Ricorderete senz’altro il film di Steven Spielberg ispirato all’omonimo racconto di Philip K. Dick. Tom Cruise vestiva i panni di un agente di una nuova unità anticrimine, nata con lo scopo di prevenire i reati violenti. Nel suo lavoro d’ufficio era assistito da un avanguardistico sistema di gestione dei dati, per cui attraverso un semplice tocco delle mani poteva modificare a piacimento un dato file. Immagini, documenti, video: la mediazione del mouse a cui siamo abituati era aggirata dall’avanzatissima interfaccia grafica in dotazione al suo Dipartimento.

L’anno scorso, più o meno in questi tempi, vi davamo notizia del sistema sviluppato per conto delle autorità militari statunitensi dalla Raytheon con la consulenza di John Underkoffler, ex ricercatore al MIT. In quel caso l’uso di telecamere a infrarossi, di guanti in lycra con marcatori riflettenti e di uno schermo di grande formato implementavano la nuova interfaccia devoluta alla rapida gestione di informazioni satellitari, quelle per esempio disponibili in tempo reale presso i centri di comando americani nei moderni teatri di guerra. Il computer interpretava una serie di movimenti predefiniti delle mani come comandi per la gestione delle immagini. Ma anche quella è ormai storia vecchia.

Nei giorni scorsi, all’Etech di San Diego, ovvero l’annuale Emerging Technology Conference, Jeff Han ha presentato la sua soluzione al problema davanti a una platea entusiasmata. Consulente del Dipartimento di Scienze Informatiche della New York University, Han ha portato all’attenzione degli appassionati di novità tecnologiche la sua straordinaria innovazione, denominata multi-touch interaction. Nel corso della sua dimostrazione, ha dato prova dell’estrema praticità del suo sistema su una grande clipboard touch-screen, dove grazie a particolari sequenze di contatto è riuscito a gestire file e immagini con grande disinvoltura. A differenza di un normale touch-screen che elabora un solo punto alla volta, il multi-touch ha in serbo potenzialità sconfinate, rendendo possibile una più completa interazione con l’oggetto informatico. Il riconoscimento di più punti di contatto, in particolare, estende a dismisura le possibilità di gestione degli oggetti.

Usando due dita di ogni mano, Han ha spostato le immagini sullo schermo, le ha ruotate, ne ha modificato le dimensioni e le ha editate, passando poi a dimostrare i vantaggi nella gestione di archivi e console musicali. Come ha precisato lui stesso nella sua presentazione, la multi-touch interaction schiude la strada a tutta una serie di applicazioni, che dalla gestione delle immagini cartografiche si spingono fino al video editing. Il display a retroproiezione da lui utilizzato misurava 91.44 x 68.58 cm ed era provvisto di una risoluzione tattile inferiore al centimetro. La sfida per il futuro, secondo lo stesso Han, consiste nell’implementazione di nuovi formati per i display e nel raggiungimento di una risoluzione tale da riconoscere la digitazione di ogni singolo dito.