Oltre a essere parte della biografia di Hodges, le vicende dei

crittografi di Bletchley Park sono centrali in Cryptonomicon, un romanzo del 1999 di Neal Stephenson, che le narra in modo molto romanzato, rimanendo comunque un valido omaggio alla crittografia e al contributo di Alan Turing alla II Guerra Mondiale. Sono più che interessanti le digressioni su crittografia e sicurezza, nonché il rigore nella trattazione matematica. Molto differente da Enigma di Robert Harris (1995), trasposto anche al cinema, che partendo da un'ambientazione simile, narra una vicenda da thriller con protagonista un immaginario collaboratore di Turing, di nome Tom Jericho. 

L'intelligenza artificiale 

L'articolo Può una macchina pensare? (Computing Machinery and Intelligence, 1950) è sicuramente seminale per la concezione di Intelligenza Artificiale. Un modello che partiva dal concetto di simulazione delle facoltà umane, cerebrali, ma anche vista, udito. Teorizzò in pratica la possibilità di creare non macchine sapienti, ma macchine che potessero apprendere, imparando eventualmente dai propri errori.Nell'articolo concepì quindi quello che è passato alla storia come il Test di Turing, da lui definito il “gioco dell’imitazione”.Il gioco, per come lo descrisse Turing, prevede tre soggetti: un uomo(A), una donna (B) e un soggetto che interroga (C). Quest’ultimo viene chiuso in una stanza, diviso dagli altri due. Il suo scopo è comprendere chi sia l’uomo e chi sia la donna, ponendo delle domande ai due, le cui risposte gli perverranno in forma scritta. Una ulteriore complicazione è che, a insaputa di C, lo scopo di A è quello di ingannare C, mentre quello di B è di aiutarlo. Il test di Turing si basa sulla convinzione che una macchina si sostituisca ad A,e nel caso in cui C non si accorgesse di nulla, la macchina dovrebbe essere considerata intelligente, dato che sarebbe indistinguibile da un essere umano. Secondo Turing da lì a una cinquantina d'anni sarebbe stato possibile concepire una macchina che, qualora interrogata desse risposte indistinguibili da quelle di un essere umano, ma ancora oggi nessun sistema artificiale ha superato il test di Turing (non nella sua forma generica almeno), e ogni anno si organizzano premi per incentivare i programmatori a  realizzarlo. 

La fantascienza e l'eredità di Turing 

Se gli omaggi all'eredità storica e all'immenso lascito scientifico di Turing sono ormai espliciti,  interessante è anche giostrarsi in un percorso che sarà caotico, per nulla esaustivo probabilmente, ma che vuole iniziare a fornire spunti di riflessione su dove nella narrazione fantascientifica i concetti scientifici hanno germogliato. In La Luna è una severa maestra di Robert Heinlein, dove il supercomputer di tipo HOLMES colloquialmente chiamato Mike dal suo tecnico Manuel O'Kelly diventa spontaneamente senziente e fa amicizia con Manuel. Pur avendo tutte le informazioni scritte umane a sua disposizione, è solo attraverso l'interazione con il suo amico umano che Mike impara e fa pratica con il suo senso dell'umorismo, impara a scherzare, risolvere enigma, comporre e comprendere poesie e canzoni. Il senso dell'umorismo del computer, alla ricerca di modi per intrattenere la sua mente da poco senziente, lo spinge a unirsi alla rivoluzione lunare per l'indipendenza contro la Terra, vista come un gioco per sfidare il suo amico. 

Buongiorno, umani...
Buongiorno, umani...
Non è difficile pensare che HAL 9000, il computer che Arthur C. Clarke immagina sovraintendere alla gestione della Discovery in ;;;2001 Odissea nello Spazio (1968, film e libro), sia una macchina che abbia superato il test di Turing. Proprio come le macchine teorizzate dal matematico inglese, HAL gioca a scacchi, è capace di apprendere, legge le labbra ed entra in un profondo conflitto quando la sua programmazione gli impone di mentire agli astronauti della Discovery sulla vera natura della missione. Il risultato è arcinoto, HAL 9000 impazzisce, uccidendo quasi tutti gli astronauti prima che David Bowman lo smantelli. 

Meno noto è The Forbin Project, film del 1969 dal romanzo di D.F. Jones, che ci presenta Colossus, una macchina talmente perfezionata che anche in questo caso supera i vincoli della programmazione originale, pur perseguendone gli obiettivi. 

È un tema all'epoca non nuovo nella fantascienza, che riflette il cambiamento di visione del problema dello sviluppo dell'Intelligenza Artificiale da parte del mondo scientifico. Se da un lato Turing era molto ottimista sul fatto di riprodurre e superare l'intelligenza umana, il suo approccio antromorfo si è rivelato fallace, data l'impossibilità materiale di riprodurre con esattezza “l'hardware umano”. La concezione di “cervello artificiale” come come di una riproduzione meccanica del cervello umano, dalla quale sarebbe scaturita l'intelligenza, si è rivelato un approccio perdente.