Round and round we go,
When will it stop, nobody knows
The same old chords, the same old words
It all sounds familiar, all starts to sound the same
Carcass - Ever increasing circles
Gira e rigira siamo sempre là. I bubboni scoppiano ciclicamente. E scoppiando uno dopo l’altro, danno il tempo a quelli già scoppiati di riformarsi, e poi scoppiare again, again and again… vecchia consuetudine, in Bassitalia. Qualcosa che negli anni siamo riusciti a esportare nel resto del Paese, anche dove, per tradizione, dal dopoguerra in poi si è sempre ben amministrato: l’immobilismo secolare.
Adesso è il turno degli ecomostri sulle coste della Calabria. Poi torneranno di moda i depuratori, poi la monnezza, la sanità (a dire il vero questa è una costante cronica) e via dicendo. Se solo cominciassimo a risolver i problemi, non dico del tutto, ma magari cominciare a farlo, col tempo potremmo trovarci di fronte a bubboni sempre più piccoli da far scoppiare.
Quando vi sentirete chiamati in causa, quando sarete sotto pressione, quando vi verrà posta una domanda imbarazzante, usate la terza persona. E’ comoda, sicura, chiara e vi toglie dai guai.
Questo è l’unico dato di fatto che riesco a estrapolare dopo avereLo ascoltato.
Noi non siamo persone, amici miei. Siamo simulacri di cittadini.
* * *
Stasera ho rivoltato casa per trovare la tessera elettorale. E’ stato un po’ come tirare fuori una vecchia arma spuntata. Ha un timbro solo, è quasi intonsa perché sono pochi anni che sto a Bologna, eppure mi sembra così vecchia. Lottando contro ogni disgusto, domani finirò per usarla ancora una volta. Dicono che è il mezzo decisivo per fare sentire la propria voce nel Paese. Sarà…
Mi sento come in una prigione colma di merda, armato solo di un cucchiaino: qualcuno forse lo affilerebbe e si taglierebbe le vene, io provo a spalare, per l’ennesima volta.
All my friends are skeletons
They beat the rhythm with their bones,
Spoonman
Soundgarden - Superunknown
Il video ufficiale del nuovo singolo dei Depeche Mode, Wrong, è già stato criptato per il nostro paese sul loro canale ufficiale. Per riuscire a vederlo basta comunque cercare il titolo nel motore You Tube per agganciarsi a fonti non ufficiali, che verranno oscurate a loro volta per questioni di copyright, credo.
But anyway, non è di licenze che volevo parlarvi.
Mi sono imbattuto nel video per caso e l’ho trovato eccezionale: un uomo viene costretto ad attraversare a ritroso un paesaggio urbano con la macchina, con le mani legate dietro la schiena e una maschera in volto. C’ho visto dentro molto Lynch e anche un po’ di Ballard. Esemplare il fatto che sia girato nel cubicolo meccanico nel quale la maggior parte di noi contringe anima e corpo ogni giorno; in questo caso, una “macchina del tempo” reale e paranoide. La metropoli sullo sfondo rappresenta quello che nel vecchio immaginario psicologico pre-tecnologico si figurava col mare o con l’oceano - il subconscio - sempre meno profondo, sempre più a fior di pelle. Uno strato di coscienza che, paradossalmente, più si palesa e più, nella sua evidenza, ci appare evanescente.
In definitva, un viaggio neurale. Una folgorazione.
I was in the wrong place at the wrong time
For the wrong reason and the wrong rhyme
On the wrong day of the wrong week
I used the wrong method with the wrong technique
Ovvero: inutile tornare indietro, tantomeno desiderarlo. Guardare avanti, ritrovare il futuro semplice di muovere un passo dopo l’altro.

The sirens are snaking their
Way up the hill
It’s last call somewhere in
The World
[...]
And down in the front of the row
The old man is asleep
And the credits start to roll
And I want to know
The same thing
Everyone wants to know
How it going to end?
Tom Waits, dall’album Real Gone, 2004