Alien batte Prometheus, di sicuro nei videogame. Perché, nonostante al cinema dopo tanti anni Ridley Scott abbia deciso di riprendere sotto un altro verso le fila della saga, il digital entertainment preferisce ancora le vecchie pellicole. Così nel 2014 ci sarà un nuovo Alien, se non in sala, proprio nei videogame. Lo studio inglese The Creative Assembly ci sta lavorando su da parecchio, ma l'ufficialità del titolo è stata svelata soltanto all'inizio dell'anno. Si chiamerà Alien: Isolation e l'editore Sega conta di farlo uscire per tutti i formati possibili, old e next gen, in tempo per Natale.

Rispetto agli altri giochi del filone, stavolta la fonte di ispirazione è direttamente l'atmosfera inquietante del primo film, del 1979, firmato da Ridley Scott, e non più il gettonatissimo sequel carico d'azione di James Cameron, privilegiato in passato. Di conseguenza il nuovo videogame abbandonerà la strada già battuta degli sparatutto, alla Aliens vs Predator o Colonial Marines, per esplorare il sentiero ormai raro del survival horror puro. D'altronde gli stessi numeri parlano chiaro: in Alien: Isolation non si avranno a disposizione arsenali, né si andrà a caccia di orde di xenomorfi, ma bisognerà vedersela con un unico, letale, alieno che infesta un'enigmatica, quanto spettrale, base spaziale, dove il giocatore giunge nei panni di Amanda, la figlia di Ellen Ripley, storica protagonista interpretata al cinema da Sigourney Weaver.

Se Aliens: Colonial Marines immaginava il proseguo dell'Aliens di Cameron, recuperando personaggi e l'iconica ambientazione del satellite Lv-426, la nuova avventura per Pc e console parte da una scena tagliata del film, nella quale si apprende appunto dell'esistenza della figlia di Ripley, per raccontare un'altra untold story, collocata ora nella zona buia tra le due pellicole. Non avendo più notizie della madre, scomparsa misteriosamente insieme al resto dell'equipaggio della Nostromo all'epoca del primo Alien, la giovane Amanda si reca in cerca di risposte fino alla remota stazione orbitale Sevastopol. Come già per Ripley, destinata a essere salvata dalla capsula criogenica solo molti anni più tardi, durante le battute iniziali del secondo film, in Isolation - che è un Alien senza la s degli spari di fucili e mitragliatrici - stanze, cunicoli e corridoi faranno da sfondo a uno spietato gioco del gatto col topo costruito sulla tensione che ogni incontro con quello che rappresenta il più temibile e perfetto predatore della galassia può risultare l'ultimo.

Da qui anche la scelta di un motore grafico ad hoc che insiste sul sistema di illuminazione dinamica dello scenario, a supporto di una regia incentrata sulla dicotomia tra ciò che si vede e la paura che si cela nell'ombra. Discorso simile per l'innovativa tecnologia con cui gli sviluppatori confidano di trasmettere, attraverso una più approfondita digitalizzazione degli attori nei rispettivi personaggi, il vero volto del terrore. Già, perché, sebbene, come suggerisce il titolo, in Alien: Isolation si trascorrerà la maggioranza del tempo in solitudine, provando a sopravvivere con astuzia all'incombente minaccia dello spaventoso xenomorfo, scandagliando l'invisibile al ritmo del battito del famoso rilevatore di movimento, la strada di Amanda non mancherà di incrociarsi con quella di altri sfortunati testimoni di questa storia, con la promessa di The Creative Assembly di restituire ai fan, nello splendore multisensoriale del digital entertainment di oggi, la miscela classica di horror e fantascienza di una delle serie SF più amate di sempre.

Per farsi un'idea, ecco – via Youtube - il primo trailer e un breve making of del gioco, annunciato per fine anno su Pc, Ps3, Ps4, Xbox 360 e Xbox One.