Castelvecchi ripropone ai lettori italiani il romanzo Lesabéndio (Lesabéndio. Ein Asteroiden-Roman, 1913) dello scrittore e disegnatore tedesco Paul Scheerbart, famoso ai suoi tempi come autore sopratutto di letteratura fantastica, successivamente trascurato a lungo e solo recentemente riscoperto. Lesabéndio è l'ultimo segnale del recupero in atto. Fu pubblicato nel 1913, quando la vita dell'autore ormai volgeva al termine.

Nel romanzo viene descritta la vita di esseri che vivono sul planetoide Pallas. I pallasiani sono creature elastiche e oblunghe. La loro è una vita pacifica: passano il tempo a rendere bello il loro corpo celeste con armoniose strutture architettoniche. Un giorno un abitante di nome Lasabéndio, un visionario, presenta un audace piano: la costruzione di una torre altissima per collegare le due metà della loro stella doppia. Da quel momento le cose cambieranno per sempre. Una favola cosmica ed ecologica ammirata da architetti come Bruno Taut e Walter Gropius, e pensatori come Walter Benjamin e Gershom Scholem.

L'edizione comprende un saggio introduttivo di Fabrizio Desideri e quattro scritti di Walter Benjamin, oltre a essere impreziosita da illustrazioni di Alfred Kubin.

L'autore

Paul Scheerbart (Danzica, 1863 - Berlino, 1915), scrittore, critico letterario e visionario teorico dell'arte, esercitò una profonda influenza sull'architettura espressionista di Bruno Taut e stimolò la riflessione filosofica e politica di Walter Benjamin. Dopo lo sfortunato tentativo, nel 1892, di fondare una casa editrice, la Verlag Deutscher Phantasten, si dedicò esclusivamente alla scrittura. Protagonista della vita culturale berlinese, ma al contempo figura irriducibile alle mode del tempo, morì poco dopo l'inizio della Prima Guerra Mondiale, secondo alcuni lasciandosi morire di fame in un'estrema protesta pacifista. La sua vasta produzione letteraria comprende romanzi, racconti, raccolte poetiche e saggi, tra i quali Architettura di vetro (Adelphi, 1982).

La quarta di copertina

La vita sull'asteroide Pallas è devota alla bellezza. I pallasiani - creature elastiche e oblunghe - sono quasi sempre impegnati a ornare il corpo celeste con armoniose strutture architettoniche. La loro esistenza scorre in pace e senza dolore. Ma quando Lesabéndio decide di elevare una torre fino alla nube luminosa che sovrasta Pallas, le cose cambiano per sempre. Simbolico, immaginifico, eppure rigorosamente oggettivo nella descrizione di un'alterità assoluta, questo romanzo è un classico eccentrico della letteratura novecentesca, inclassificabile come il suo autore. "Cittadino onorario della luna", come lo definì un suo contemporaneo, Paul Scheerbart sapeva legare il gusto per il cosmico con la concreta attenzione al quotidiano e con un generoso, visionario slancio utopistico. Per questo, dall'avventura di Lesabéndio, eroe che si dissolve nella propria opera, Walter Benjamin trasse linfa per la propria riflessione filosofico-politica. A più di un secolo dalla sua comparsa, il libro rimane sospeso tra misticismo e ironia: una parabola sul desiderio di trascendere i propri limiti, di cui le quattordici illustrazioni di Alfred Kubin rappresentano il risvolto inquietante.

Paul Scheerbart, Lesabéndio (Lesabéndio. Ein Asteroiden-Roman, 1913)

Traduzione Piera Di Segni – Nicola Zippel (per gli scritti di Walter Benjamin)

Castelvecchi, collana Narrativa, pagg. 274, euro 17,50