"Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare" anche se in questo caso diventare "duri" non è stata una scelta dei protagonisti.

Quando viene annunciato un nuovo fumetto e nella presentazione viene dichiarato che sarà il primo del suo genere in qualche particolare di secondaria importanza solitamente nasce nel lettore scafato una certa preoccupazione destinata solamente a crescere se alla primizia si associa il termine "fantascienza" già di questi tempi abbastanza abusato. Il primo fumetto a colori di fantascienza dell'editrice Bonelli, ci sono già abbastanza elementi potenziali da far fuggire terrorizzato il lettore scafato di cui sopra, si chiama Orfani ed in definitiva, almeno rimanendo sul primo numero di quella che dovrebbe essere una miniserie, è un bel fumetto. Roberto Recchioni (Dylan Dog, John Doe, David Murphy – 911) per sceneggiatura e testi assieme ai disegni di Emiliano Mammucari (Napoleone e Caravan) in effetti già di per se sono una garanzia di vedere perlomeno qualcosa di innovativo ed allo stesso tempo di ben studiato e ponderato, se poi si aggiunge all'impasto la passione di entrambi per saltare con grazia da generi molto diversi tra loro come letteratura, videogiochi e fumetti prendendone le migliori ispirazioni c'è la certezza di non venir troppo delusi.

La Terra viene devastata da un improvviso quanto cataclismatico attacco di alieni sconosciuti, interi continenti sono ridotti a macerie fumanti e poco o nulla si sa degli avversari di un genere umano a rischio di estinzione. Fra i sopravvissuti vengono raccolti dall'esercito giovani ragazzi rimasti orfani nell'evento per essere addestrati a diventare la punta di diamante del contrattacco di un genere umano traumatizzato nel più profondo del suo essere. Il riflettore viene poi puntato, dopo un apparente stacco temporale, sul primo contrattacco umano in un pianeta colonizzato dagli alieni, su di una battaglia all'ultimo sangue fra l'esercito terrestre ed i rappresentanti (almeno presunti tali fino ad ora) della razza che ha tentato di sterminare gli umani, una battaglia in cui sarà ben chiaro e manifesto il destino degli Orfani addestrati anni addietro.

La trama e la struttura di Orfani risulta da subito molto semplice, anche se si riserva di nascondere diversi colpi di scena, veloce e narrativamente essenziale, senza orpelli o artifici creati per sviare l'attenzione del lettore. Una storia pulita insomma priva anche dei tradizionali flashback, in cui i continui sbalzi fra passato e presente spesso ne potrebbero ledere la tensione. Una cesura netta divide le due parti del primo numero di Orfani e ci porta da una Terra appena devastata nel bel mezzo dell'azione, come se all'improvviso si fosse girata la faccia di una stessa moneta per poterne apprezzare entrambi i lati. Dalle prime pagine si ha la strana sensazione di essere stati calati in un ritmo molto peculiare ben lontano da quello riservato ad altri fumetti italiani di genere ma allo stesso tempo altrettanto diverso da quello delle testate d'oltreoceano, un ritmo che nasce tanto dal fumetto quanto dal cinema d'azione quanto dal buon videogame. Una commistione probabilmente in grado di far storcere il naso a molti ma resa con un'oculatezza ed un'eleganza tali da risultare ben più piacevole del classico stile bonelliano. Unico neo per adesso l'idea di base, in partenza non troppo originale, perfettamente in grado però di ribaltarsi nei prossimi numeri. Moltissime le citazioni, per una volta fatte in modo corretto e senza eccedere, che strizzano l'occhio tanto ad Halo quanto a Fanteria dello Spazio di Robert Heinlein passando per i primi numeri del New Warriors della Marvel fino ad arrivare ad un personaggio di Wildcats che sempre mi è stato carissimo.

Ottime anche le matite di Mammuccari ben in sintonia con l'essenzialità dell'opera e con i colori di Lorenzo De Felici ed Annalisa Leoni. Una grafica forte e secca sottolineata da un colore non eccessivo ma gestito con grazia, a suo agio sia nella dinamica cinematografica delle scene d'azione sia nella caratterizzazione, in pochi tratti, dei personaggi principali. Un buon fumetto in definitiva che ben lascia sperare per i numeri successivi.