L'umanità ha sempre avuto, tra i suoi ambiziosi traguardi mai raggiunti completamente, anche quello di registrare, memorizzare su sopporti adeguati più pensieri, più atti della propria e altrui esistenza; la Storia altro non è che la diretta conseguenza di quest'anelito, è il tentativo di immagazzinare più parametri possibili dentro una pagina, un volume, un'immagine in grado di condensare un evento o un nodo storico particolarmente importante.

Esistono, è ovvio, storie massime e minime, e ogni giorno una quantità smisurata di microeventi si perdono nel nulla, nell'oblio; noi stessi fatichiamo a ricordare piccoli accadimenti di cui ci siamo resi protagonisti, che so, una sola settimana fa: la dimenticanza è uno dei flagelli che si è cercato di debellare e la tecnologia rimane, a tutt'oggi, l'unico valido aiuto dove affondare la propria mente, come se si annegasse stanchi in un sofà.

Dalla scrittura su fogli del passato – anche recente, tuttora parecchio in voga – si è finiti alla memorizzazione su sopporti elettronici, in grado di garantire quantità sempre maggiori di dati e quindi di ricordi; ma gestire un ricordo umano non è semplice, nemmeno concettualmente, perché presuppone la ricostruzione di un intero panorama ricco di grafi, di punti nodali, di concetti che ne richiamano altri: in altre parole, siamo di fronte a una mole impressionante di informazioni che richiamano alla mente, per analogia, gli spazi stellari.

Partendo dai sistemi recentissimi di memorizzazione elettronica su carta – pare si riescano a raggiungere i 256 MB per foglio A4 – e dagli odierni Hard Disk esterni, un team di ricercatori dell’Engineering and Physical Sciences Research Council (Epsrc) ha previsto che entro 20 anni si potrà registrare la propria vita all'interno di un contenitore digitale non più grande di una zolletta di zucchero. Ovviamente, il limite che ogni elemento fisico ha nel contenere i dati è ancora lontano, ma cosa succederà quando questo limes sarà prossimo, o verrà raggiunto? Nel tentativo di superarlo cosa avverrà?

L'entropia, quello scalino che prelude al cambio completo di scenario, ci farà raggiungere un altro ordine di grandezza, ci farà fare un salto prigoginico (citazione presa da Bruce Sterling che faceva riferimento a Ilya Prigogine, suo amico da lunga data ormai) che faccio fatica a immaginare, perché significherà che l'universo avrà raggiunto la saturazione delle informazioni registrabili e nulla potrà essere davvero com'è ora, che aneliamo soltanto a mettere in tasca un oggetto grande quanto una zolletta di zucchero, bassamente digitale e capace (soltanto) di registrare la nostra banalissima esistenza carnale tridimensionale.