È un mondo triste e malato quello che ci descrive Paolo Zanotti nel romanzo Bambini bonsai in libreria in questi giorni edito da Ponte alle Grazie. Nel raccontarci di quanti vivono o per meglio dire sopravvivono nella fascia costiera ligure che parte dalla Francia per arrivare al porto di La Spezia, l'autore disegna i contorni di un pianeta ormai ammalato e senza speranza: il mare è completamente morto, non ci sono più né pesci né animali di alcun tipo, solo l’uomo tenacemente sopravvive. Come si sia arrivati a tale situazione viene descritto brevemente con la frase “molto prima che il clima cambiasse”, e il resto viene lasciato all'immaginazione del lettore.

Nel racconto seguiremo le avventure di un ragazzino, Pepe. Sin da quando muove i primi passi, viene portato dai suoi genitori in un agglomerato nato nel cimitero di Genova e che ne conserva ancora il nome: Staglieno. Il padre, ridotto quasi a un robot con molte parti meccaniche, ha perso il lavoro e così la famiglia è stata costretta a trasferirsi nell'agglomerato presso la zia Incarnazione. Pepe viene portato dentro un secchio pieno d’acqua, secchio che venne cambiato quando il ragazzo "fa la muta" con uno più grande, poi al quarto secchio è abbastanza grande per andare in giro da solo.

Pepe cresce, conosce un’altra ragazzina di nome Primavera e quando finalmente arriva la prima grande pioggia, mentre gli adulti si rifugiano in casa, i due ragazzini, assieme a tutti gli altri, escono dall’agglomerato e vanno verso l’avventura, nel loro girovagare arriveranno al mare e qui conosceranno tre strani ragazzi capeggiati dalla leader Petronella, sono bianchi come la cera, muniti di una straordinaria valigia che li fornisce quasi di tutto. Insieme continueranno a girare e a fare esperienze sino a che Petronella li inviterà nella sua casa da favola che si trova sotto il mare...

L’autore. Paolo Zanotti, nato a Novara nel 1971, vive a Bologna. Suoi racconti sono comparsi nelle riviste Il Caffè illustrato e Nuova Prosa e nella raccolta Best Off 2005 (minimum fax). Ha pubblicato vari saggi sul romanzo d'avventura e sulla letteratura per l'infanzia. Questo è il suo primo romanzo.

Un brano dal testo. "Ti racconterò i tempi della pioggia. Evocherò per te l'attimo sospeso in cui, dopo mesi e mesi di calura rognosa, apocalittica, omicida, l'afa raggiungeva il suo picco, il tempo era immobile, il corpo si scioglieva: il big bang era vicino, lo si poteva toccare. Ti spiegherò come, dopo il primo scroscio, noi bambini ci riunivamo in bande. Non c'era bisogno di conoscersi prima né di vestire la stessa livrea: un istinto simile a quello degli uccelli migratori avrebbe indirizzato pure noi." 

La quarta di copertina. In un futuro non così remoto, i bambini sono creature diafane e solitarie, costrette a ripararsi dal sole perenne e feroce, ricche di una fantasia acutissima, a noi sconosciuta. Pepe è cresciuto in una baraccopoli ai margini di Genova, alle prese con una madre soavemente irresponsabile e un padre smarrito nelle droghe musicali. Per anni sue confidenti sono state le antiche figure borghesi del cimitero di Staglieno e una vecchia zia eccentrica, ultima testimone della scomparsa dei gabbiani. Ma Pepe adesso scruta i cieli, sa che il momento è vicino: tra poco non sarà più solo, dopo anni di calura sta per tornare la grande pioggia. Un evento così catastrofico che la vita ordinaria sarà sospesa, gli adulti si rifugeranno in letargo nelle loro stanze, e i bambini potranno invece avventurarsi liberi per le strade del mondo. Assieme a Primavera, compagna precoce e ficcanaso, Pepe è finalmente pronto a partire per il viaggio di tutta una vita. Non sa ancora che nella pioggia troverà l'appuntamento struggente e definitivo con Sofia e Petronella, l'amicizia, il mare, la morte, la ribellione, l'amore. Non sa ancora che in quelle poche settimane si giocherà per intero il senso del suo destino.

Paolo Zanotti, Bambini bonsai (2010).

Ponte alle Grazie, pagg. 229, euro 17,00