in particolare Dick, uno dei loro migliori agenti speciali. Le piste che Dick segue lo porteranno in giro per il mondo, anche dall'altra parte dell'unico confine esistente. Ciò che andrà a scoprire è un terribile segreto che farà di lui un obiettivo da eliminare a ogni costo.

Per rimanere vivo avrà una unica possibilità: rivelare a tutto il mondo quanto sta accadendo, ma sarà possibile? Quale mezzo dovrà usare quando tutti i sistemi di comunicazione sono sotto stretta  sorveglianza?

L'autore

Vittorio Vandelli (Modena 1956) insegna lingua e letteratura inglese. Agli inizi degli anni Ottanta si laurea in letteratura anglo-americana presso l'università di Bologna con una tesi su Raymond Chandler. Nel 1989 è tra i finalisti del premio letterario Città di Modena per racconti e romanzi gialli inediti con il romanzo Scrivere o Uccidere. Dagli anni Novanta, Vandelli si dedica a varie attività culturali. Traduce Strawberry Fields (Giunti, 1995), e La Grande Storia dei Beatles (Giunti, 1996).

La quarta di copertina

Alla fine del XXI secolo, Emiliopolis è una delle megalopoli sterminate, oscure e inquinate, che formano il megastato di Euroamerica, sedicente democrazia ipertecnologica basata sul pensiero unico, sulla neo-lingua chiamata High-Tech-English e sul modello sociale americano più conservatore.

La metropoli è minacciata da un imminente attacco terroristico ordito dagli IOUE, gli Emirati Islamici Orientali Uniti, il grande califfato integralista che ha unito tutti gli ex stati musulmani, in permanente conflitto con Euroamerica.

Incaricato di sventare la minaccia è Dick, agente speciale a contratto e scrittore, sulle cui spalle pesa un fardello che ne ha segnato l’esistenza e che lo rende insensibile al rischio. L'indagine lo porta in giro per il mondo, da una parte all'altra dell'unico confine rimasto.

Nel corso dell'indagine Dick si trova coinvolto in un gioco più grande di lui che lo porta a scoprire una serie di realtà inconfessabili del mondo nel quale vive. Egli stesso diventa così una preda e non è più in grado di capire chi siano gli amici e chi i nemici dai quali è costretto a fuggire. Si rende allora conto che l'unica possibilità di sopravvivenza per lui stesso e la sua città è quella di rivelare al mondo il terribile segreto che ha scoperto, in una corsa disperata contro il tempo e contro tutti, nella flebile speranza che la scrittura possa ancora salvare il mondo dall'Apocalisse.

Vittorio Vandelli, Dark City (2013)

Edizioni Solfanelli, collana Pandora 27, pagg. 317, euro 20,00