Delos 31: Fantasia&Nuvole Fantasia & Nuvole

di Francesco Grasso

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burton & cyb

I fumetti di fantascienza, come obbedendo a una legge non scritta, assumono quasi invariabilmente toni drammatici (quando non addirittura tragici). Desolati scenari post-catastrofe, truculente ambientazioni belliche, oscuri e cupi paesaggi cyberpunk... Il pessimismo sembra regnare ovunque sovrano. Ma non è sempre così: la fantascienza a fumetti può anche essere solare, scanzonata, ottimista, goliardica. E questo mese la rubrica Fantasia&Nuvole, concedendosi una divagazione spensierata ma tutt'altro che "leggera", ci porta a conoscere l'opera che forse più di ogni altra rappresenta l'eccezione alla regola. Signori, via i musi lunghi: è l'ora di sorridere (anzi, di ridere a crepapelle) con Burton & Cyb di José Ortiz e Antonio Segura.

la storia

Le avventure di Burton & Cyb si svolgono in un futuro remoto, indefinito: l'umanità ha colonizzato gran parte della galassia popolando miriadi di pianeti, imbattendosi in centinaia di razze aliene, frammentandosi in una schiera di culture, popoli, religioni, sperimentando una profusione di fantasiosi stili di vita. Ma qualcosa, nell'animo umano, si è mantenuto immutato nei millenni: la perversa e onnipresente volontà di gabbare il prossimo, il sottile piacere di truffare, circuire, ingannare, di sfruttare la propria furbizia per arricchirsi senza lavorare.

Burton e Cyb, i protagonisti del fumetto, in quest'arte sono dei maestri. Sono i più grandi, i migliori, il sale dell'universo, gli autentici geni della truffa. A bordo del loro scassatissimo cargo stellare (una bagnarola dal pretenzioso motore "protoplastico", lacera al punto da suscitare più tenerezza che ribrezzo) l'ex legionario spaziale Burton e l'uomo bionico Cyb vanno a zonzo per la Galassia, eternamente alla ricerca della Truffa Perfetta, il grande e mirabolante colpo che li sistemerà per tutta la vita. Nel frattempo, trovano comunque il modo di guadagnarsi la giornata: un imbroglio qui, un raggiro lì, il trucco della "Fontana dei Miracoli", la truffa del "Marziano Stitico", la recita della "Macchina Resuscitatrice"... un arsenale di trovate ammirevole se non altro per la fantasia.

Ma il lavoro di questi due "napoletani dello spazio" non è privo di rischi. Quasi regolarmente Burton & Cyb si cacciano in guai grossi come sistemi solari: cacciatori di taglie dal grilletto facile, mafiosi spaziali ansiosi di regolare i conti, selvaggi truffati smaniosi di vendetta , complici traditi assetati di sangue...

Ma, forse, è proprio il rischio ad attrarre i due protagonisti: nella loro particolarissima visione dell'universo (il loro motto è: Lavorare? Meglio la morte!), il pericolo è l'unico condimento che dia sapore e gusto alla vita. E Burton e Cyb, di fronte alle sfide più rischiose, non riescono proprio a tirarsi indietro. Come quando, capitati per caso su un mondo abitato da telepati, si imbattono in un problema apparentemente irrisolubile. Come truffare qualcuno che può leggerti nel pensiero? Eppure, onore al merito, Burton è Cyb riescono nell'impresa (dirvi il modo sarebbe irriverente e oltraggioso nei confronti della rutilante invenzione di Antonio Segura: leggere l'episodio in questione, arguto come pochi, è veramente un must!) e alla fine riescono a strappare alle vittime (vero suggello alla vittoria) anche un documento che attesti la perfetta riuscita della truffa. Come a dire, non di solo pane vive l'uomo.

gli autori

Antonio Segura e José Ortiz, artisti sudamericani, rappresentano una delle coppie più affiatate del panorama fumettistico mondiale. Il loro sodalizio sembra inossidabile, e in questi anni ci ha donato opere meritorie di segnalazione come Hombre e Ozono.

Hombre (pubblicato in Italia dal settimanale Lanciostory) è un fumetto che colpisce il lettore con la delicatezza d'un pugno nei testicoli. Il suo messaggio è un inno al cinismo, un elegia della disumanità, il vertice del disprezzo per l'Uomo come essere (in)civile e (per quanto si affanni a dimostrare il contrario) senziente. Lo scenario di Hombre, seppure assolutamente scontato, non è mai stato dipinto con altrettanta efficacia: una serie di calamità naturali (epidemie, carestia, esaurimento delle risorse energetiche, inquinamento) ha provocato il crollo del governo mondiale. Di fronte all'emergenza, anziché tentare di unirsi per evitare il disastro, gli abitanti delle città si sono da un giorno all'altro trasformati in belve, selvaggi disposti a sparare al prossimo per un boccone di carne o un sorso d'acqua, assassini capaci di nefandezze e atrocità inconcepibili. L'esercito, in un disperato tentativo di evitare il dilagare della barbarie, viene schierato a circondare le città, con l'ordine di sparare a vista su chi tenta di fuggirne. Ma è tutto inutile: anzi, il rimedio risulta peggiore del male.

Il messaggio di Hombre è quanto di più pessimista si sia mai letto in un'opera comunque "d'evasione". La civiltà, ci viene spiegato con esempi crudissimi, è solo un'imposizione. L'autentica natura dell'Uomo è quella del predatore, del più feroce ed efficiente tra i carnivori. Siamo bestie, dicono Segura e Ortiz, belve appena toccate da una patina sottile chiamata Cultura. Toglietela, e torneremo tutti a ululare alla Luna.

Ozono, viceversa, è un fumetto che lascia aperta ancora una breccia all'ottimismo. Ne è protagonista Ilja Gorkij, agente speciale del gruppo ecologista Ozono, in missione ovunque ci siano risorse naturali da difendere, animali in via d'estinzione da salvare, catastrofi ecologiche da scongiurare. Ilja, gigante russo eternamente sospeso tra l'idealismo e l'autoironia, è un antieroe che è difficile non trovare simpatico, soprattutto per via del rapporto confuso che lo lega alla ex-moglie. Ozono è stato pubblicato in Italia dalla rivista L'Eternauta.

curiosità e spunti

L'umorismo di Burton & Cyb, come detto, rappresenta un'eccezione nel mondo quasi invariabilmente fosco della SF a fumetti. Ampliando il campo alla letteratura di genere, l'unico romanzo d'alto livello che regga il paragone con Burton & Cyb (per fantasia demenziale, potenza umoristica e abbondanza di trovate) è il capolavoro di Robert Sheckley AAA-Asso. I due sfigatissimi personaggi di Sheckley hanno senza dubbio qualcosa in comune con l'ex-legionario e il suo compare dagli arti bionici. Anzi, a pensarci bene, il truffatore di cui Sheckey accenna negli episodi della "Chiave Lassiana" e del "Duplicatore Universale" avrebbe potuto essere benissimo Burton (o Cyb).

Peraltro, c'è un secondo elemento che accomuna AAA-Asso al fumetto di Segura e Ortiz: entrambe le opere sono in grado di far ridere il lettore, per così dire, a due livelli. La prima risata nasce a livello viscerale, istintivo, si focalizza sull'assurdità delle situazioni, sulle scene grottesche, sulla comicità quasi da clown dei protagonisti. La seconda è più cerebrale, più sottile, gioca a nascondersi tra le pieghe della trama. Quando scatta, ci lascia un retrogusto amaro, perché (lo si realizza con una certa sorpresa) è un ridere su noi stessi, sulle nostre contraddizioni, sull'ipocrisia con cui riempiamo la nostra vita, sulle convenzioni ridicole e tronfie che Segura e Ortiz (al pari del miglior Sheckley) mettono impietosamente alla berlina.

Ma vediamo più in dettaglio, con qualche esempio, questi due aspetti. La risata viscerale, di fruizione immediata, in Burton&Cyb nasce in primo luogo dal disegno. Le tavole di Ortiz riescono a essere esilaranti senza neppur bisogno di testo, grazie a trovate visive sconcertanti, quali non si vedevano in un fumetto dai tempi di Jacovitti. Alieni dalle fattezze farsesche, assurde, caricaturali, affollano ogni angolo delle vignette; infiniti dettagli d'una comicità grottesca, eccessiva, per così dire "intestinale", pur non distogliendo l'attenzione dalla trama, blandiscono l'inconscio del lettore, lo catturano come un vortice, lo conducono in un mondo alterato, bizzarro, in una parola pagliaccesco.

Eppure, guardando oltre la facile comicità delle tavole, si scorge la satira, la critica sociale che a volte provoca la risata "cerebrale" di cui sopra. E' doveroso citare a questo proposito l'episodio dal titolo Rosso e Azzurro, in cui Burton & Cyb giungono su un mondo abitato da due caste: gli Okim, dalla pelle azzurra, e gli Ulem, d'epidermide rossa.

I nostri abili truffatori comprendono subito come le due razze si odino a morte e non perdano occasione per scannarsi a vicenda. In che modo sarà possibile truffarli, si chiedono? Presto detto. Grazie a una sostanza chimica introdotta negli acquedotti, Burton & Cyb riescono a far assumere un colorito giallastro a tutti gli abitanti del pianeta. Gli appartenenti a entrambe le razze reagiscono con disperazione: come si potrà distinguere adesso un Okim da un Ulem? Ed ecco che Burton e Cyb giungono provvidenzialmente con un enorme carico di camicie rosse e camicie azzurre, da vendere (a peso d'oro) agli Okim e agli Ulem affinchè costoro possano esibire di nuovo la loro identità razziale e continuare felicemente a scannarsi in nome della (quale?) orgogliosa differenza. Morale: truffare è riprovevole, ma a volte le vittime meriterebbero beffe assai peggiori.

Esempio altrettanto valido, l'episodio dal titolo Con le buone miniere, in cui Burton & Cyb, alle dipendenze di una compagnia mineraria, sono impegnati a trasformare una tribù di "brutopitechi" in una compagine di minatori disciplinati e ubbidienti. Per raggiungere lo scopo, i due compari non trovano di meglio che bombardare i brutopitechi con un raggio a "induzione di intelligenza" inventato dal classico scienziato pazzo. Il successo, però, va oltre il previsto: i brutopitechi non solo acquistano l'uso della parola e la manualità, ma sviluppano un'immediata coscienza di classe, si organizzano in soviet e collettivizzano i beni della compagnia mineraria (cargo di Burton e Cyb compreso!). Una scena d'umorismo "cerebrale" (ma non per questo meno esilarante) è quella in cui l'intera tribù di brutopitechi, (pelosi e seminudi, nemmeno due minuti dopo aver lasciato le clave) si abbandonano a un dibattito sindacale da fare invidia a Bertinotti e Cofferati (compagni, non avete coscienza di classe!).

Come detto, l'eccesso è forse il tratto più saliente delle storie di Burton&Cyb. Le vignette di Ortiz sono eccessivamente affollate, i dettagli eccessivamente bizzarri, gli extraterrestri eccessivamente caricaturali. E Burton e Cyb sono cattivi in modo eccessivo, provocatorio, abominevole...

E' un errore degli autori ? Un difetto? Io credo di no. Citando Stefano Benni, esiste forse Arte senza eccesso? Ciò che chiamiamo misura non è forse la pantofola che infiliamo al ritorno da un lungo viaggio di visioni?

L'eccesso, nel caso di Burton e Cyb, non è assolutamente gratuito, ma ha una sua ragion d'essere. Lo ha nel disegno, come lo aveva per quel grande maestro che è stato Jacovitti, e lo ha anche nella trama: i due compari truffatori sono talmente amorali, cinici e spregiudicati che è impossibile prenderli sul serio. L'estremizzazione, paradossalmente, rende poco credibile la loro malvagità, col risultato di fare dei due carognoni degli eroi tutto sommato positivi, per cui in fondo si finisce per tifare. Per quanto malvagiamente Burton e Cyb si comportino, per quanto ingannino, tradiscano, derubino, il lettore alla fine spera comunque che se la cavino, che capovolgano il pronostico, che scampino alla giusta punizione, anche solo per vedere (e godere della trovata) il coniglio uscire dal cappello, l'asso spuntare dalla manica, il deus ex machina inaspettato e geniale fare il suo show e salvare la situazione (e il posteriore ai due compari).

Messaggio immorale? Politicamente scorretto? Be', certo Burton e Cyb non sono due Robin Hood dello spazio: se rubano ai ricchi e non ai poveri è solo perché il bottino è più appetibile, e se lottano contro le prevaricazioni lo fanno sempre e comunque per secondi fini. Eppure, c'è qualcosa che li eleva dal livello dei criminali da strada, qualcosa che li rende diversi. Questo quid, come detto, è la fantasia, il genio, l'estro dell'artista, il tocco prodigioso e strabiliante che illumina come un inaspettato raggio di sole anche una vita (e una coscienza) oscura e totalmente priva di morale. Perché, come dice il poeta, le cose migliori, in questo porco mondo, sono ancora quelle che si inventano.

Alla prossima.