Essenzialmente nella vita esistono delle barriere, dei limiti che non andrebbero mai oltre oltrepassati: farlo significa superare la normalità, accedere in un territorio altro che rivela verità e significati sconosciuti. La soglia dunque, il limen: superarla è una cosa che non va fatta, pena la pazzia, l'impossibilità di tornare indietro, di rimanere ciò che si era prima.

Queste poche parole potrebbero essere un'introduzione al bel romanzo di C.J.Cherryh, Ribelle Genetico (Hammerfall, traduzione di Ferruccio Alessandri) proposto da Urania (n. 1425). Marak Trin Tain è il figlio dell'unico uomo che abbia avuto il coraggio di sfidare la Ila, la potente "reggente" del mondo in cui si svolge la storia. Come altre persone - i "pazzi" - Marak ha delle visioni che lo spingono verso est, verso l'Anlakht, la terra della morte che si stende oltre la catena frastagliata del Qarain, un luogo dove nessuno ha osato avventurarsi. Catturato dai soldati e trascinato per giorni insieme ad altri sfortunati "compagni di visioni", Marak ha la vita fatta salva perché la Ila lo incarica di formare una carovana e scoprire il segreto dell'Anlakht e delle visioni che li perseguitano.

Marak parte, per quello che è allo stesso tempo viaggio fisico e metafisico. Il difficile percorso compiuto dalla carovana di "pazzi" è infatti lo stesso della letteratura: è attraversamento verso le sorgenti della vita, della creatività. I pazzi sentono voci, i pazzi vedono luci, così come gli scrittori. La terra rossa del deserto, la Torre che tutti vedono nei loro vaneggiamenti: sono tutte imagery potenti quelle che usa la Cherryh, nuclei semantici che integrati alla perfezione nella storia esplodono in tutta la loro forza narrativa. Sarà un viaggio difficile quello di Marak e dei suoi compagni, costellato di morti e predatori di carogne, di tempeste di sabbia, sete e disperazione. Eppure quel viaggio - topos classico della letteratura di fantascienza, iniziazione, superamento - significherà salvezza per l'intera civiltà perché rivelerà il terribile destino che si sta compiendo. Da leggere.