Il TriDi si accende da solo non appena rientro, e anche le luci dell'ingresso. Come tutti i solitari, trovo confortante la compagnia illusoria offerta dagli schermi televisivi. Ne ho uno in ogni stanza. Quattro in tutto, contando anche quello del bagno. Anzi cinque, se aggiungiamo il computer. Per non parlare delle finestre, è ovvio, i cui vetri sono stati sostituiti da oloschermi in grado di proiettare qualunque tipo di paesaggio animato. Poi c'è il piccolo schermo del videotelefono, che proprio in questo momento si illumina mostrando il volto di un uomo di mezza età, con il volto scavato e il mento coperto da un pizzetto del tutto fuori moda.

- Sono il dottor Morini - dice la voce registrata dalla segreteria telefonica. - Il suo cellulare risulta spento, e lei ha saltato il nostro appuntamento telefonico delle ore 15 e 30. Mi chiami questa sera alle 21 in punto, per favore. Sarebbe rischioso interrompere la terapia in questo momento.

Il TriDi, intanto, sta mostrando le immagini del carnevale di Rio, una sequenza incalzante di scene movimentate, piene di carri coloratissimi, ballerine in perizoma, danze frenetiche, musiche, folla e caos. Insomma, la tipica rappresentazione del concetto di divertimento. Per quel che ne so, potrebbero essere tutti filmati di repertorio. Roba registrata, come la voce leggermente gracchiante del dottor Morini.

Mi chiedo, senza vero interesse, come mai non usi un filtro vocale per rendere la sua voce più gradevole, dal momento che parla con i suoi pazienti sempre a distanza. Forse pensa che la sua vera voce sia più professionale, per qualche ragione che a me sfugge. Tuttavia, se fosse così, potrebbe anche essere che quella che sento non sia la sua voce reale. Ma la verità è che non mi frega assolutamente nulla della voce del dottor Morini, anzi non me ne frega assolutamente nulla neanche di lui. Di certo, non ho nessuna voglia di parlargli.

L'unica cosa che mi attira, ora come ora, è un po' di sesso: sfrenato, possibilmente, magari reso alquanto più intenso da qualche stimolante. C'è la cabina multisensoriale, naturalmente, ma a dire la verità il sesso virtuale mi è proprio venuto a noia. Bisogna che io convinca qualcuna delle mie amanti a venirmi a trovare di persona. In alternativa potrei andare io da loro, oppure potremmo anche vederci da qualche altra parte. Alla fine, l'importante è che ci si incontri, che ci si incontri davvero, intendo.

Il TriDi, adesso, sta trasmettendo il telegiornale: la solita marmellata di eventi insulsi, che ormai mi rifiuto di ascoltare. Qua e là, tuttavia, qualche frammento di notizia riesce a superare la barriera della mia disattenzione. È in arrivo uno sciame di meteore che rischia di danneggiare, o persino di abbattere, alcuni dei nostri satelliti geostazionari. La rete delle telecomunicazioni potrebbe addirittura collassare. Lo speaker sembra piuttosto preoccupato, forse per via del suo lavoro.

Mentre cerco di contattare qualcuna delle mie amiche, lo speaker lascia il posto a un servizio su un serial killer soprannominato “Hot Bird”. Si tratta di qualcuno, un uomo presumibilmente, che sta uccidendo prostitute, tagliandole a pezzi nello stile classico di Jack lo Squartatore. Ne ha già macellate cinque in poche settimane. Si firma “Hot Bird”, appunto, usando come inchiostro il sangue delle sue vittime. La giornalista che ha registrato il servizio, una ragazza con occhi a mandorla da orientale, usa più volte l'aggettivo “raccapricciante”.

- In un mondo in cui i contatti fisici sono ridotti al minimo - dice la giornalista, - una prostituta che accetta di incontrare dal vivo i suoi clienti corre davvero dei rischi. Del resto, secondo gli esperti, andare in cerca di sesso dal vero è una forma di perversione. I clienti di queste prostitute sono dunque per definizione dei maniaci, e pertanto pericolosi.

Intanto sono riuscito a trovare Maurella. È dentro la vasca da bagno, con i capelli biondi tirati su, completamente immersa nella schiuma.

- Mi dispiace, tesoro mio, adesso non ho tempo per fare l'amore con te - dichiara. - Sto cercando di rilassarmi, non di eccitarmi.

- Ma io non volevo chiederti di entrare nella cabina multisensoriale - replico.

- Ah, no? E che cosa volevi, allora?

- Io... ecco, io volevo vederti.

- Se si tratta di questo, mi stai già vedendo, mi pare - sorride lei. - Ma forse tu intendevi dire che volevi vedermi nuda. Be', ascolta, come ti ho detto sto cercando di rilassarmi. Però, se proprio ci tieni, potrei uscire per un momento fuori dall'acqua.

- Non è necessario. In realtà, io volevo chiederti di... di incontrarci, ecco.

Maurella mi fissa con i suoi occhioni blu, decisamente sconcertata.

- Incontrarci? - chiede sorpresa, come se pensasse di non aver sentito bene.

- Incontrarci, sì - confermo, cocciutamente.