Christopher Nolan, col suo recente e affascinante film Interstellar, tra i vari temi affrontati nella sua pellicola ci ha proposto in chiave sci-fi anche il trattato del fisico teorico Kip Thorne circa la possibilità di viaggiare tra vari sistemi solari attraverso un ponte di Einstein-Rosen o cunicolo spazio-temporale. Nel film è emerso prepotentemente il concetto di relatività del tempo, dove poche ore trascorse da alcuni, possono rappresentare decine di anni per altri. Ora, senza scomodare la relatività e senza bisogno di un wormhole, mi trovo qui a scrivere queste righe esattamente vent’anni dopo l’uscita del primo numero di Delos Cyberzine e, onestamente, mi sembra solo ieri quando lanciai l’idea a Silvio (Sosio) di intraprendere questa avventura che ha raggiunto oggi  il numero 167!  

A quei tempi le cose erano molto diverse da quelle di adesso: il web doveva ancora nascere, le informazioni viaggiavano a ritmi più blandi, i social network erano una chimera e si affacciavano soltanto allora i primi telefoni TACS dai costi spropositati (non che oggi alcuni smartphone costino meno, in effetti). Io arrivavo da esperienze legate alla fantascienza che erano passate, negli anni ottanta, dal fandom (con la fanzine L’Altro Spazio, poi divenuta per alcuni numeri Vox Futura/L’Altro Spazio, in omaggio al compianto amico Angelo De Ceglie) a quelle radiofoniche. In quei due environment puramente amatoriali portavo avanti la mia passione per la fantascienza e in quegli anni ho avuto modo di conoscere Silvio e tanti altri amici che hanno condiviso con me molte attività legate alla passione che ci accomunava. 

Ciò che mi spingeva a intraprendere nuove iniziative nel campo della fantascienza in quel periodo era la possibilità di fare della divulgazione attraverso nuovi mezzi di comunicazione. Già agli inizi degli anni ottanta avevo provato a realizzare una “video-rivista” programmata in linguaggio Basic (si chiamava Blade Run).  Per leggerla serviva un home computer Sinclair ZX-Spectrum collegato a una televisione e a un mangiacassette dove caricare in sequenza ciò che avevo programmato: ricordo che c’erano articoli, un racconto, una rubrica con un istogramma a colori sulle vendite dei libri di SF in Italia. Tutto molto bello, ma solo per pochi fortunati.

Un po’ di  anni più tardi, parlandone con Silvio (anch’esso da sempre appassionato di tecnologia) cominciammo a capire che il sistema di distribuzione online poteva permetterci di raggiungere qualche lettore in più e, soprattutto, avremmo potuto mettere assieme una sorta di rivista che non necessitava dei lungi tempi di preparazione, stampa e

spedizione delle normali fanzine di un tempo. Saremmo passati da numeri aperiodici, tipicamente dai 2 ai 4 all’anno, a un sistema che ci offriva la possibilità di raggruppare il materiale e distribuirlo  su base mensile, saltando qualsiasi tempo d’attesa se non quello di un downloadUn piccolo passo per l’uomo, ma un grande passo per i “fanzinari”, mi verrebbe da dire parafrasando una citazione ben più storica.

Certo il web non era ancora una realtà e ci si doveva accontentare delle banche dati. Nel mio primo editoriale di Delos Cyberzine scrissi, infatti:  “… Ci riferiamo all'utilizzo delle banche dati e alla distribuzione di DELOS in termini di freeware. Ogni appassionato munito di modem potrà così leggerci gratuitamente e aggiornarsi in tempo reale su quanto di meglio accade nel mondo della fantascienza. I meno fortunati, che non dispongono di modem, potranno richiedere DELOS su floppy disk al nostro numero telefonico…[numero non citato adesso perché non più in elenco]. Per quanto concerne il gruppo redazionale sappiate che si tratta di appassionati d.o.c. che seguono la fantascienza da decenni. Siamo certi che non rimarrete mai delusi dal vostro downloading di DELOS e che continuerete a seguirci anche nei prossimi cybernumeri. Alla prossima!”   

Di quel gruppo, che prese il nome di Delos Project - rappresentato in logo dal verde alieno di Kelly Freas che era apparso nella copertina di “Marziani andate a casa” di Fred Brown (nell’edizione di Fanucci editore nel 1980) - oltre a me e a Silvio si unirono presto anche Franco Forte e Franco Clun, con i quali iniziammo ad alternarci gli editoriali.

I più curiosi possono trovare ancora oggi in rete le Delos FAQ e tra le prime domande presenti nella lista si rispondeva così al quesito “Com’è nata Delos Cyberzine”?: “Il gruppo Delos non è nuovo all'esperienza della fanzine elettronica: correva l'anno 1983 e già Luigi Pachì produceva Blade Run, rivista su cassetta da leggere con ZX Spectrum. Verso la fine del 1994 Luigi ha proposto agli altri del gruppo di creare una nuova testata che sfruttasse il mezzo telematico, e Silvio ha preso la palla al balzo…”