È un'organizzazione europea, ESO, alla quale contribuiscono astronomi e governi di tutta Europa e che controlla diversi osservatori tra i quali alcuni in Cile, ad aver annunciato ieri la scoperta di Proxima b, il primo esopianeta scoperto nel sistema di Alpha Centauri che orbita nella zona "goldilocks", ovvero a una distanza dalla stella che consente una temperatura al suolo abbastanza mite da favorire la presenza di acqua liquida. Come avviene sulla Terra, insomma.

Alpha Centauri è un sistema stellare triplo, il più vicino al nostro sistema solare essendo a soli quattro anni luce di distanza. Erano già stati scoperti due esopianeti in orbita ad α Centauri B, anche se successive analisi avevano poi messo in dubbio l'esistenza del primo (α Centauri Bb). Nessuno dei due era comunque candidato all'abitabilità.

Il nuovo pianeta è invece in orbita attorno a α Centauri C, nota anche come Proxima Centauri perché, delle tre stelle del sistema, è quella attualmente più vicina a noi. α Centauri C è una stella molto piccola e debole, una nana rossa, tant'è che il pianeta scoperto, denominato Proxima b, risulta abitabile pur essendo vicino alla stella più di quanto Mercurio sia vicino al nostro Sole.

L'anno del pianeta, ovvero il suo periodo di rivoluzione attorno alla stella, è di soli undici giorni.

Se il calore vero e proprio è abbastanza mite, e se la gravità è buona (si stima poco superiore a quella terrestre), il problema di Proxima b sono le radiazioni ad alta energia che ne spazzano la superficie. Raggi X e ultravioletti in quantità enormemente superiori a quelle sperimentate sulla Terra, che possono aver fatto evaporare le eventuali acque liquide. Oltre, ovviamente, a rendere estremamente difficile la vita a una eventuale colonia terrestre.

Secondo gli astronomi, che hanno pubblicato uno studio sull'abitabilità di Proxima b, il pianeta potrebbe aver perso nei primi milioni di anni della sua formazione l'equivalente di un oceano; il dubbio è cosa possa essere accaduto in seguito. Una domanda importante riguarda anche il periodo di rotazione: un periodo sincrono, per esempio, col pianeta che mostra sempre la stessa faccia alla stella, renderebbe l'abitabilità molto più difficile.

Di certo sappiamo questo: se Steven Hawking aveva bisogno di un indirizzo sul quale puntare il navigatore della sua flotta di miniastronavi, ora ce l'ha. E chissà che nell'arco della nostra vita non sia possibile vedere qualche foto di questo pianeta.