New York, 1939

Se potessimo viaggiare nel tempo (come Batman nelle sue bizzarre avventure pseudo-fantascientifiche degli anni Cinquanta) e tornassimo alla New York del 1939, ci si offrirebbe senza dubbio un panorama molto istruttivo.

Ci accorgeremmo ad esempio che nelle sale cinematografiche imperversano, abbinati in doppio spettacolo ai titoli più "rispettabili", strani film oscuri e violenti: gli horror della Universal e i "serial" della Republic Pictures (film spezzettati in brevi puntate settimanali, precursori delle moderne serie televisive). I personaggi più popolari dei due filoni sono, rispettivamente, Dracula e Zorro.

Scopriremmo poi che alla radio furoreggia The Shadow, il tenebroso giustiziere mascherato in guerra contro il crimine (gli dona la voce Orson Welles, niente meno). In edicola, fra le riviste "pulp" più vendute, troveremmo ancora The Shadow, insieme a una sfilza di altri eroi nerovestiti e dalla doppia identità come The Spider, The Phantom Detective e i due "pipistrelli" The Bat e The Black Bat.

Nei fumetti spopola Superman, il super-vigilante in calzamaglia che in pochi mesi è divenuto un autentico fenomeno editoriale, e un buon successo continuano a riscuotere anche il duro poliziotto Dick Tracy e The Phantom, il vendicatore incappucciato.

Il gioco della rievocazione potrebbe continuare a lungo, ma lo scenario è ormai sufficientemente chiaro. Il contesto culturale dell'epoca, così affollato di precursori, di antesignani e di premonizioni, fu esattamente ciò che rese possibile (e forse inevitabile) la nascita di Batman in quello stesso 1939. Nell'America degli anni Trenta i terrori del gotico e le ombre del feuilleton (residui della grande letteratura ottocentesca) continuavano a generare schiere di eroi notturni in abiti da vampiro. Da questo calderone di vecchi miti riadattati ai nuovi scenari metropolitani sarebbe emerso infine l'Uomo-Pipistrello, il nuovo arrivato che avrebbe poi eclissato, quanto a popolarità e longevità, tutti i suoi predecessori.

Batman fece il suo debutto sul numero 27 della rivista a fumetti Detective Comics, nella storia The Case of The Chemical Syndicate. La casa editrice, la National Allied Publishing, si stava arricchendo con i fumetti di Superman e tentava in tutti i modi di replicarne il successo. Ci fu una buona dose di calcolo, senza dubbio, nella creazione del nuovo personaggio. Rispetto a Superman (che era stato il frutto quasi miracoloso delle fantasticherie di due liceali con la passione dei fumetti, Jerry Siegel e Joe Shuster), Batman fu originato in modo molto più consapevole, pur se altrettanto geniale.

Il disegnatore Bob Kane all'epoca aveva 22 anni e dirigeva un piccolo studio artistico, con alle sue dipendenze il ventunenne sceneggiatore Bill Finger. I due autori, avendo ben presenti gli elementi che avevano fatto la fortuna di Superman, si sforzarono di produrre un eroe che gli fosse in qualche modo complementare. Un super-eroe senza superpoteri, tanto per cominciare, e che fosse una creatura notturna e misteriosa tanto quanto Superman era sgargiante e solare. Miscelando abilmente tutti gli eroi "neri" citati in precedenza (e molti altri), e ispirandosi ai disegni di Leonardo da Vinci (le famose macchine volanti con ali da pipistrello), Kane e Finger forgiarono il mito di Batman, e con lui una delle icone più durature del ventesimo secolo.