Innanzitutto è bene dire che il libro contiene due miniromanzi dello stesso autore, ed è una strana scoperta che incorre nel mezzo della lettura perché la copertina non lo dice.

Detto di questo piccolo contrattempo, osserviamo che la prima delle due storie è l'episodio numero uno di una serie che in Francia ha goduto di un discreto successo, I futuri misteri di Parigi.

Come suggerisce il titolo si tratta di una collana di finora sei romanzi, ambientati in una Parigi futuribile dominata (ovviamente) dalla tecnologia e da una relativa stabilità sociale, invasa di sette e personaggi dotati di poteri parapsicologici bizzarri. All'interno di questa realtà spesso di non immediata comprensione (per il lettore) si muove il detective privato Tempio Sacro dell'Alba Radiosa, per gli amici Tem, il protagonista del ciclo. E' un investigatore privato del tutto anomalo, un po' per il suo talento della trasparenza, ovverosia la facoltà di non rimanere mai impresso nella memoria degli esseri umani o dei computer, un po' per gli strani mezzi dei quali si avvale nelle sue indagini, in primis l'elaboratore cerebrale Gloria (praticamente un programma dotato di una propria identità, in grado di utilizzare come hardware qualsiasi supporto materiale).

La storia non è memorabile, così come non lo sembrano i personaggi ed i loro intrecci; nel complesso si tratta di giallo fantascientifico che non si propone di inchiodare alla poltrona ma semmai di divertire di tanto in tanto, forse di ammiccare ironicamente al genere di cui erano maestri Agatha Christie o George Simenon.

Con quali risultati starà al lettore giudicare.

Nettamente migliore il secondo romanzo, e di tutt'altro genere.

E' la storia del gruppo rock (i Losers) condannato a vivere nei tumultuosi anni '13 dell'America del futuro, un epoca di divisionismo e caos politico e di episodici ritorni al più bigotto integralismo religioso, cui riescono solamente ad opporre la passione per la loro musica. Proprio dopo la fine di un concerto tenutosi in uno stato particolarmente conservatore, l'apparizione del misterioso spirito del Rock riesce a salvarli dal linciaggio, ed è l'inizio della loro strampalata ed originale avventura psichedelica. Si affacceranno su di un mondo distorto da droghe pesanti e leggere, animato dalla musica, continuamente manipolato dalla fantasia, che funge da sfondo al vasto assortimento di mitologia a stelle strisce che sfilerà, pagina dopo pagina, sotto i colpi del rock'n roll.

Collocherei l'autore Roland Wagner (classe '60) nella schiera dei dignitosi discepoli di Dick, o almeno dei suoi meno indegni plagiatori.

Spesso si percepisce la stessa ansia nei confronti della trama del reale, lo stesso interesse verso i mondi onirici chimicamente riprodotti, e talvolta la stessa forza evocatrice in qualche immagine ben riuscita. Si parla di Psicosfera, di talenti parapsicologici, di inconscio collettivo e di molto altro che nel complesso sembra un richiamo preciso alle atmosfere del miglior Dick (in Ubik, ad esempio); tuttavia non si può non osservare come qui la convinzione sia assai meno profonda rispetto all'illustre predecessore, e meno allucinatoriamente connotata.

Non una minestra riscaldata, quindi, e neppure un plagio mal riuscito: piuttosto il rapportarsi ad un preciso (e glorioso!) genere di sf tramite un'ispirazione non sempre eccezionale, e qualche tocco di originalità.