Fin dal suo reboot nel 2005, la serie di culto inglese Doctor Who ha visto molti cambiamenti nella sua struttura. Le prima cinque serie erano per lo più composte da episodi auto-conclusivi, uniti ad alcuni brevi archi narrativi e elementi legati a una storia più ampia che veniva risolta negli ultimi episodi. Poi arrivava la sesta, che privilegiava un unico lungo arco narrativo, mentre la settima era quasi del tutto composta di episodi auto-conclusivi. Il tono stesso del telefilm passava da episodi mirati a un pubblico giovanile ad altri più cupi e adulti.

Molto presto Doctor Who vedrà l'alba della sua ottava stagione e lo show runner Steven Moffat ha raccontato che dovremo aspettarci un ulteriore cambiamento. Con quasi tutte le storyline precedenti risolte, secondo il produttore, è il momento di una sorta di reboot, come ha dichiarato durante l'Hay festival of Literature and the Arts: "Il telefilm sente la necessità di cambiare. La parte più difficile è rendersi conto che quelle che ti sembrano le tue nuove e intelligenti idee, sono in realtà le tue idee più vecchie".

È tempo di quindi di un restyling: "Non abbiamo apportato molti cambiamenti da quando il telefilm è tornato in vita nel 2005, è sempre uguale a se stesso. Forse ha portato in primo piano alcuni aspetti e messo in secondo piano altri, ma è fondamentalmente sempre lo stesso".

Da qui in poi, tutto cambia: "Ho sentito la necessità di fare qualcosa di diverso stavolta, devo tornare a sorprendere. Per noi è chiaro, dobbiamo cambiare, il ritmo deve essere alterato. Ed è ciò che faremo".

Per Moffat il primo indizio del cambiamento è l'entrata in scena di Peter Capaldi: "Riuscite a immaginare se avessimo scelto un altro attore giovane, simpatico, con i capelli strani. Avrebbe dato l'idea che ci fosse un cliché ricorrente. E se lo avessimo fatto, sicuramente al pubblico sarebbe piaciuto, ma il telefilm sarebbe diventato ordinario..."

Ma ordinario non è la definizione di Doctor Who: "Abbiamo un personaggio che può essere impersonato da chiunque, dai venti ai settant'anni, come John Hurt quando lo ha interpretato. Dobbiamo usare questa flessibilità, non ignorarla".

Ad agosto scopriremo un nuovo e imprevedibile Doctor Who. Siete pronti al cambiamento?