Sergio Altieri about Italian SF
Posted on Luglio 2nd, 2009 in Connettivismo, Fantascienza, Nova x-Press, ROSTA |
Su SF Signal, a circa un terzo di pagina, Sergio Altieri, Editor per le collane da edicola della Mondadori, dipinge un rapido quadro del panorama italiano dei generi connessi al fantastico.
Colgo l’occasione per spendere giusto 2 parole, molto meno preziose di 2 centesimi, su una cosa che mi porto dietro da un po’. Negli ultimi mesi ho assistito a vagonate di merda riversate su Urania e sull’attività di Giuseppe Lippi nello specifico e più in generale di Sergio Altieri al servizio dei categories Mondadori. Ho assistito allo spettacolo da interno, dietro le quinte, grazie al punto di vista privilegiato che mi è concesso dalla gestione del blog di Urania (tra flame war scoppiate e altre sventate in extremis). E vi ho assistito anche da esterno, attraverso le mie consuete ricognizioni in Rete.
Il culmine lo si è raggiunto con il varo di Epix, la nuova collana gemella di Urania dedicata al fantastico, che si è guadagnata una nutrita schiera di oppositori ancora prima di approdare nelle edicole. Notoriamente non sono un amante del fantasy. Ma nei primi 4 numeri della collana ho trovato 2 chicche come un’antologia di Evangelisti (una raccolta di testi editi, okay, più due novelle che potremmo ritenere inedite, considerate le tirature e le forme in cui erano apparse in precedenza) e il secondo volume della Zombie Trilogy di Wellington (un autore popolare nel senso più stretto del termine, che ha maturato l’ammirevole consuetudine di pubblicare la serializzazione dei suoi romanzi direttamente sul suo sito web). Evangelisti e Wellington non sono tra quegli autori universalmente apprezzati dalle schiere degli appassionati di genere, ma personalmente ammiro molto il loro lavoro e avere molto apprezzato il 50% delle uscite della collana neonata mi lascia fiducioso per il futuro di Epix, al di fuori dalle logiche di scuderia e dai secondi fini che mi si potrebbero attribuire.
On-line, invece, se ne possono leggere di tutti i colori. Su Urania, su Epix, su Lippi e su Altieri. Insinuazioni e giudizi preventivi che il più delle volte non si sollevano di molto dal tenore di chiacchiere da bar. Eppure sembrerebbero fioccare gli ”appassionati” o sedicenti tali disposti a battere le mani e lanciare noccioline alla scimmia, perché la scimmia continui a fare le boccacce e non interrompa la sua esibizione. Non gioverà alla mia popolarità, ma nel mio piccolo ne faccio una questione di onestà e di coerenza: se non fosse stato per il lavoro di gente come Lippi o Vittorio Curtoni non avrei mai maturato la passione per il genere che oggi posso rivendicare. E se non fosse stato per Altieri il mio nome non sarebbe mai apparso su un sito internazionale, non almeno oggi che non ho ancora 29 anni. C’è gente che vorrebbe vedere Urania chiudere i battenti e altri che comprerebbero Epix solo per bruciarla. Io, alle persone che stanno dietro a queste collane e che ogni settimana devono schivare le più pretestuose e futili delle critiche, non posso fare altro che riconoscere un’ammirazione incondizionata. Ci vogliono le palle per fare quello che fanno loro. E io li ringrazio per tutto quello che, malgrado tutto, continuano a fare.
Per me e per noi.
[In alto: Sergio "Alan D." Altieri fotografato da IguanaJo. In basso: Giuseppe Lippi e Vittorio Curtoni, foto di Giuseppe Festino.]
12 Responses
Giovanni, non potrei essere più d’accordo con te. Non hai idea di quanta gente io abbia conosciuto che non sa fare altro che lamentarsi: perché non cambiano questo, perché hanno pubblicato quello, perché, perché, bla bla bla. Io, da queste persone, cerco di stare alla larga. Con quello che costa, e con la qualità profusa (traduzioni, apparati critici ecc), io non trovo nulla da dire sulle pubblicazioni Urania. Anzi, mi verrebbe da pensare: “Ma chi glielo fa fare, a Lippi e co.?”.
Il motivo è lo stesso che mi fa apprezzare tutto ciò che fanno, incondizionatamente.
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Certi argomenti sono chiaramente pretestuosi; va anche detto che chi non ha problemi di sorta a comprendere che pochi centesimi di aumento del prezzo di copertina non cambiano il rapporto qualità-prezzo estremamente favorevole delle collane edicola Mondadori, difficilmente si porrà il problema di andare a postare da qualche parte “per me è tutto ok, gente”.
La vecchia favola dell’albero che cade che fa più rumore della foresta che resta in piedi…
Tra l’altro dopo aver terminato lo strabiliante Come ladro di notte di Miglieruolo aggiungerei un ringraziamento in dettaglio per così dire, a Curtoni (e Montanari) per averlo lanciato all’epoca e a Lippi per averlo riproposto in UC… un vero capolavoro.
La mia opinione su Urania la conosci bene.
(brevissimamente: sarei sol contento se Urania la smettesse di uscire in edicola e si trasferisse armi e bagagli in libreria. Per approfondire vedi qui)
Il fatto che io sia molto critico rispetto a Urania non significa che le persone che se ne occupano siano dei cialtroni. Tutt’altro, sono convinto che sia Lippi che Altieri amino sinceramente il genere (i generi) a cui sono professionalmente legati. Dal mio punto di vista è il sistema editoriale che continua a proporre prodotti come Urania (o Epix) a essere ormai irrimediabilmente compromesso.
Detto questo veniamo al punto del tuo post: le feroci critiche che abbondano in rete.
Fermo restando che l’attacco gratuito, anonimo e personale è sempre censurabile, credo che questo genere di critica vada di pari passo con l’incensamento incondizionato che un numero altrettanto ampio di persone attribuisce agli stessi soggetti.
Tu citi gli attacchi trolleschi al blog di Urania, io ribatto che sul blog di Urania ben di rado ho visto nascere dibattiti che vadano oltre la richiesta di questo o quel titolo/autore o le lamentele riguardo chiusure o soppressioni di collane e uscite varie.
Ma arrivando al sodo, una volta eliminato tutto il rumore di fondo, e filtrati i soggetti che parlano solo per far prendere aria ai denti (e si sa, in rete abbondano oltre ogni possibilità di sopportazione), in sostanza le critiche che ho letto (non molte, che non riesco a seguire più di 2/3 siti) su Epix mi paiono decisamente azzeccate e condivisibili (vedi per esempio Verrà la merda e avrà i tuoi occhi). Poi certo, si potranno condividere o meno, ma oh… non mi sembrano certo campate in aria.
Che possano dispiacere a chi è personalmente (e professionalmente) coinvolto nella gestione della collana è comprensibile. Ma le critiche, anche feroci, fanno parte del gioco, e credo che sia Lippi che Altieri abbiano le spalle sufficientemente robuste per poter reggere l’urto.
(@ danielepase: davvero ti è piaciuto tanto i romanzo di Miglieruolo? Per quanto in Come ladro di notte ci siano aspetti sicuramente apprezzabili, altri mi hanno lasciato mooooolto perplesso. In primis il linguaggio scelto dall’autore. Magari se ne riparla.)
Concordo su tutta la linea con te X. Non ci si rende per nulla conto di quale lavoro ci sia dietro una collana o una rivista. E a gente come Curtroni, Lippi e Altieri non possiamo che essere grati per il lavoro che hanno fatto e stanno facendo per noi lettori.
ehm…
my comment is awaiting moderation
resto in paziente attesa
Ringrazio tutti per i vostri commenti. Rispondo a Giorgio con il quale mi trovo - ancora una volta - in disaccordo (ma la moderazione era scattata in automatico, forse l’IA dello Strano Attrattore aveva fiutato la tua negatività…
).
Dunque, inutile tornare sulla faccenda Urania-in-libreria vs Urania-in-edicola, se non altro perché è una decisione che non dipende dalla volontà dei Grandi Antichi uraniani, ma da Alte Sfere più in alto di loro (per le quali forse la SF non esiste nemmeno; e, in ogni caso, io sentirei la mancanza di una collana capace di offrirmi un nuovo titolo al mese al prezzo di una pinta di birra; ma questa è, appunto, una questione di gusti/preferenze/bisogni, come tale di natura del tutto individuale).
Sul blog di Urania lamenti la scarsità di dibattiti utili per l’appassionato, ma ti ricordo che l’impostazione stessa del blog limita al massimo - per quanto possibile - le divagazioni, essendo il 95%, se non di più, dei suoi post fatta di anticipazioni o approfondimenti critici delle uscite delle varie collane di riferimento. Pertanto, o si dibatte - con gli strumenti critici adeguati - di quelle, o altrimenti si finisce - come abbiamo visto - per attaccare le scelte editoriali, contestare questo o quell’autore, sfogare la propria necessità di attenzione contro questo o quell’utente. Non c’è bisogno che ti dica cosa è più facile trovare in giro, l’ho hai già detto tu. Rumore di fondo, appunto. Ma abbiamo assistito insieme al ben più triste e desolante destino toccato ad ambienti di discussione in rete, nati idealmente proprio con lo scopo di mettere a confronto i punti di vista degli appassionati. E il blog ufficiale di Urania non nasce per rispondere a questa esigenza, ma per offrire un punto di riferimento on-line ai lettori (e ai potenziali lettori, aggiungerei) di Urania e Urania Collezione.
Quanto a Epix, non ho letto ad oggi una sola critica bilanciata. Anche qui c’è chi contesta la scelta di questo o di quell’autore, chi dà sfogo a quelle che potrebbero essere le sue frustrazioni personali, e tutti imbastiscono la loro teoria critica universale a partire da queste labili premesse. Be’, una collana non si giudica sulla base dei nostri gusti personali, come potremmo fare per un singolo titolo, perché il suo piano editoriale per essere vincente deve essere capace di incontrare il gusto di più lettori possibili. E, lo sappiamo bene, ogni lettore ha le sue preferenze. Allora le critiche a Epix basate sulla scelta di includere un italiano, oppure un’antologia, oppure il secondo volume di una trilogia (dimenticando che il primo era uscito giusto un anno fa in una collana di fatto confluita in questa), per me hanno solo del pretestuoso. Detto con estrema schiettezza.
Il buon Niccolò, che nel suo intervento è pure estremamente generoso nei miei confronti, linka un articolo che già avevo letto: l’autore che oggi contesta l’inclusione di Evangelisti in Epix (parlando finanche di “deliri di Evangelisti”) è lo stesso che poco più di un anno fa incensava un titolo di Evangelisti uscito in libreria a 4 volte il prezzo di un Urania. Per carità, cambiare opinione è legittimo, ma inversioni di questo tipo meriterebbero una valida giustificazione pubblica per sgomberare il campo da sospetti fin troppo facili.
E infine un’ultima cosa. Visto che l’ho citato, io rispetto l’opinione di Niccolò come rispetto la tua. Non solo perché vi ritengo dei grandi appassionati dei generi che a me piace leggere, ma anche perché so che le vostre critiche non sono motivate da secondi fini. Ne ho la certezza: voi siete dei lettori, non degli scrittori. Quando invece vedo le critiche, gli attacchi, gli insulti, giungere da chi ha una frequentazione con la scrittura, e per di più ripetersi costantemente a ciclo continuo, mi concedo il lusso di incazzarmi. Perché è il lavoro di alcune persone che si sta mettendo in discussione e, se si decide di farlo, allora è legittima la pretesa che lo si faccia con cognizione di causa, e non per dare sfogo ai propri umori, al proprio malcontento, o a quello che in quel momento gira all’autore.
Come dicevo nel pezzo, è una questione di onestà.
Sul fatto che ci sia disaccordo tra noi, beh… non ne farei un dramma. Dopotutto il confronto di idee è il sale della vita, soprattutto se sai che chi ti legge è disposto a mettersi in gioco e non parte da posizioni inamovibili.
(Credo che la moderazione sia scattata a causa dei link nel mio commento).
Urania sì. Urania no.
Nemmeno io voglio tornare sul discorso Urania, l’ho citato solo per distinguermi dai critici cui facevi riferimento.
Blog di Urania.
Quello che scrivi è verissimo. Le mie osservazioni non si riferiscono tanto ai post, che assolvono benissimo il loro compito informativo, quanto piuttosto allo spazio commenti. Lì dove i lettori possono esprimere la loro opinione mi sarei aspettato qualche commento in più riguardo al contenuto dei singoli volumi proposti mentre invece non si va mai oltre al solito coro di generico apprezzamento o alla sterile sequela di lamentazioni sui nomi proposti o proponibili.
Epix
Anche qui il punto è proprio la vaghezza e la genericità delle proposte.
Al momento (con 4 volumi pubblicati e un paio in arrivo) a me pare che per accontentare tutti non si accontenti nessuno.
Le critiche che mi sento di condividere sono quelle che arrivano da appassionati che si sentono (ancora una volta?) traditi da chi avrebbe il potere di allargare lo spettro della letteratura fantastica disponibile al lettore nostrano, approfondendo magari il discorso verso lidi inesplorati, e invece si ritrova a doversi accontentare dei soliti strasfruttati quattro nomi quattro. (senza oltretutto alcuna logica a sorreggere il tutto, con trilogie presentate un tanto al braccio, autori - Rylan??? - che non si sa bene cosa ci facciano tra i titoli che dovrebbero lanciare una nuova pubblicazione).
Poi è chiaro, Mondadori può fare le scelte che preferisce, lasciami però la libertà di trovarle del tutto insulse se non suicide.
Scrittori e scrittoruccoli, lettori e grancasse.
Hai tutte le ragioni del mondo per la rabbia e l’amarezza di fronte a certe sparate. Ma oh… sembra che tu sia arrivato in rete solo ieri! Cioé, attacchi gratuiti e insulti sono la regola tra i miseri scrittoruccoli che calcano le scene delle italiche lettere. Là fuori è pieno di geni incompresi, non te ne sei ancora accorto? Gente che sul pregiudizio c’ha costruito intere carriere, bande più o meno armate che giocano al massacro appena l’erba del vicino appare un filino più verde della propria. Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
Da parte mia credo che tutti che abbiano diritto a esprimersi su quello che preferiscono, ma i lettori sono gli unici che andrebbero ascoltati quando si parla di libri.
Comunque sia, sai già che per me è un piacere vederti incazzato
Respect!
@Iguana
Miglieruolo: Sì ho apprezzato moltissimo Come ladro di notte. Anzi, ha ridefinito le mie gerarchie rispetto alla fantascienza italiana. Metto le mani avanti: sono arrivato relativamente tardi alla fantascienza e ancor più tardi a quella italiana.
Se non ricordo male il primo italosf che ho letto è stato Ai due lati del muro di Francesco Grasso. Poi un po’ alla volta
ho recuperato in una maniera o nell’altra, ma molti italiani per me restano nomi con accanto un titolo nel catalogo
di Vegetti. L’idea che me ne sono fatto è che la nostra sf abbia prodotto diverse cose interessanti, alcune anche
decisamente ottime, sia in passato che di recente, ma solo un paio di capolavori: Terra di Benni e Cherudek di Evangelisti.
Un paio di anni fa, in occasione della ripubblicazione in UC ho aggiunto al gruppo Eclissi 2000 di Aldani che bramavo ma non possedevo.
Benni non viene considerato un autore sf, e magari vende tanto esattamente per questo, chissà… però mi sembra lampante che è un autore che si è mosso spesso dentro coordinate fantascientifiche, che il suo pubblico lo avverta o meno. Ci sarebbe molto da dire rispetto alla fantascienza fuori dalla fantascienza, e a quando e dove cominciano i ghetti, ma evito l’off topic.
Tornando a Miglieruolo, aggiungo il suo romanzo al “mio” gruppo dei capolavori.
Certo non è esente da qualche difetto.
Qua e là affiora qualche locuzione sgradevole (non scorretta):”Zanzotto aveva il nervoso…” la cui origine un mio
professore di linguistica avrebbe attribuito all’italiano regionale più che al dialetto o alla lingua letteraria.
L’ipertrofia dei numeri: “La flotta disponeva di tre milardi di navi…” chiaramente funzionale a descrivere in senso
paradossale l’enormità degli eventi in corso ma sicuramente eccessiva. Un paio di passaggi poco chiari nei quali si parla
di “stelle” ma dal contesto si evince che ci si riferisce a sistemi planetari. Però, a parte queste piccole cose, mi sembra un romanzo potente, ricco, con una idea narrativa forte che domina il plot e non viceversa, come spesso accade. Anche il detournemont linguistico che mette in scacco i meccanismi di identificazione l’ho apprezzato molto.
E’ un romanzo ossimorico, è pieno di barocchismi… ma dinamici, fluidi; il disordine poggia su un scelte forti. La sua lingua mi sembra consustanziale alla sua struttura: scelte linguistiche e narrative non sono separabili.
Ed è un bene, càpita solo ai grandi romanzi.
Però a me la sperimentazione letteraria quando è sincera e non affettata, e credo sia il caso di Miglieruolo, intriga molto.
Non necessariamente altri avranno le mie stesse preferenze.
Urania: Mah, direi che troppe colpe le si attribuiscono. Alcune di queste sono colpe antiche, come le traduzioni ballerine
o le sforbiciate selvaggie.
Se questo è avvenuto, e pare di sì, si può derubricare la questione a problema del passato, magari interessante da analizzare nel suo contesto se si fa storia dell’editoria di settore ma inutile da ritirare in ballo in continuazione, come ciclicamente accade in rete.
Se lo si fa, lo si faccia in modo specifico contestando questa o quella scelta di traduzione rispetto ad un testo
determinato, se no, sono chiacchiere.
Scelte di Urania: qui posso concordare con diversi dei tuoi rilievi e ovviamente si potrebbero aggiungere anche altri nomi
alla tua wish list.
Io sarei curioso di leggere la trilogia marziana di Robinson, ma ormai sono rassegnato a ricorrere alle edizioni originali.
Vorrei leggere altro di Eschbach oltre ai miliaradi di tappeti di capelli tradotto da Fanucci (e qui la soluzione lingua originale
diventa impraticabile) e molti altri nomi si potrebbero citare… però è difficile uscire dalla tagliola dei gusti
personali. Ricorderai (ne abbiamo chiacchierato in altra sede web) che a me i neanderthal di Sawyer fanno venire l’orticaria
e non credo che i due volumi della trilogia che ancora non ho letto mi faranno cambiare opinione. Però molti altri li hanno
apprezzati, anche tu ne avevi un’idea nel complesso positiva. Bene, pubblicare la trilogia è stata una buona scelta o no? Io
a posteriori dico di no, ma appunto a posteriori. Seguo solo episodicamente il mercato in lingua originale e ho avuto
occasione di formarmi un giudizio (molto negativo) riguardo Hominids solo leggendolo in Urania, senza questa occasione
sarebbe rimasta una di quelle cose che si sa che esistono ma… E poi ho ragione nel mio giudizio negativo? ovviamente
sono certo di sì e potrei lungamente argomentare in proposito, però onestamente ma non mi sono rovinato con la trilogia di Sawyer, e se due o tre romanzi sgraditi all’anno sono il dazio che devo pagare per avere a disposizione a prezzi estremamente concorrenziali una selezione di titoli perfettibile ma nel complesso più che accettabile, beh, ci posso stare.
Non credo che lo stato della fantascienza in Italia sia attribuibile al ruolo di Urania.
Quando la fantascienza aveva titoli nei cataloghi di tutti gli editori ed era ben presente nelle librerie, Urania esisteva
eccome e probabilmente molti dei difetti che oggi in troppi le attribuiscono allora li aveva sul serio.
Se la presenza di urania non “ingombrava” il mercato e non dequalificava i gusti dei lettori allora, non si capisce perchè
dovrebbe farlo ora.
La contrazione di mercato per quel che ne so è globale, con la solita eccezzione inglese. Da noi è peggiore?
Forse sì, ma da noi quasi tutti i fenomeni globali di tutti gli ambiti della società e della cultura si presentano in forme
più aspre, è un trend che dura da vent’anni, se non di più. Stupirebbe semmai il contrario.
Non sto dicendo che Urania sia il massimo della vita, ma mi sembra molto lontana dall’essere il minimo, soprattutto
trovandosi ad agire in un settore, il mass market, in condizioni di oggettivo monopolio: potrebbe giovarsi della posizione molto più di quanto non faccia.
Soprattutto invito a concentrarsi più sui segni positivi degli ultimi anni che su quelli negativi: avrebbe mai trovato spazio
su Urania De Matteo venti o venticinque anni fa? non credo. Nei primi novanta Evangelisti non ci riusciva…
Miglieruolo di cui si parlava, avrebbe avuto chances nel ‘72? no, e meno male che ci ha pensato il buon Curtoni
all’epoca, però oggi a Lippi non glielo ha certo ordinato il medico di riproporre un romanzo che a me personalmente sarà anche piaciuto molto… ma sicuramente è da considerarsi un libro ad altissimo “rischio rigetto”.
Lippi poteva lasciarlo nel cassetto, per i pochi aficionados collezionistissimi e/o cinquantenni/sessantenni e non lo ha
fatto: non mi sembra poco, posso perdonargli tutti i neanderthal del mondo in cambio di un Miglieruolo ogni tanto.
Certo oggi Urania sembra “andare sul sicuro” per quel che riguarda gli stranieri e concedersi una lodevole apertura di
credito rispetto agli autori italiani; non è detto che i due fenomeni siano sconnessi, non sarei stupito se il rischio
commerciale che si corre (o correva) con autori nazionali sia stato “pagato” con una cautela eccessiva rispetto agli autori
esteri meno convenzionali.
Va poi anche detto che anche gli autori “sicuri” o i classiconi non è che siano tutti uguali: Galouye se non ci pensa Urania
dove si trova?
Non credo che nemmeno che avrebbe un gran senso trasferire Urania in Libreria.
La quota di lettori che la seguirebbe è già determinabile: siamo noi, quelli che già ora si avvalgono sia del canale librario che di quello mass market. Ed è troppo poco dal punto di vista commerciale. Se ci fosse questa folla disponibile ad acquistare sf in libreria i numeri di quel mercato sarebbero migliori già ora.
Sono canali diversi: se Urania abbandonasse il presidio edicola guadagnerebbe in chances di vendita ma perderebbe in chances di contatto; dal punto di vista commerciale sarebbe un disastro, e dubito che la collocazione più “prestige” cambierebbe qualcosa dal punto di vista qualitativo.
Il prezzo non è una variabile secondaria rispetto ai numeri di Urania o collane assimilabili, e si incrocia anche con le
problematiche qualitative. E’ stato lungamente citata un po’ dappertutto rispetto ad epix, la raccolta di racconti di
Evangelisti. Bene, certamente quei racconti nell’ambito della produzione di Evangelisti sono secondari e hanno già avuto circolazione; quella raccolta in libreria avrebbe però avuto un costo non inferiore ai 9-10 euro. Con quel prezzo non le
avrei dato priorità e forse non l’avrei acquistata mai, a meno della metà sì, e ne sono soddisfatto, pur considerandola per
quel che è, una raccolta sfiziosa e nulla più.
Il discorso potrebbe essere ampliato: non tutti i lettori sono appassionati di lunghissima data, e anche chi come me ha
recuperato il gap continua a volte a dover fare delle scelte in libreria, perfino nella molto scarna proposta sf disponibile (senza contare che si leggiucchia anche altro). Aggiungere a questo anche una eventuale Urania trasferita in
libreria a costi da libreria?
No, sarebbe assurdo. Semmai questo è il momento di cercare di inventarsi qualcosa per allargare il mercato, non per deprimerlo.
ulteriormente.
Ragazzi, ancora grazie per i commenti. Rivolgo a tutti un invito generico alla sintesi - non alla brevità telegrafica, ma alla distillazione dei propri pareri sì - in modo da rendere anche più efficace il messaggio e agevolare in questo modo il confronto e la discussione.
La testimonianza di Daniele è la prova che un piano editoriale, per riuscire vincente, deve avere orizzonti larghi: pensare a Miglieruolo e a Clone, o a Sawyer e MacLeod, a Reynolds, Newman e M. John Harrison nella stessa collana, vuol dire sul serio non trascurare i gusti di nessun lettore (senza contare poi il fatto che è su proposte simili che si può costruire una nuova base di lettori, combinando la riscoperta della tradizione con l’attenzione per il nuovo, di oggi ma anche di ieri). E mi sembra che, dai titoli usciti, da quelli annunciati e da quelli che so essere in cantiere, Epix stia seguendo la stessa linea.
@ Iguana: continuando a parlare proprio di Epix, e restando tra di noi lasciando perdere i veleni della Rete, non ti sembra di generalizzare un po’ troppo parlando di “scelte suicide”? Stai proiettando il tuo giudizio personale, legittimo, sulla totalità del pubblico a cui la collana si rivolge. Secondo me è un’astrazione forzata, come sarebbe altrettanto forzato e astratto voler sostenere che tutti i titoli pubblicati finora avrebbero dovuto incontrare il gusto della totalità degli appassionati.
@ Daniele:
Su Miglieruolo bisogna che mi chiarisca un attimo le idee. Spero di riuscire a buttar giù a breve qualche pensiero coerente, poi magari riprendiamo il discorso.
Il fatto è che da un lato la struttura di Come un ladro di notte mi ha davvero convinto, tutto il resto però mi ha lasciato un bel po’ perplesso. Ma vedrai avremo modo di riparlarne,
Riguardo Urania, rimango convinto di quello che scrivevo qualche tempo fa. Ribadisco che secondo me la “colpa” più grave della testata Mondadori è quella di essere corresponsabile del mancato ricambio generazionale di lettori interessati alla fantascienza. Ma non voglio ripetere quel che già scrivevo a suo tempo.
Su un punto forse mi sono dilungato in maniera insufficiente. In effetti non ho risposte certe alla tua domanda:
“Se la presenza di urania non “ingombrava” il mercato e non dequalificava i gusti dei lettori allora, non si capisce perchè dovrebbe farlo ora.”
Ma visto che il discorso mi interessa ti rimando al mio blog per un tentativo di risposta più esauriente.
Ahi, rileggo solo ora il post e mi rendo conto del suo disordine grafico dovuto ad una interruzione e successivo copia e incolla da un file di testo (mentre postavo mi hanno invitato ad assassinare un rosso invecchiato e a certi inviti non si dice mai di no). Ho anche spacciato notizie false su un punto: altri due romanzi di Eschbach sono stati tradotti da Fanucci in effetti, dovrò dargli la caccia.
@ x, scusa il ritardo nella risposta, ieri i nostri commenti si devono essere sovrapposti e il tuo l’ho scoperto solo oggi…
Sul discorso delle “scelte suicide” probabilmente hai ragione. Del resto su cos’altro potrei basare il giudizio sulla collana se non sui miei gusti e la mia esperienza di lettore?
In ogni caso il tempo darà modo a tutti noi di verificare la qualità della proposta. Da parte mia ribadisco che di quanto prospettato per i prossimi mesi da Epix l’unico titolo che attendo con ansia è la riproposizione del drago di Swanwick (guarda un po’ un’altra ristampa…) che il resto non mi attira per nulla (forse forse potrei dare un’occhiata all’antologia italiana, ma non prometto nulla :-))
Per tornare sul tema generale io non credo che l’eterogeneità di una proposta (specie di una nuova proposta “specialistica”) sia un bene. Ma oh… è solo la mia umilissima opinione.