Il 29 luglio 1954 usciva in Inghilterra, per l’editore Allen&Unwin, La Compagia dell’Anello, il primo volume della trilogia de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, la cui fama di narratore – oltre che di linguista e professore universitario – era già consolidata da quindici anni, grazie al successo del precedente Lo Hobbit (1937). La gestazione dell’opera non era stata né breve né semplice: iniziata all’indomani della pubblicazione de Lo Hobbit, sotto la pressione dei lettori entusiasti, procedette tra continue modifiche, rallentamenti (in parte dovuti alla guerra), e aggiunta di nuovi intrecci così che fu solo nel 1948, dopo undici anni di lavoro, che Il Signore degli Anelli poté dirsi concluso. Tolkien lo aveva immaginato come un unico romanzo, pur nella sua non indifferente lunghezza, e anzi insistette per farlo pubblicare insieme al Silmarillion, che includeva i racconti del “legendarium”, ossia delle eroiche gesta degli Elfi e degli Uomini nei Tempi Remoti e che fungeva da indispensabile retroterra per la comprensione degli avvenimenti del Signore degli Anelli. Ma la lunghezza delle due opere si rivelò un ostacolo troppo grande per qualunque editore: né la Allen&Unwin, che aveva pubblicato Lo Hobbit e commissionato il suo seguito, né la casa editrice Collins alla quale Tolkien successivamente si rivolse, osarono pubblicare insieme le due opere. Il costo della carta all’indomani della guerra era inoltre schizzato alle stelle e il razionamento si sarebbe concluso solo anni dopo. Fu così che Tolkien acconsentì a vedere divisa la sua opera in tre parti; nel 1953 la macchina editoriale si mise al lavoro e l’anno successivo apparve nelle librerie il primo romanzo. Non era stato facile dargli un titolo: inizialmente Tolkien propose un banale “L’Ombra cresce”, poi lo sostituì con “Il Ritorno delle Tenebre” e infine lo modificò in “La Compagnia dell’Anello”.