Ufficialmente si chiama Museo della Scienza e Fantascienza di Gaiba, o Musef, ma per gli appassionati di fantascienza era inevitabilmente il museo di Mongini, il luogo nel quale il Forrest Ackerman nazionale aveva esposto la sua incredibile collezione di memorabilia soprattutto cinematografiche.
In questi giorni è stata pubblicata sulla stampa locale rodigina la notizia della chiusura del museo, rimasto vuoto: Mongini infatti si è visto costretto a ritirare la sua collezione.
Giovanni Mongini è un'istituzione del fandom italiano della fantascienza. Autore di numerosi libri, vincitore di nove Premi Italia e del Premio Vegetti nel 2017, insignito proprio recentemente dalla World SF del premio per i 50 anni di carriera. E proprietario di una collezione straordinaria, che nel 2016 aveva messo a disposizione del pubblico esponendola nel museo appositamente creato nel comune di Gaiba.
Da parte del comune, però, non c'era stato un impegno successivo a tenere vivo il museo. Dice Mongini:
Non volevo far polemica sulla chiusura del Musef, infatti non ho rilasciato nessuna dichiarazione, tranne quella della mancanza di fondi per andare avanti e anzi, giustificavo il sindaco, perché la volontà c’era, ma i soldi no. Dopo aver letto le dichiarazioni che il sindaco di Gaiba ha rilasciato sui giornali locali e trovandole in gran parte false e nocive per la mia persona, sono costretto a dover rispondere e correggere quello che è stato dichiarato.
Mongini aveva chiesto un rimborso mensile di 400 euro, previsto fin dall'inizio nel progetto del Musef, per poter tenere aperta la struttura tutti i giorni della settimana, week-end compreso, per accogliere visitatori e i ragazzi delle scuole. Mongini avrebbe messo a disposizione se stesso e le sue competenze. Ma il rimborso è stato rifiutato, le scuole non sono state coinvolte.
Ho cercato di proporre al sindaco iniziative pro Musef, attivandomi per accogliere personalità del Festival di Trieste e del Festival di Roma, oltre a scrittori con cui sono in ottimi rapporti per organizzare eventi culturali. La risposta è sempre stata l’assenza di fondi. Credo si sarebbe potuto ricevere contributi da parte dell’Ufficio Cinema Italiano e credo anche da parte della Regione se il sindaco avesse adibito parte della struttura ad una Cineteca. Si erano mobilitati collezionisti per mettere a disposizione centinaia di pellicole, pellicole che dovevano essere conservate in un locale ad-hoc all’interno del Musef, sempre promesso dal sindaco e mai realizzato fino ad oggi; per questi continui procrastinare l’offerta delle pellicole è stata ritirata.
Il comune avrebbe poi proposto a Mongini di rilevare la sua collezione offrendo 25000 euro, che Mongini ha declinato come aveva declinato in precedenza offerte ben superiori, considerando il valore della collezione molto più elevato.
Ad esempio la tuta spaziale utilizzata da Sean Connery in Atmosfera zero o i disegni di Rambaldi, creatore di E.T., sono pezzi unici e di prestigio. Proprio questi ultimi si sono rovinati con l’esposizione al sole all’interno del Musef.
Mongini aveva avvertito il sindaco che avrebbe portato via il materiale e lui, seppur dispiaciuto, aveva accettato, senza più farsi sentire; ora invece a quanto sembra dichiara di essersi prodigato per tenere in vita il museo. Mongini risponde pacatamente:
Mi permetto di dire al signor sindaco di Gaiba di non continuare con questa inutile diatriba. Per me la situazione si chiude definitivamente qui e credo che il silenzio da entrambe le parti sia la cosa più saggia da fare.
Il Musef aveva registrato alcune iniziative prima della sua apertura con presentazioni di libri, concorsi di racconti di fantascienza e laboratori scientifici che avevano riscosso una numerosa partecipazione soprattutto da parte dei giovani gaibesi.
Nel maggio 2016 all’inaugurazione della Biblioteca-Museo del maggio 2016 era stato presente un migliaio di persone. Nell'occasione era stato anche esposto un frammento di roccia lunare.
Dopo di allora però le iniziative erano state sempre più rare e le promesse di ampliamento fatte dal comune disattese. Ora il museo ha chiuso. Un vero peccato.
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