Ancora sul connettivismo, una postilla
Posted on Novembre 2nd, 2012 in Agitprop, Connettivismo |
Saprete ormai quanto disapprovi la parola “connettivismo“, in favore della più veritiera personalizzazione al plurale - connettivisti - che trovo maggiormente veritiera e rispettosa della pluralità di voci del movimento, sintomatica della sua ricchezza generale e capace di valorizzare le individualità che lo popolano. Il movimento è come l’alveo di un fiume, che resterebbe vuoto senza le tante gocce d’acqua che danno vita alla corrente. Senza questo flusso di singolarità, il fiume non esisterebbe: sarebbe solo un letto disseccato, una distesa inaridita di pietre e di sabbia.
Però in questo caso voglio adottare il termine in riferimento al movimento, all’incubatore in cui tutti noi ci muoviamo, di volta in volta e a seconda dei casi come scrittori, poeti, critici, studiosi, artisti, operatori, perché voglio parlare del modo in cui tutti noi ci rapportiamo ad esso. Nel tempo - sono trascorsi quasi 8 anni dalla sua costituzione ufficiale - il connettivismo è cresciuto, ha ampliato i suoi orizzonti, si è arricchito, è maturato. Lo ha fatto perché le persone che si riconoscono nel progetto sono maturate e perché altre persone si sono aggiunte apportando il loro contributo nell’interesse generale e in favore di un ritorno personale.
Il movimento è ancora fluido, anzi magmatico, talora ribolle di turbolenze e vortici, e questo è un bene: è un indice della sua vitalità e finché la corrente procede verso il fronte del futuro non si può che esserne soddisfatti.
La nostra tre-giorni romana mi ha stimolato una serie di riflessioni che vorrei condividere con tutti. Le riassumo in tre punti principali, su cui mi piacerebbe confrontarmi con chi al connettivismo si sente ancora di potere e volere fornire un apporto.
1. Credo che sia venuto il tempo per superare la dicitura “padri fondatori” e ogni rimando che possa essere ricondotto a una qualche forma di liturgia (estremizzo l’immagine per rendere meglio il concetto, non me ne vogliate). Intendiamoci, l’accezione con cui l’espressione viene adottata denota stima, rispetto, affetto, e non posso che esserne grato a chiunque decida di usarla. Ma magari non tutti riescono a cogliere al volo anche l’ironia sottintesa, la complicità che ci vede tutti - fondatori, associati, aggregati, compagni di strada, e chi più ne ha… - cooperare fianco a fianco, a uno stadio paritetico, alla riuscita del progetto generale e dei progetti particolari che di volta in volta siamo chiamati a mettere in piedi (si tratti di un’antologia, di una rivista, di un sito, di una convention, o di qualsiasi altra cosa vogliate). Forse, se proprio non possiamo rinunciare a una denotazione per chi ha innescato il congegno connettivista, si potrebbe parlare di iniziatori, piuttosto che di “padri fondatori”. Dopotutto è un termine dalla connotazione più neutrale, quasi asettica, e non implica - nemmeno per sbaglio - una forma precostituita di gerarchia. Non so se Sandro Battisti e Marco Milani sono d’accordo con me, mi piacerebbe ricevere un feedback anche da loro. Personalmente non mi dispiacerebbe nemmeno vedere andare definitivamente in soffitta il manifesto, e posso dirlo essendone il principale responsabile: non sarebbe più interessante sentire Sandro Battisti, Marco Moretti, Domenico Mastrapasqua, Lukha B. Kremo e gli altri recitare i loro ultimi lavori, piuttosto che riascoltare ogni volta un documento ormai mediamente più vecchio della maggior parte dei lavori connettivisti?
2. Il movimento non dovrebbe mai smettere di aprirsi verso l’esterno. Mi piacerebbe che sempre più connettivisti cogliessero le varie occasioni offerte dal panorama del fandom fantascientifico italiano (le diverse convention organizzate ogni anno, le diverse riviste cartacee e on-line in attività, i diversi progetti antologici che raggruppano gli autori della comunità SF) come un’opportunità per interfacciarsi con il resto del mondo là fuori, una chance per scavalcare i recinti, e anche i pregiudizi che tanto spesso ci troviamo a scontare sulla nostra pelle.
3. Abbiamo fatto i conti con il passato, si diceva nei giorni scorsi. Ci siamo confrontati con la maggior parte dei filoni artistici e culturali che ci sono serviti da ispirazione per elaborare questa esperienza. Adesso possiamo concentrare meglio le nostre forze sui nostri lavori presenti e futuri: scriviamo - racconti, romanzi, articoli, poesie - e lavoriamo sui nostri progetti - riviste, siti, film, trasmissioni radiofoniche, podcast - per portarli avanti e offrire agli scettici materiale su cui pensare, materiale da commentare, materiale da analizzare. Solo così terremo il fianco al riparo dalle critiche troppo facili - e fin troppo scontate - che ancora ci vengono mosse con innocenza, ignorando i trascorsi. Solo così produrremo una vera accelerazione nella crescita del movimento e un avanzamento verso un nuovo stadio, da cui poterci dare un nuovo obiettivo.
A voi la linea. Hasta siempre, compañeros!
[Immagine: illustrazione di Israele Leal.]
PS: Non posso non riportare qui i collegamenti ai rispettivi resoconti della Next-Fest redatti da Sandro Battisti e Francesco Verso, in cui mi sembra di riscontrare una comunione di fondo - fatti i dovuti distinguo - con gli intenti espressi in questo post.
10 Responses
non posso che essere d’accordo su tutto (del manifesto ne parlo in fondo). padri fondatori non ha senso, non c’è gerarchia nel movimento né comando, da bravi anarchici (più o meno, tutti, in modi diversi) ci muoviamo su linee non precostitutite, nessuno le vorrebbe suppongo, e l’unica cosa che può guidare uno piuttosto che un altro è soltanto il buon senso, la carica di critica, la propensione a interfacciarci con altri universi e idee. chi sa fare meglio lo faccia, indipendentemente da chi sia o da cosa pensa.
il manifesto. mostra la corda, ormai, sì, ma fin quando il kremo lo declamerà (lui sa farlo bene, non io) io direi di lasciarlo lì come esempio di poetica a se stante, una perla che ci appartiene e che può non aver valore assoluto, programmatico, politico, quello che volete, ma che è indubbiamente bella. e pertanto meritoria di essere declamata. e poi, permettetemi, è una sorta di inno, come mameli all’inizio di una partita o alla premiazione della f1…
a voi la parola
ah, dimenticavo: connettivismo è un ismo, ok, ma identifica il movimento, cambiare monicker in corsa non è sempre indicato, può disorientare
Accetto il gentile invito dell’amico Giovanni alla riflessione e direi che, in buona sostanza, posso dire di essere d’accordo.
).
Non trinceriamoci dentro torri d’avorio, dunque, ma proviamo a colloquiare con quella letteratura (e in particolare con quella fantascienza) che non si riconosce nel connettivismo (anzi, nei connettivisti
In questo senso, può aver senso anche archiviare (o quantomeno conservare come elemento storico piuttosto che come bussola programmatica) il Manifesto: meglio un approccio più succinto e immediato, per non essere accusati (come ci è capitato) di essere “fumosi”.
Unica obiezione: al di là delle definizioni (”padri fondatori”, “iniziatori” o altro) non disconoscerei a te, Sandro e Marco il merito di aver dato origine al movimento. Capisco e anzi apprezzo moltissimo la riservatezza e l’umiltà, ma non credo vada a minare la pareteticità degli autori il ricordare i meriti di chi ha dato l’input.
In fondo, non è che Rudy Rucker sia stato penalizzato dal fatto che si sapesse che il cyberpunk era stato fondato da Gibson e Sterling.
[...] con: Giovanni De Matteo, Ridefinizioni alternative Si torna sul Connettivismo dalle parti di Giovanni “X” De Matteo, anzi si torna dalle parti dei connettivisti, per dirla alla sua maniera. Un altro post di analisi [...]
Il punto 2 andrebbe tatuato a fuoco!
p.s.: ottima analisi…
Pienamente d’accordo.
Dichiarazioni come queste sono uno dei motivi per cui mi piacete sempre di più
Per cominciare, grazie a tutti voi per i vostri contributi. Scorro le vostre osservazioni e non posso che rallegrarmi del mood instaurato.
@ Zoon: certo, non chiedo di cambiare nome al movimento. Connettivismo lo scegliemmo insieme, dopotutto, e se c’è gente che continua a parlarne e altri che continuano a riconoscersi in esso, non posso che esserne felice. Però a volte i distinguo sono importanti, così non dobbiamo mai sottovalutare la molteplicità di voci e punti di vista e approcci che racchiude il connettivismo dentro di sé, e che sono prima di tutto una risorsa, un arricchimento, che è la prima caratteristica da mettere in evidenza con osservatori esterni poco o male informati su quel che facciamo…
@ Ro: assolutamente incontestabile ciò che dici. La butto lì: magari in occasione della prossima con ogni connettivista potrebbe portare un proprio manifesto da leggere e declamare…
Oppure un breve racconto, una poesia, qualcosa da condividere con gli altri. Scambiamoci idee, suggestioni, linee di penetrazione psichiche!
@ Mike: grazie! Allora contaminiamoci, mischiamoci, infiltriamoci…
@ Gian Filippo: e io sono contento di avere un compagno di strada come te, certo di non essere l’unico! Grazie per l’appoggio che non neghi mai alle nostre iniziative, è un sostegno prezioso.
[...] notte di Giovanni Agnoloni e Olonomico di Sandro Battisti. E altro è pronto sulla rampa di lancio. Il movimento è vivo e si evolve, entra in una fase matura. Keep on [...]
Arrivo in ritardo e me ne scuso…
La riflessione di Giovanni è lucida, acuta e testimonia che il Connettivismo (e i Connettivisti) è vivo e consapevole del percorso svolto e di quello in atto.
Forse il termine padri fondatori è desueto e pomposo e, Giovanni dice bene, liturgico ma in fondo io mi emoziono sempre nel ricordare quella mattina del 2007 a Vimercate.
Per il manifesto, concordo con Sandro… che Con sarebbe senza il nostro inno urlato alle folle?
Non siamo sempre in fondo dei Lupi Siderali?
Grazie a tutti per tutto questo e a presto miei cari amici connettivisti.
Ciao
Logos
Grazie Alex, il tuo contributo è prezioso, come di consueto. Prendo atto dell’affetto che continua a circondare il manifesto. Vorrà dire che per il futuro dovremo darci tutti l’obiettivo di farlo dimenticare superandolo con i nostri lavori, senza farlo rimpiangere…
Lupi siderali, avanti tutta!