Far South
Posted on Gennaio 20th, 2011 in Bassitalia, Rassegna stampa |
Questa mattina sulla homepage del Quotidiano della Calabria c’è una felicissima istantanea di Bassitalia. Un ematocrito sociale. Non a caso oggi è in edicola col titolo “Calabria imbrattata di sangue”. Ecco una piccola geografia della ferita aperta che è la mia regione: Crotone, Oppido Mamertina, Filandari, Settingiano, Spezzano Albanese, Crotone, Reggio.
Spesso mi trovo a raccontare a persone non del posto di come, in realtà, la Calabria non è il Far West che può sembrare. E non è facile, perché è un concetto forse più complesso e più agghiacciante della violenza in sé. La prima cosa che colpisce lo “straniero” credo sia il pericolo di vita; sembrerà strano, ma vivendo lì non si ha la percezione di essere coinvolti da un momento all’altro in un conflitto a fuoco. Chiodo schiaccia chiodo. Paura scaccia paura. La cura è l’indifferenza: “è sempre stato così”, “lasciate che si ammazzino tra di loro”.
Il Far South è il risultato di una miscela di cultura radicata, media e indifferenza. E non c’è solo il sangue, no: quello è l’aspetto più spettacoloso. Come nel Far West, anche nel Far South a farla da padrone è il caos amministrativo e i cattivi. I buoni chiudono le imposte della casetta del villaggio non solo se due banditi si scontrano nella main street, ma anche se lo stesso gli scarica rifiuti tossici nelle acque, taglieggia le attività commerciali, rompe il cazzo allo sceriffo…
Al di là del facile gioco di parole e dell’indignazione “4 salti in padella”, quel West dell’immaginario e questo Sud reale hanno in comune una parola che è il passato per il primo e il futuro per il secondo: far, lontano. Nell’anno del 150° dell’Unità la separazione silenziosa - lo scollamento, la frattura, la secessione carsica - accelera il suo percorso.
8 Responses
Avete presente l’armatura del cemento armato, quando si scrosta la materia del pilastro e lascia intravedere la struttura rugginosa all’interno? Ecco, nel Far South la ruggine è sangue.
Caro Faz, prima di tutto ti faccio i complimenti per il gioco di parole e l’immagine del Far South che trovo per nulla facile e estremamente evocativa. Azzeccata. Ci volevo pensare io!
I fatti della nostra regione, dove i morti ammazzati di questi giorni (uno in più anche stanotte dalle mie parti), che si aggiungono tragicamente ad una folta lista popolata da buoni e cattivi, sono purtroppo, come dici tu, solo l’aspetto spettacoloso di qualcosa di molto più grave perché profondissimo. E’ da quelle profondità che sgorga la melma che sta fagocitando teste e cuori, che consente ai vermi più viscidi di sguazzare allegramente mentre i buoni soffocano.
E se a Castelvetrano, casa del boss Messina Denaro, l’altro giorno i presidi e i dirigenti scolastici diffidano gli studenti dal partecipare ad un incontro su Paolo Borsellino e se quegli stessi studenti invece di mandare quei presidi dove meriterebbero, se ne rimangono seduti sui banchi (rifiutando addirittura anche solo l’occasione per saltarsi un giorno di scuola… si in effetti sarà più importante “scioperare” contro i soprusi perpetrati dai pescatori ai danni dei lombrichi), beh, la speranza si fa sempre più debole.
Sorry for the sproloq. Ma non sono riuscito a resistere ai “4 salti in padella”.
Caro Moska,
i tuoi sproloq sono sempre benvenuti. Ti chiedo: quando qualcuno lì a Bologna ti chiede di questa situazione, tu come la spieghi?
Caro Faz, hai evocato un big sproloq!
Argomentare su questo tema non è mai semplice e men che meno esaustivo. Trovare la spiegazione definitiva credo sia pressoché impossibile. Per non parlare poi delle soluzioni. Ogni volta che ci penso e cerco di immaginarne una, me ne viene una diversa dalla precedente. Dalla rivoluzione culturale all’attesa dell’eroe, dalla centralizzazione delle deleghe politiche alla fuga, dall’intervento dell’esercito alla tentazione di metterci direttamente la faccia nella politica del mio paese, fino ad arrivare alla conclusione di bermi una birra fresca e rimandare l’elucubrazione a data da destinarsi. Detto ciò, che analisi più o meno sensata fornire a nordici interlocutori curiosi? Oltre a cercare di far presente quanto infondate siano le paure più banali, come quella di diventare testimoni involontari, quella della pallottola vagante, della rissa per aver guardato la persona sbagliata e così via – e se ne sentono veramente di tutti i colori – penso che il primo problema sia in quella sorta di feudalesimo culturale che ancora vige in Bassitalia. Quel clientelismo radicato cui si fa ricorso per ogni cosa. Anche per le più banali. Devi cambiare le gomme alla macchina? Se non vai dall’amico dell’amico gommista che ti garantirà un prezzo più o meno equo, avrai sempre la sensazione di essere stato gabbato. E devi un favore. Hai parcheggiato nel posto sbagliato? La multa “te la faccio cacciare io”. E devi un altro favore. E così via. E questo è talmente radicato che non è più percepito come un’anomalia. E’ la norma. E’ diventato giusto. E’ così su questioni banali come su questioni importanti. E soprattutto è così nella politica. I voti non sono liberi. Sono dovuti. I Signori decidono e gli altri seguono. E’ per questo che credo che per iniziare a risalire la china un primo e importante passo si compirebbe con un maggior senso civico. Un maggior rispetto per i propri paesi e paesani, per la propria terra. Penso che non è solo un problema di criminalità. Di ‘ndrangheta. No, quella viene dopo. C’è bisogno di un passo ancora a monte. Un passo a scavalcare quella buca fatta di clientelismo, di incuria, di raccomandazioni, di favori, di silenzio, di strafottenza, di faciloneria. Tutti aspetti diventati troppo scontati, accettati o ancor peggio non più neppure percepiti perché troppo radicati. E’ questo il vero problema. La totale mancanza di senso civico. Credo che ci voglia un passo a scavalcare questa melma. Non è solo un problema di ‘ndrangheta. Quella viene dopo. E secondo me quel passo, fatto di senso civico, di rispetto reciproco, di cultura, di rifiuto della logica dei favori, può veramente portare ad un terreno fertile, su cui la speranza può attecchire. E allora potremo finalmente cominciare a pensare alla ‘ndrangheta. Hope. Messaggio pubblicitario: dai un’occhiata alla mia pagina flickr. Ciao conterrone.
Io provengo dal profondo nord, ma l’immagine che mi son fatto dei guai di bassitalia è la stessa che racconta Moska qui sopra. L’idea che la civiltà finisca sull’uscio di casa, il conflitto permanente con gli altri e il conseguente completo disinteressamento degli spazio che non ci appartengono per diritto di famiglia. La totale mancanza di un senso della comunità che vada al di là dei legami di sangue.
Questi sono i difetti che ho sentito più vivi e devastanti nei miei - purtroppo pochi - viaggi al sud. Altro che mafie e clientele, che oggi son solo conseguenze, non cause, del degrado sociale.
Mi tolgo il cappello di fronte allo sprolog di Moskatomika. L’analisi è condivisibile in ogni suo punto, però credo sia troppo fatalista. E il fatalismo non ce lo possiamo permettere, soprattutto perché l’Italia, fuori da Bassitalia, sta messa altrettanto male, per ragioni non completamente diverse. Il qualunquismo che da qualche anno sta tornando alla ribalta si riflette proprio nel ritorno in auge di quegli stereotipi su Bassitalia che Moska denunciava. Al Sud sarebbero molte le cose da cambiare, a partire da quella mentalità su cui attecchisce il clientelismo, con tutte le storture che questo ha comportato e comporta. Ma se l’Italia tollera la morbida dittatura instaurata da un ducetto libidinoso, senza battere ciglio di fronte alle continue intemperenze del suo corpo di ministri e sottosegretari, alla loro arroganza fascistoide, direi che al momento quello di Bassitalia non è il suo guaio peggiore. Ma non voglio finire OT o buttarla in demagogia. Me ne torno in un angolo a rimpiangere di non essere abbastanza maturi come popolo per meritarci un nostro Obama.
Illustrissimo X, con molta deferenza e approfittando dello spazio del buon Faz, le chiarisco solo un piccolo punto sulla mia precedente esposizione. Concordo sul fatto che il Belpaese al momento abbia altre gatte da pelare. Specialmente gatte morte che bazzicano dalle parti di HardCore. Tuttavia la mia posizione non è per nulla fatalista. Al contrario penso che aspettare politici illuminati, obami nostrani e nuovi eroi sia ormai diventato un alibi per troppi. Specie in Bassitalia. E allora il moto delle coscienze è quello che ci vuole. Ed è qualcosa di pratico, che non cade dal cielo come manna. La rivoluzione come sempre deve partire dal basso. Perchè se il pesce olezza, lo fa a partire dalla capa. Ragion per cui per evitare che maleodoranti teste di c…ernia guidino i paesi è quindi necessario che ciascuno, dalle parti basse, inizi a far profumare l’aria. Il voto giusto verrà di conseguenza solo allora.
Dopo questa digressione peschereccia, mi sa che stasera mi faccio proprio una spigola al cartoccio.
My friends, credo che la realtà sia ancora più complicata e un misto dei vostri punti di vista. Ma c’è quell’aria indescrivibile - un misto di paura, indifferenza, normalità entropica - che non riesco mai a descrivere a chi non è del posto…