Era il 19 aprile dell'anno scorso da noi (un giorno dopo l'arrivo in streaming negli States) che la seconda stagione di Star Trek: Discovery si concludeva con l'episodio non casualmente intitolato Un dolore così dolce: parte 2, lasciando gli spettatori con la domanda: e ora?

Dove eravamo

Sul gran finale, l'equipaggio della Discovery guidato da Burnham (Sonequa Martin-Green) partiva per il futuro, ben 930 anni avanti nel futuro, per nascondere la sfera dati da Control e salvare la galassia (nonché la continuity della saga potremmo aggiungere noi). Come sa chi ha visto il primo trailer, che potete scoprire qui sopra, la prima scoperta che fanno è spiazzante: nel futuro la Federazione è diventata un lontano ricordo, e sarà l'inzio di una nuova avventura per, beh, ricostruire il futuro.

Se l'idea vi ricorda qualcosa forse non è un caso: la serie tv Andromeda, che raccontava proprio le avventure di un'astronave di una sorta di Federazione scaraventata in un lontano futuro dove la Federazione era crollata, era tratta da un soggetto originale di un certo Gene Roddenberry, noto anche per aver creato Star Trek.

In futuro

Durante il panel virtuale che potete scoprire in fondo all'articolo la protagonista ha dichiarato che i protagonisti hanno deciso di sacrificare tutto quello che avevano per il futuro, per cui sperano che abbia funzionato:

E anche che logisticamente, siamo arrivati dove supponevamo, che siamo stati in grado di sconfiggere Control, salvare il mondo e l'universo. C'è una speranza intrinseca in tutto questo.

A sua volta Anthony Rapp, ovvero il dottor Stamets ha aggiunto che la stagione tre parlerà molto della famiglia a bordo della nave e il concetto verrà esplorato in un modo così eccezionale che non può raccontarlo per non fare spoiler, ma è uno dei maggiori sviluppi di questa stagione.

Gli fa eco Wilson Cruz, il quale dichiara che il suo dottor Culber ha fatto la scelta di rimanere a bordo della Discovery e correre il rischio, salvando così la vita a Stamets:

Ora lui si sente diverso rispetto al suo posto nel mondo e a quale sia il suo scopo. Amo il nuovo Culber, è più tridimensionale e entusiasta verso le sue nuove responsabilità.

La Georgiou non apprezza

Una delle sorprese del finale era che a bordo della Discovery c'era anche la Georgiou (Michelle Yeoh, La tigre e il dragone), la quale a un certo punto sarà protagonista dello spin-off dedicato alla Section 31, per cui ci sono tre possibilità: o troverà un modo per tornare indietro nel tempo, o la sezione è ancora in attività, oppure nel presente ci sarà un'altra Georgiou. In ogni caso, quella dell'universo specchio, come ha ben descritto l'attrice, è parecchio inc…ta per essere stata portata nel futuro:

Ma è anche molto brava ad adattarsi perché una sopravvissuta con molte abilità e un formidabile alleato. O un nemico.

Per cui arriverà di cattivo umore, ma il potere è ciò che brama più di ogni altra cosa e farà di tutto per ottenerlo.

Infine, Mary Wiseman, ovvero Tilly, riassume molto bene il tema centrale della stagione tre: sono al confine con un mondo sconosciuto e tutte le loro idee su cosa il futuro riservasse, la loro identità e quello che volevano essere, tutto sarà trasformato.

Per quanto fortunatamente le riprese della stagione tre di Star Trek: Discovery siano terminate prima dello shutdown di produzione causato dal coronavirus, il canale americano CBS All Access che lo manda in streaming in patria (da noi arriva su Netflix) ha indicato per ora solo un generico 2020 come data di arrivo, vi lasciamo con il panel virtuale (in inglese) e poi dovremo solo aspettare di arrivare davvero dove nessuno è mai giunto prima.