Garth Ennis torna agli antichi splendori con un fumetto divertente, dissacrante e completamente fuori da ogni schema.

Garth Ennis, il famoso autore di Preacher, si è sempre riservato di spaziare nel mondo dei fumetti seguendo un'ispirazione eclettica verso generi ed ambientazioni che vanno dal supereroistico stretto (Punitore, Authority) alla fantascienza (Bloody Mary, Judge Dredd) fino al classico dramma di guerra (Enemy Ace, 303). Uno degli elementi più  costanti nel suo modo di esprimersi, invariato rispetto a qualsiasi contesto, è l'estrema violenza della realtà cinica e brutale in cui si muovono i personaggi: una realtà decisamente antieroistica in cui i disastri e le tragedie sono sempre in agguato ed in cui ogni cosa, di solito, si risolve nella peggiore delle alternative a disposizione. Se si aggiungono una buona manciata di humor nero ed una congrua dose di grottesco, il lettore può avere un quadro abbastanza preciso di come possano apparire le sue opere più riuscite. Non sempre l'alchimia operata dall'autore ottiene però risultati eccezionali e non sempre gli elementi si amalgamano alla perfezione in un genere di storia che potrebbe far invidia all'espressività pulp di Quentin Tarantino. The Boys si dimostra da subito, sotto ogni punto di vista, un ottimo fumetto ed un degno successore delle idee che hanno dato vita alle tavole di Hitman o di Preacher.

I supereroi sono in costante aumento e sotto alla facciata idealizzata ed epica costruitagli ad hoc dai reparti di public relations delle corporazioni che li sponsorizzano si annida una realtà ben più sporca e terrificante. Poteri quasi divini e fama da divi di Hollywood diventano infatti una miscela esplosiva anche per quelli animati dalle migliori intenzioni mentre per i più ambiziosi sono ottimi mezzi con i quali lastricare la strada verso il loro paradiso personale eradicando tutto quanto potrebbe opporsi al raggiungimento del loro obiettivo. Il potere logora, il superpotere logora ancora di più e disumanizza: quando puoi nuotare nel sole o piegare l'acciaio a mani nude piano piano ti accorgi di non aver nulla in comune con gli esemplari sottosviluppati di quelli che magari non consideri neppure più membri della tua razza. I Boys sono la soluzione del governo americano al problema. Finanziati dalla CIA, imbottiti di droghe che temporaneamente li mettono al livello di quanto devono affrontare e comandati da un losco inglese con motivi personali per odiare i metaumani possono fare tutto quanto è nelle loro capacità per tenere in riga i supereroi. Minacce, ricatti, pestaggi ed omicidi sono solo alcuni degli strumenti utilizzati per spaventare e controllare esseri per antonomasia fuori dalle normali regole della società. Piccolo Hughes è la recluta più recente e normale fra loro, un giovane ed ingenuo scozzese che nel più bel momento della sua vita si è visto strappare con indifferenza la felicità e la donna amata da un sedicente eroe che non si è neppure accorto di quanto stava facendo. Attraverso i suoi occhi, che comunque non hanno perso un minimo di ingenuità ed innocenza, saremo lanciati in un viaggio allucinante dietro le sporche quinte di un mondo patinato solo in apparenza. Ennis riesce a tessere abilmente un arazzo di scene toccanti, rivoltanti, crude ed esilaranti mantenendosi sempre in equilibrio sull'orlo del baratro del cattivo gusto.

Non ci poteva esser scelta migliore, per la parte artistica, di Darick Robertson, il disegnatore che ha affiancato Warren Ellis in Transmetropolitan. Specializzato in fantascienza ha sviluppato negli anni un particolarissimo stile che, pur scimmiottando un disegno classico e magari un pò sorpassato, riesce a rendere nelle inquadrature e nella cura dei personaggi quell'atmosfera sporca ed oppressiva tipica di un cyberpunk maturo. Un fumetto dagli inizi un pò travagliati, tanto è vero che la DC Comics ne ha rigettato la paternità perchè eccessivamente dissacrante verso la figura dei supereroi, ma che promette buoni sviluppi.