Si è spento, all'età di 78 anni, dopo una lunga malattia, James Ballard.
Il suo agente Margaret Hanbury ha detto che l’autore era “malato da alcuni anni” ed è morto domenica mattina.
In effetti l'autore aveva già comunicato, nel marzo 2008, di essere affetto da una malattia terminale, nell'autobiografia Miracles of Life (I miracoli della vita).
Era noto sia agli appassionati di fantascienza, per i suoi strabilianti e geniali racconti, per altrettanto ispirati romanzi e per la teorizzazione dell'Inner Space, che ai lettori di letteratura mainstream, ha avuto una vita il cui racconto è già da solo un avvincente romanzo.
Autore di quindici romanzi e dozzine di racconti, Ballard è cresciuto nella comunità inglese di Shanghai. Durante la seconda guerra mondiale, a dodici anni, fu internato per tre anni in un campo gestito dai Giapponesi. Questa esperienza è narrata nel suo romanzo "mainstream" forse più famoso, l'autobiografia, L'impero del Sole, portato sullo schermo da Steven Spielberg su sceneggiatura di Tom Stoppard.
In seguito si è trasferito in Inghilterra nei primi anni ’60 per diventare scrittore a tempo pieno.
Della sua esperienza di prigioniero ha detto: “Ho ricordi – non dico felici – ma non spiacevoli del campo. Ricordo gran parte della brutalità e dei pestaggi, ma allo stesso tempo eravamo bambini e giocavamo continuamente!”
Malgrado fosse ritenuto uno scrittore di fantascienza, Ballard ha detto che i suoi libri invece stavano “disegnando la psicologia del futuro”. A noi fantascientifici piace ricordare che il suo maggiore contributo concettuale alla moderna fantascienza è sicuramente la teorizzazione dell'"Inner Space".
Il suo articolo Come si arriva allo spazio interiore? (Which Way to Inner Space), pubblicato sulla rivista New Worlds nel 1962, fu sicuramente uno dei capisaldi teorici del movimento letterario fantascientifico della New Wave britannica.
Ballard, spostò l'attenzione generalizzata degli scrittori a lui contemporanei, dallo spazio extraterrestre allo spazio interiore (inner space), luogo di incontro tra le pulsioni della psiche umana e le immagini e i simboli veicolati dai mass media.
Il primo romanzo pubblicato è delllo stesso anno, The Wind From Nowhere (Vento dal nulla), inizio di una una tetralogia di genere catastrofico. Gli altri tre romanzi sono The Drowned World (Il mondo sommerso noto anche come Deserto d'acqua), The Burning World (Terra bruciata) e The Crystal World (Foresta di cristallo) che di fatto sono basate sui quattro elementi aristotelici aria, acqua, terra e fuoco, più il quinto elemento, il tempo, che domina Foresta di cristallo.
Quello che viene considerato il suo capolavoro è The Atrocity Exhibition (La mostra delle atrocità), del 1970. In realtà una raccolta di racconti, che hanno in comune lo stesso protagonista, che narrano di orrori contemporanei: la guerra del Vietnam, la psicopatologia, la pornografia, il potere dei media, le vittime di incidenti stradali e le icone del sogno americano. Queste ultime tutte rigorosamente morte. Da notare che in questo libro si profetizza l'elezione a presidente degli USA di Ronald Reagan.
Dal libro è stato tratto un adattamento cinematografico sperimentale e disturbante, diretto da Jonathan Weiss.
Da Crash (1973), un romanzo che narra le ossessioni di un gruppo di persone eccitate sessualmente dagli incidenti stradali, ha tratto un film David Cronenberg.
Il tema della fusione uomo-macchina, è stato ripreso poi dal movimento cyberpunk, a dimostrazione di quanto seminale e anticipatorio sia stato il lavoro di Ballard.
Negli ultimi anni scrisse altri romanzi acclamati, come Super-Cannes e Millennium People.La sua vasta produzione di racconti è stata raccolta nel 2001 nell'antologia
The Complete Short Stories of J.G. Ballard.
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