Looper Vs Django
Posted on Marzo 4th, 2013 in Sguardi |
Ho trovato la pellicola di Rian Johnson più onesta del Django tarantiniano. L’onestà non la misuro né sulla tecnica cinematografica né sulla scrittura - altrimenti non ci sarebbe partita - ma sulla capacità di interrogare e divertire lo spettatore allo stesso tempo. Certo bisogna concedere alla banda di Joseph Gordon-Levitt una dose extra di sospensione dell’incredulità per digerire cliché e qualche buco narrativo che a Quentin Tarantino non si perdonerebbe mai, ma il risultato finale è molto più appagante. Quello che riconosco a Looper è la volontà di raccontare una storia nonostante i propri limiti, siano essi di budget o di capacità in fase di sceneggiatura. Vedere certi film di Tarantino (assieme all’ultimo ci metterei Kill Bill) può voler dire confrontarsi con una specie di Peter Pan postmoderno della celluloide, che si diverte in maniera maniacale col suo giocattolo preferito.
One Response
Be’, Kill Bill e Bastardi senza gloria sono su un altro pianeta rispetto a Django Unchained, sia per completezza enciclopedica che per slancio mitopoietico. Il western tarantiniano è un omaggio personale, gustoso fin tanto che si condividono gli stessi riferimenti culturali, ma afflitto in partenza da questo limite di fruizione, che non lo rende autosufficiente a giustificare la propria esistenza. Un prodotto derivato, insomma, a tutti gli effetti.
Looper invece ha qualche ambizione in più, che purtroppo si incrina nella tenuta complessiva della storia, come cercavo di argomentare su Boiling Point.
Ma ciascuna a modo suo, le pellicole sono entrambe oneste. Mantengono in larga misura quello che promettono. E questo va bene…