Il titolo nasce da un gioco di parole con il “pianeta oceano” protagonista di un bellissimo libro di Stanislaw Lem: "Solaris".

Non sappiamo ancora se esistano oceani senzienti, forse nell’infinito del cosmo probabilmente sì, ma sicuramente l’elemento acqua abbonda.

APM +5255 08 279  è una quasar che dista 12 miliardi di anni luce da noi, sostanzialmente ai confini dell'Universo visibile. Attorno a questo quasar c’è una quantità d’acqua pari a 140 trilioni di volte quella di tutti gli oceani terrestri (un trilione equivale a un milione di miliardi).

La scoperta è stata fatta da due gruppi di ricerca americani, gli astronomi del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e del California Institute of Technology (Caltech). Un quasar è uno degli oggetti celesti più strani ed enigmatici, presenti fin dai primi momenti di vita dell'Universo, composto da un enorme buco nero che assorbe costantemente materia da un altrettanto enorme disco circostante di gas e polveri.

Quel che è stato visto con i grandi telescopi delle Hawaii non è l'acqua in quanto tale o una nube di vapore, ma la “traccia” della molecola H2O nella radiazione che ci arriva dal lontano quasar.

Il tutto è una conferma importante della presenza di grandi masse d'acqua fin dai primordi dell'Universo.

L’acqua era stata trovata nella Via Lattea e in altre galassie, ma mai cosi tanta e così lontana come in questo caso del quasar APM +5255 08 279.