Ci sono molte cose che possiamo fare con la luce. Crearla è molto semplice: basta la fiammella di una candela. Distruggerla è altrettanto semplice: è sufficiente uno schermo nero come una lavagna. Siamo poi in grado di misurarne l'intensità e, negli ultimi anni, anche di utilizzarla nella propulsione, nella chirurgia e nelle comunicazioni. Ma c'è una cosa che l'uomo finora non era mai riuscito a fare con la luce: metterla in pausa, fermarla lungo il suo cammino senza distruggerla e, soprattutto, mantenendo del tutto inalterate le informazioni in essa contenute. A riuscire nell'impresa sono state due squadre di ricercatori della Harvard University, una guidata da Ron Walsworth, dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, e l'altra diretta da Lene Hau del Dipartimento di Fisica dell'Harvard University. I due team sono riusciti a fermare un raggio laser facendolo passare all'interno di una cella di vetro riempita di vapori atomici, ma se il gruppo di Walsworth ha utilizzato vapori caldi di rubidio, quello della Hau ha raggiunto lo stesso risultato servendosi di gas di sodio a bassa temperatura. La tecnica consiste nell'utilizzare due laser: un laser "di segnale" che è quello che viene fermato, e un laser "di controllo" che serve per "attivare" lo stato che arresta il laser di segnale. Utilizzando il laser di controllo, gli scienziati sono riusciti a far diventare "dispersivi" i vapori di gas contenuti nella cella di vetro. In altre parole, la velocità della luce che passa attraverso il gas dipende dal colore della luce e "in un gas dispersivo," ha spiegato Walsworth, "atomi e fotoni interagiscono fortemente. Così, attratti da forti interazioni con gli atomi, i fotoni vengono rallentati fino a muoversi molto lentamente (17 m/s)." Dopodiché, i ricercatori hanno ridotto l'intensità del laser di segnale finché non è rimasto alcun fotone dentro la camera. E tuttavia, l'impronta dei fotoni è rimasta immagazzinata come un codice cristallizzato negli spin degli atomi stessi. A questo punto, liberare l'impulso immagazzinato è stato molto semplice. Un altro raggio laser diretto attraverso la camera è stato in grado di rilasciare l'impulso cristallizzato senza perdere le informazioni di quello che era stato fermato. "Nel prossimo futuro questa tecnica può rendere efficiente e reversibile lo scambio di informazioni quantistiche tra luce e atomi," ha spiegato Walsworth. E le applicazioni pratiche di una simile tecnologia, benché ancora distanti, potrebbero essere assolutamente rivoluzionarie. "Supponiamo di avere delle informazioni codificate negli atomi," ha spiegato Walsworth. "Potremo trasferire queste informazioni nella luce e mandarle a un altro gruppo di atomi e immagazzinarle là." L'applicazione pratica di questa tecnica, già battezzata "comunicazione quantica", potrebbe consentire in un prossimo futuro la costruzione di "computer quantici", macchine in grado di immagazzinare dati e manipolarli sotto forma di stati quantici dei singoli atomi. La potenza di calcolo di apparecchi di questo genere sarebbe quasi inimmaginabile. E un primo passaggio verso un'applicazione è già stato fatto. E' difficile infatti pensare di utilizzare vapori di rubidio o di sodio per fermare la luce all'interno di un comune PC. Ma un gruppo di ricercatori condotto da Phillip Hemmer dell'Hanscom Air Force Base, utilizzando un raro isolante opportunamente "drogato" (un materiale utilizzato generalmente per processori e memorie ottiche a elevatissima densità), ha dimostrato che la luce può essere fermata anche da solidi. "E' molto bello pensare che la cosa funzioni anche con componenti a stato solido," ha commentato la notizia Walsworth. "Perché la cosa ci muove ancora di più nella direzione dell'elettronica con cui abbiamo già familiarità".