Favola ballardiana
Posted on Luglio 1st, 2009 in Emersioni, Rassegna stampa |
Da Repubblica.it:
Si chiama Katrina Burgess e la sua storia sta facendo il giro del mondo. Una storia finita bene che ha assunto i contorni di una favola. Katrina, di professione modella, ha rischiato di morire a causa di un incidente automobilistico. Finita con la vettura in un fossato nel Somerset ha riportato gravi lesioni alla schiena e alla colonna vertebrale. La chirurgia ha fatto il resto: Katrina oggi è una delle modelle più ambite (in parte anche per la sua incredibile storia) e lavora grazie a 11 chiodi al titanio che contribuiscono a mantenere attiva e a sostenere la colonna vertebrale.
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La “favola” l’avrebbe potuta scrivere J.G. Ballard. Le sue intuizioni continuano a essere un centro di gravità della quotidianità dei media. Anche se il concetto di celebrità che permeava le pagine di The Atrocity Exihibition e di Crash è svanito da un pezzo: poche sono le concentrazioni durevoli di attenzione su una sola figura (vabbé, ci sono dei casi eclatanti, ma sono in gran parte personalità politiche): insomma, nessuna Jackie e nessuna Marilyn all’orizzonte. La celebrità è diventata un fantasma autonomo, libero di divorare il nostro immaginario. Mi chiedo dove ci porterà l’iperesposizione mediatica, cosa succederà quando varcherà il confine dell’oblio subcosciente.
Nonostante il fluire del tempo - e il lento mutare dello scenario - il punto di vista di Ballard rimane senza alcun dubbio attuale, solo attutito dal rumore di fondo.
“Quale nuova algebra sarebbe stata capace di dare un senso a tutti questi elementi?”
One Response
E’ da notare l’enorme suggestione sempre esercitata su di noi da storie come questa, in cui la tecnologia viene messa al servizio non solo della qualità della vita delle persone, ma piegata (addomesticata) ai fini dell’immagine, divenendo un’occasione di celebrità. La modella inglese, come ti dicevo in altra sede, mi ricorda Pistorius, che ha osato sfidare con le sue protesi il conservatorismo imperante nel mondo dello sport. Dobbiamo abituarci a un nuovo paradigma della realtà e, solo a quel punto, notizie come queste non faranno più sensazione.