Atmosfere cupe si alternano a canzoncine leggere anni Trenta e Quaranta insieme, ancora, a standard jazz proposti all'orecchio del pubblico in arrangiamenti eleganti e suadenti. Una colonna sonora rarefatta e austera per il secondo film da regista di Robert De Niro che sembra prediligere ancora una volta il jazz per le musiche non originali di una pellicola che racconta la silenziosa tragedia personale di un agente della CIA reo di amare più il suo lavoro e il suo paese che la propria famiglia.