L'ubiquità sarà anche una dote rara, ma è davvero indispensabile per godere pienamente del Trieste Science+Fiction. La mattina, dopo una stimolante tavolata sul fumetto "mutante" e fantascientifico, diamo uno sguardo alla mostra personale di LRNZ, al secolo Lorenzo Ceccotti, disegnatore di primo livello e fondatore del collettivo Superamici (come non amarli, già per il nome). Lo ricorderete per essere stato il disegnatore del fumetto Monolith, da cui poi è stato tratto il film omonimo (presentato l'anno scorso proprio qui al TS+F).

Partiamo gagliardi alle 15.00 al Rossetti con Loop del regista ungherese Isti Madaràsz, onesto e appassionato film strutturato alla nastro di Moebius. Dal taglio forse un po' troppo action per il palato del pubblico del festival, riesce comunque a strappare un applauso, complici anche i molti easter egg presenti – cita praticamente qualsiasi film sui viaggi nel tempo, da Terminator a Ritorno al futuro, passando per L'esercito delle 12 scimmie e il mai troppo acclamato Primer (È il mio film preferito ci dice il regista). Un film ok, ma non il massimo esordisce il primo, spavaldo commentatore al microfono durante la talk successiva al film. In effetti, da veri appassionati dei time-travel movie, non possiamo non dire questo: mancava totalmente l'aspetto scientifico. La struttura narrativa a loop e sovrapposizioni era tanto ingegnosa quanto gratuita. Ma il regista si guadagna la nostra simpatia confessando che quando eravamo alla pre-produzione, ci arrivò notizia dell'uscita del simile Looper. E noi avevamo qualche sconosciuto attore ungherese, loro Bruce Willis.

Loop
Loop

Alle 17.00 lo spumeggiante polacco Bodo Kox (fa venire in mente anche a voi gli U2?) introduce la sua ultima pellicola: The man with the magic box. Ben girato e originale nei contenuti, affronta il tema del viaggio nel tempo in maniera totalmente differente rispetto a Loop, concentrandosi su una storia d'amore e catturando la platea con dialoghi divertenti. Scusate se non parlo inglese ammette Bodo ma passavo più tempo nei bar che a scuola.

The Man with the Magic Box
The Man with the Magic Box

Salyut–7 parte alle 20.00 ed è finora il film più acclamato del festival. Praticamente una versione russa di Apollo 13, con tanto di patriottismo russo (primissima immagine: falce e martello), sfida con gli Stati Uniti e sentimentalismo a fiotti. Pur ammettendo l'alta qualità dell'opera (grazie alle ampie tasche del governo russo), il regista Klim Shipenko – nostro vicino di stanza in hotel – fa ridere e divertire ma passa via come una nocciolina durante una giornata di degustazioni. Per i fan dei film storico-spaziali, che ameranno la minuziosa ricostruzione della tecnologia anni '80.

Chiudiamo alle 22.15 con Replace dell'eccentrico Norbert Keil. Caro Norbert, hai voluto fare un film originale sull'ossessione per l'estetica. Hai osato con musiche moderne alternate a Vivaldi. Hai mostrato pelli decomposte, quasi più decomposte del montaggio. Però l'audio e la color correction non reggevano il confronto col resto. I tuoi 100 minuti ci sono sembrati 200, forse – lo ammettiamo – anche per la giornata impegnativa. C'erano evidenti problemi nella rappresentazione che hanno polverizzato le pur buone premesse. Il titolo spiega perfettamente cosa faremmo del tuo film se curassimo noi la programmazione.

Andiamo a scrollarci di dosso quest'ultima visione all'Aqvedotto, caldo cocktail bar a fianco del Rossetti dove è esposta la mostra fotografica Sci-Fi Stars (tutti i big intervenuti negli anni al festival). Ma l'impresa è difficile, dato che a fianco a noi c'è proprio lui: Norbert. E ora a dormire: un'altra incredibile, soprannaturale giornata ci attende domani al Trieste Science+Fiction. Tenteremo di sdoppiarci per darvi un resoconto anche della stupefacente programmazione pomeridiana del Teatro Miela.