Torna in libreria dopo ottant'anni, per Incontri Editrice, I ciechi e le stelle, il primo e unico libro di narrativa pubblicato da Giorgio Cicogna (1899-1932), affascinante e originale figura di scienziato, poeta e scrittore, morto a soli 33 anni, il 3 agosto 1932, durante un esperimento per la costruzione di un motore a reazione per il volo oltre la stratosfera.
Enfant prodige – da bambino aveva imparato a sillabare leggendo le citazioni di versi danteschi – e promettente ricercatore attivo negli anni della modernizzazione della fisica italiana – fu il progettista dell’idrofono, uno strumento acustico per rilevare la presenza subacquea di sommergibili – Cicogna riunì in sé, in un connubio raro, l'abilità dell’inventore e la sensibilità dell'artista: tutti aspetti che emergono in modo illuminante nei nove racconti di I ciechi e le stelle, considerati tra i primi esempi di letteratura fantascientifica in Italia.
Ma più che i mondi futuribili della science fiction, pure presenti nel libro, il tratto che accomuna le storie di Cicogna è l'aspirazione dei protagonisti a superare i confini imposti dalla natura, tentativo che spesso li conduce, inevitabilmente, alla consapevolezza della limitatezza della conoscenza umana di fronte all'ineffabilità dell'universo.
Il suo talento narrativo fu apprezzato da una giovane Elsa Morante, che a Cicogna dedicò una poesia, mentre le sue doti di ricercatore furono riconosciute da Guglielmo Marconi.
Giorgio Cicogna, I ciechi e le stelle, Incontri Editrice, Sassuolo, 2012, a cura di Nicola Caleffi e Guglielmo Leoni, 206 pp, 12 euro.
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