In queste settimane Delos Digital sta pubblicando la saga Odissea nel futuro di Piero Schiavo Campo, che racconta le avventure di un individuo del ventunesimo secolo sbalzato secoli nel futuro, in una società tornata (almeno apparentemente) a un livello di civiltà non industrializzato.

Oggi Delos Digital, nella collana diretta sa Sandro Pergameno, Biblioteca di un sole lontano, pubblica I canti dell'estate di Robert Silverberg (The Songs of Summer, 1955), che ha un tema molto simile. Anche se qui lo scopo di Silverberg è del tutto diverso: l'autore vuole mettere a confronto un cittadino occidentale moderno con una cultura più semplice, per farci osservare, dall'esterno, la nostra stessa cultura e aspetti che dall'interno non ricosciamo.

I canti dell'estate

Il libro

"Questa è un'altra delle storie che ho scritto nel giugno del 1955 e che vorrei riesumare, sia perché è un'opera interessante, sia per la luce che getta sui lavori posteriori. Di nuovo, come con The Silent Colony, cercavo di imitare i maestri: stavolta mi avventuravo oltre il territorio di Robert Sheckley, arrivando addirittura dalle parti di William Faulkner. Quando studiavo alla Columbia University nel 1954 avevo letto con meraviglia, nel corso di un'intera nottata, il suo romanzo Mentre Morivo. L'utilizzo non solo di molteplici punti di vista, ma addirittura di narratori diversi mi parve una trovata tecnica sconvolgente ed entusiasmante, e con la fretta della gioventù mi cimentai in I canti dell'estate. Dato che già quasi padroneggiavo — o così mi pareva — la tecnica convenzionale con punto di vista singolo, all'età di vent'anni ero pronto a sperimentare forme più ambiziose di narrativa (e anche alcuni temi, come quello della mente collettiva, che avrebbero fatto ritorno più volte negli anni seguenti).” Così racconta Robert  Silverberg nella presentazione a quest’opera.

 

Il racconto narra di un americano medio della cultura consumistica che si ritrova, per una casualità spazio-temporale non ben definita, nel lontano futuro e alle prese con una civiltà di tipo pastorale. Scritto già nello stile limpido e al tempo stesso complesso e sofisticato di questo grande autore, I canti dell’estate è uno studio sociale delle caratteristiche dell’essere umano occidentale, e ci mostra in nuce le capacità tecnico-narrative che Silverberg avrebbe poi sviluppato nei capolavori successivi.

L'autore

Robert Silverberg è unanimemente riconosciuto come uno dei massimi autori della fantascienza contemporanea. Nato a Brooklyn (New York) il 15 gennaio del 1935, iniziò a scrivere SF d'avventura negli anni '50, diventando ben presto uno degli autori più famosi e prolifici e ottenendo il premio Hugo come autore più promettente del 1956. Durante la metà degli anni sessanta però, spinto dal desiderio di dimostrare a se stesso e agli altri le sue capacità di vero scrittore, e di essere in grado di realizzare anche opere di qualità, Silverberg impresse una svolta decisiva allo stile dei suoi romanzi, iniziando a produrre opere di maggiore impegno umano e letterario. Tra gli scritti più importanti di questo secondo periodo ricordiamo Ali della notte (con cui vinse anche un premio Hugo), Brivido crudele, Torre di cristallo, forse la sua opera più completa e riuscita, Vertice di immortali, Paradosso dei passato, e Mutazione, che si inserisce in quel gruppo di romanzi dedicati da Silverberg alla descrizione e all'esplorazione dell'esperienza mistica della trascendenza.

Robert Silverberg, I canti dell'estate (The Songs of Summer), traduzione: Alberto Meletto, Delos Digital, Biblioteca di un sole lontano 26, isbn: 9788865306598, ebook formato kindle (su Amazon.it) o epub (sugli altri store) con social drm (watermark) dove disponibile , Euro 0,99 iva inclusa

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