Anche questa Italcon è finita. A parte qualche difetto – per esempio, perché non hanno raso al suolo le montagne prima di costruire una città, a Genova? Tutte queste salite! – non si può dire usare altra parola che “successo”. I nostri complimenti a Mario Pesce e al suo staff di volontari della Dimora che ogni anno organizza Fantaxia e che quest'anno ha messo in piedi un'Italcon impeccabile, così come a Domenico Gallo che ha dato il suo contributo a creare un programma conferenze davvero spettacolare, interessantissimo dall'inizio alla fine, con tanti temi, tanti spunti, un ospite straniero – il francese Ugo Bellagamba – col quale è stato emozionante confrontare lo stato della fantascienza tra Italia e Francia.

Un'organizzazione che ha dovuto affrontare anche qualche importante problema logistico dell'ultimo momento superandolo brillantemente; una struttura capiente, con un bel passaggio di gente.

L'Italcon di Genova arriva l'anno dopo quella di Trieste, anch'essa una bellissima esperienza, e ci convince di una cosa: l'Italcon, il convegno della fantascienza che esiste dal 1972, esiste ancora, è vivo e sta tornando ogni anno di più a funzionare. 

Non è finita l'epoca dell'Italcon. È finita l'epoca dei convegni di quattro giorni, che richiedevano agli appassionati di prendere giorni di ferie, costose sistemazioni alberghiere, e che quindi spesso erano organizzati fuori mano, in piccole città turistiche in bassa stagione. Quelle erano esperienza bellissime, certamente; esistono ancora, si vedano la Starcon o la Deepcon.

Ma l'Italcon oggi è qualcosa di diverso, funziona bene nella grande città, sul tempo più breve del week-end; dove è facile per chi abita sul posto o nelle vicinanze fare un salto anche in giornata. Seguire gli interventi, comprare qualche libro ai banchetti degli editori, chiacchierare con persone conosciute online e che ti trovi ora davanti di persona. Dove si riesce a mantrenere un equilibrio osmotico tra la comunità che festeggia la propria vicinanza e la città attorno ad essa, con trasmissione di influssi positivi e creativi verso l'interno e verso l'esterno.

Questo nuovo modello di Italcon, inaugurato da Stranimondi nel 2018, dopo la fine degli anni di abbinamento con la Starcon, funziona sempre di più. E dà soddisfazione, se è vero che Trieste, dopo la bella convention organizzata l'anno scorso, si è riproposta per il 2027. Genova, siamo sicuri, si riproporrà anch'essa. E ci sono altre “bocche eruttiva” di attività fantastica che nascono in giro per l'Italia, come Oblivion a Roma, che potranno ospitare l'Italcon nei prossimi anni.

È un bel segnale, vuol dire che il mondo del fantastico crede sempre più in se stesso come comunità, e questo non può portare che speranza per il futuro.