I computer capaci di pensare e reagire agli stimoli esterni in maniera autonoma hanno sempre spopolato tra le pagine dei libri di fantascienza e al cinema. A partire dal leggendario HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio, fino ai robot sterminatori della saga di Terminator e alle singolarità tecnologiche di Stross e altri autori, il concetto di intelligenza artificiale ha attraversato una robusta evoluzione nell'immaginario collettivo, tanto che Isaac Asimov coniò le famose leggi della robotica atte proprio a governare il rapporto tra robot ed esseri umani nell'universo dei suoi racconti.

Se fino a qualche decennio fa l'idea che un insieme di circuiti integrati potesse riprodurre le potenzialità del cervello umano era relegata al mondo della fantascienza, tra qualche anno potrebbe diventare una realtà tangibile. È infatti in corso di sviluppo un progetto patrocinato dall'IBM volto a creare un cervello elettronico in grado di rispondere a vari stimoli del mondo esterno in maniera simile a quella di un cervello umano. Al lavoro su questo progetto, finanziato dall'Agenzia per la Difesa americana, si trovano ricercatori dell'IBM e di cinque Università statunitensi.

L'obiettivo è proprio quello di costruire una macchina con la struttura cognitiva del cervello umano e per farlo vengono sfruttate le più moderne ricerche nel campo della neuroscienza che hanno permesso di conoscere meglio il funzionamento delle sinapsi cerebrali, ovvero quelle strutture che permettono la comunicazione tra i neuroni. Inoltre, è necessario avvalersi delle scoperte nel campo delle nanotecnologie per poter ricostruire fedelmente una rete di neuroni con densità confrontabile con quella presente nel cervello. Un calcolatore dotato di queste caratteristiche potrebbe essere usato, ad esempio, per eseguire analisi dati in campo ambientale, per l'analisi di immagini molto complesse e per tutta una serie di processi decisionali al di là delle capacità dei calcolatori moderni.

A tutt'oggi, è possibile simulare al computer il comportamento di piccoli mammiferi, ma simulare un cervello umano richiede massicce potenzialità di calcolo e la possibilità di mettere in pratica il concetto di elaborazione simultanea di tante operazioni.

I ricercatori sostengono che i tempi siano finalmente maturi per permettere alla tecnologia di evolversi fino a questo nuovo tipo di intelligenza artificiale. Un primo passo avanti, quindi, verso quelle atmosfere della robotica presenti nei racconti di fantascienza che tanto fanno sognare gli appassionati.