Tutti parlano di crescita, di percentuali, di incrementi, di classifiche, ma sono pochi quelli che davvero hanno il coraggio di tirar fuori dei valori assoluti, nel mondo dei libri elettronici. Persino Amazon, che ogni tanto spara qualche comunicato annunciando che gli ebook hanno venduto più di questa o quell'altro tipo di libri, non dice mai in termini assoluti a quante copie o a quanti soldi questo corrisponda.

Lo ha fatto ieri sul suo blog Antonio Tombolini, con una stima, ovviamente (visto che dati precisi non ne dà nessuno), ma certamente se c'è qualcuno in Italia che può fare una stima del genere è lui, fondatore di Simplicissimus, il primo e più importante distributore italiano di ebook.

La cifra, secondo Tombolini, è di 65.000 copie vendute nel 2010, quasi tutte concentrate tra ottobre e dicembre quando le libreria online hanno cominciato ad aprire. Per un fatturato totale di 700.000 euro, pari allo 0,05% del mercato del libro.

Delos Books da parte sua - e qui i dati sono sicuri - ha venduto 895 copie nel 2010, il che vorrebbe dire che oggi la nostra casa editrice vale l'1,13% del mercato italiano del libro elettronico. Noi siamo contenti del risultato: ogni mese la percentuale di vendite aumenta, anche se non a un ritmo vertiginoso (dal 30 al 60% a seconda dei mesi). Abbiamo un catalogo di 70 titoli e certamente supereremo i cento entro l'anno.

Secondo Tombolini il numero di copie vendute nel 2011 dovrebbe salire almeno a 400.000, che secondo noi è una stima molto prudente, meno del doppio dell'anno precedente considerando che si parla di 12 mesi contro i poco più di tre del 2010.

Ma diciamolo chiaramente: il mercato degli ebook è piccolo e cresce più lentamente del previsto. Probabilmente anche bloccato da strategie commerciali che sembrano fatte apposta per trattenerlo, forse temendo ripercussioni sulle vendite del libro stampato: prezzi alti - le novità spesso oltre i 10 euro - e protezioni DRM le principali palle al piede, a nostro avviso. È dimostrato ormai che i prezzi bassi favoriscono la vendita, non solo nel numero di copie (che sarebbe ovvio) ma nel fatturato totale del libro.

Se c'è una lunghissima cosa di editori medi e piccoli - da Newton Compton, Giunti fino a Delos Books, a Kipple per esempio - che pubblica a prezzi bassi e senza drm, la responsabilità di queste scelte cade soprattutto sui principali operatori del settore.

I grossi gruppi - Mondadori, GEMS, Feltrinelli, Rizzoli - sono fissi sulle loro politiche che prevedono DRM su tutto, prezzi medi per i titoli di catalogo e alti per le novità. E attenzione, la responsabilità non è solo degli editori: anche i grossi agenti, da Santachiara a Bernabò, impongono queste condizioni: DRM obbligatorio, prezzi del libri non inferiori al 60 o 70% del titolo stampato. È chiaramente una posizione prudenziale, e del resto spesso è dettata dagli stessi agenti stranieri dei quali gli agenti italiani sono interlocutori, una scelta di attesa per vedere cosa accade e difendere il proprio patrimonio autoriale, ma certamente non aiuta la nascita di un nuovo mercato che viceversa avrebbe bisogno di essere incentivato.

Andando avanti in questo modo si corrono due grossi rischi. Uno è quello della pirateria: perché quello che gli editori fanno finta di non capire è che l'ebook non deve confrontarsi col prezzo del libro, ma col non-prezzo dell'ebook piratato. Un prezzo accessibile invoglia il lettore a comprare; un prezzo alto lo fa esitare, magari dare una controllatina che non sia possibile trovare il titolo in altro modo. E attenzione, una volta che l'abitudine è presa, cambiare rotta sarà più difficile.

Il secondo pericolo si chiama Amazon Kindle. Se il mercato degli ebook in Italia resta limitato a centomila ebook reader e a una milionata di tablet (solo in minima parte usati come ebook reader), nel momento in cui Amazon decida che è arrivato il momento di aprire sui mercati europei in un batter d'occhio spazzerà via tutti con il suo Kindle.

Cosa sia in grado di fare Amazon lo abbiamo visto: ha aperto il negozio in Italia con sconti del 30% su tutti i libri, causando gravissimi danni a tutti gli altri operatori del settore e alle stesse libreria. Perdendo una marea di soldi, ma conquistando quote di mercato: il cosiddetto dumping, che un colosso come Amazon può permettersi senza batter ciglio. Se Amazon imporrà anche in Europa il Kindle come standard, distributori e librerie online saranno i primi a rimetterci, ma subito dopo verranno editori e agenti, che non avranno più alcun peso nella discussione con un operatore che controllerà non solo il mercato ebook ma anche il mercato del libro stampato.

E in definitiva, venendo a mancare la libertà di scelta e la concorrenza, tutto ciò andrà anche a scapito dell'utente.

È ora di darsi una svegliata. Non penserete davvero che tra venti, trenta, cinquant'anni per pubblicare un libro sarà ancora necessario spalmare inchiosto sulla polpa degli alberi, vero? E allora forse sarà il caso di cominciare davvero a capire quale vogliamo che sia il nostro futuro.