"Scoperto un pianeta abitabile", "la Nasa ha trovato un pianeta con acqua allo stato liquido", "scoperto il gemello della Terra". Ogni volta che la Nasa fa una scoperta ai telegiornali si sentono le più svariate elaborazioni della notizia. Non che sia per forza colpa dei telegiornali: la notizia arriva alle redazioni da un'agenzia che magari l'ha già riassunta in poche righe, e per fare un riassunto sensato bisogna conoscere molto bene l'argomento, cosa che capita di rado in materia scientifica.

A questo, a essere onesti, vanno aggiunte le responsabilità della Nasa che, giustamente a caccia di fondi e quindi di popolarità, regolarmente costruisce i suoi comunicati in modo da farli sembrare una scoperta epocale. Quante volte ha annunciato di aver scoperto l'acqua su Marte? Ogni volta in base a deduzioni diverse; non che acqua vera e propria se ne sia mai trovata. Ma di tanto in tanto sembrava di essere sul punto di poter vedere i volti dei marziani riflessi in un tranquillo laghetto, come nel racconto di Ray Bradbury.

Anche questa volta, in un comunicato che annuncia la scoperta di un pianeta extrasolare di dimensioni simili alla Terra nella fascia abitabile, dove l'acqua può esistere allo stato liquido, è comprensibile che la stampa colga prima di tutto la parola "abitabile", o se è più sgamata in memoria degli annunci marziani "l'acqua allo stato liquido". La vera notizia invece sta nelle "dimensioni simili alla Terra".

La "fascia abitabile", detta anche "Goldilocks" o "Riccioli d'oro", è la distanza dalla stella a cui deve orbitare un pianeta perché non sia né troppo caldo né troppo freddo (come le ciotole di minestra dei tre orsi della favola, da cui Riccioli d'oro) per permettere la presenza di acqua allo stato liquido, considerata questa la condizione principale per l'esistenza della vita o per l'abitabilità del pianeta.

Ci sono molti altri fattori che determinano l'abitabilità o meno di un pianeta: tra questi per esempio l'essere roccioso o gassoso e la sua gravità alla superficie. Ed ecco l'importanza di Kepler-186f: si tratta di un pianeta roccioso di dimensioni simili alla Terra.

Di pianeti rocciosi di dimensioni simili alla Terra se ne erano già scoperti diversi, così come si erano già trovati pianeti nella fascia Goldilocks. Kepler-186f è il primo che abbia entrambe queste caratteristiche. Questa è la sua importanza, che alla fine da un punto di vista scientifico è abbastanza limitata: nessuno aveva dubbi che esistessero pianeti così - la Terra dopotutto prova che possono esistere. Questo è semplicemente il primo (o meglio, il secondo) a essere individuato con la possibilità di una gravità compatibile e clima compatibile.

Naturalmente si tratta al più di buone probabilità. Il pianeta può essere pieno di metalli pesanti e avere una gravità insostenibile, o esserne privo, come la Luna, e non avere abbastanza gravità per trattenere un'atmosfera. L'atmosfera può essere troppo ricca di gas serra e il pianeta può essere una fornace come Venere, o essere troppo rarefatta e l'acqua può evaporare al primo raggio di sole.

Nulla si sa sulla massa e la composizione di Kepler-186f. Sappiamo però che orbita attorno a una nana rossa a 500 anni luce da noi, e che la stella ha almeno altri quattro pianeti. Li ha "visti" il telescopio spaziale Kepler; "vedere" un pianeta extrasolare vuol dire in sostanza misurare le microvariazioni nella luminosità della stella causate dal passaggio del pianeta davanti ad essa.

Per dare un altro esempio del modo di comunicare della Nasa: "Le nane rosse sono il tipo di stelle più numeroso; i primi segni di vita nella Galassia potrebbero provenire proprio da pianeti orbitanti attorno a una nana rossa".

Che è un po' come dire: "la maggior parte delle persone che giocano al superenalotto hanno i capelli castani, il prossimo vincitore del superenalotto potrebbe essere una persona coi capelli castani". Wow, corro in ricevitoria.