La fantascienza è sempre stata, e per fortuna continua a essere, fonte d’ispirazione per chi compone musica.

L’esempio più recente è anche uno dei più curiosi. Nasce infatti dal connubio artistico tra uno dei gruppi pop più in voga, i OneRepublic, e uno dei mostri sacri della musica rock, Peter Gabriel.

Prima di parlarvi del brano che giustifica la scrittura di un articolo su Fantascienza.com, una breve presentazione degli artisti coinvolti. Superflua per alcuni, doverosa per altri.

Peter Gabriel è stato il cantante dei Genesis del periodo d’oro (dal punto di vista musicale più che da quello commerciale), ovvero dal 1967 al 1974. Album che hanno fatto la storia del rock, come Foxtrot, Selling England by the Pound, The Lamb Lies Down On Broadway e brani che in alcuni casi hanno tratto ispirazione dalla fantascienza. Abbiamo raccontato in un precedente articolo del giorno e del luogo in cui nacque Watcher of the Skies; oltre a questa canzone ci piace ricordare Get’Em Out By Friday, mirabile esempio di fantascienza sociologica. Peter Gabriel ha poi proseguito con una carriera solista che l'ha portato a realizzare ottimi dischi (So del 1986 su tutti) e a promuovere importanti progetti di world music attraverso la sua etichetta Real World.

I OneRepublic sono una band di Colorado Springs. Il loro curriculum vanta quattro album e numerosi successi, a cominciare dal singolo di debutto, Apologize (pubblicato nel 2007), che ha raggiunto la vetta dei dischi più venduti e dei brani più trasmessi alla radio in svariati paesi tra cui l'Italia. Il cantante Ryan Tedder ha inoltre scritto e prodotto canzoni per numerosi artisti, tra cui gli U2 e Madonna.

Il quarto album dei OneRepublic, intitolato Oh My My, esce in questi giorni ed è stato anticipato da alcuni singoli. Tra questi spicca uno dal titolo molto evocativo (almeno per gli appassionati di fs): A.I.

Questa canzone, come accennavamo in apertura, è stata scritta in collaborazione con Peter Gabriel che, per ammissione di Tedder, è da sempre uno degli artisti preferiti dalla band. Il testo è liberamente ispirato alla trama dell'omonimo film di Steven Spielberg, incentrato sulla storia di David, un robot dalle fattezze umane al quale, mediante una procedura di imprinting, è stata concessa la possibilità di amare colei che gli è stata assegnata come "madre".

Il ritornello della canzone racconta l'impossibilità di vedere ricambiato quest'amore.

Yeah I just want my love automatic

If artificial love makes sense

I just want your love, I’m an addict

Artificial intelligence

Il contributo di Peter Gabriel è determinante: la parte più bella del brano è a mio avviso quella finale, dominata dalla voce del cantante inglese.

You’re so too real

Love the way you love me

Artificial intelligence

Way you love me

Love the way you love me

It’s so clear

You make everything inside me feel

Just automatic hurt

Bring me back tonight

Cause you’re intelligent, so real

So real.

Unica annotazione che si potrebbe fare: si tratta di un brano dance che rievoca ben poco delle atmosfere struggenti che pervadono il film di Spielberg.

In definitiva, un esperimento musicale che considero riuscito. Anche se, essendo un fan sia della fantascienza sia di Peter Gabriel, posso essere tranquillamente definito "di parte".